E ora come la prenderà Carla Bruni? Non voleva un potente qualsiasi, quello possono averlo tutte le bellone. Voleva un marito con la valigetta dei codici di lancio nucleari, uno dei veri potenti della Terra: un uomo dotato della bomba atomica. Ma ora che Carla ha fatto centro, che ti fa Sarko? Taglia un terzo delle forze nucleari francesi di tipo aereo, ovvero testate, missili e bombardieri nucleari. Lo racconta il solito Jeffrey, riprendendo l’articolo dell’Agence France Presse dal titolo: "France to reduce nuclear arsenal, warns of Iran danger".
Sulla vita amorosa di Sarko si è versato un diluvio d’inchiostro. La bestia mediatica si è scatenata in tutta la sua potenza, deliziandoci di sms, foto dell’idillio e ,addirittura, di un confronto in costume tra le due pupe di Sarko. E’ la media logic, bellezza.
La copertura mediatica di questi mesi del regno di Nicolas si è limitata alla tempesta ormonal-amorosa, eppure oltre all’affaire con Carla, Sarko fa anche altri affaires. Per esempio? Accordi di cooperazione nucleare con paesi come l’Algeria, la Libia e gli Emirati Arabi Uniti.
La Francia è una grande potenza nucleare. Non ha un arsenale da superpotenza, come quello americano o russo, che conta circa 10mila testate, ma la sua tecnologia nucleare è eccellente e sulla potenza del suo establishment nucleare non ci sono dubbi.
Da sempre la politica nucleare francese è, in qualche modo, un contraltare di quella americana, basta vedere le polemiche contro gli "Anglosassoni" di Bertrand Goldschmidt.
Esiste un rischio proliferazione per gli accordi di cooperazione nucleare firmati da Sarko?
La tecnologia nucleare è, per sua natura, duale: può essere usata per scopi civili, ma anche militari e il confine tra le due è veramente labile. Il rischio, dunque, c’è sempre. Però, c’è tutta una serie di scelte tecniche e politiche che possono abbassare il rischio a un livello accettabile.
Quali sono? Scelte tecniche tipo quella di vendere reattori ad acqua leggera, anziché ad acqua pesante, che purtroppo sono ideali per produrre plutonio da destinare alle armi nucleari. E scelte politiche tipo quella di fare affari SOLO ed esclusivamente con paesi che aderiscono a regimi internazionali di Safeguards, ovvero di ispezione e controllo dei materiali e degli impianti nucleari da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’ONU (IAEA).
"La tecnologia nucleare", racconta a Dr. Strangelove un analista internazionale esperto di proliferazione, " è francese, russa o giapponese. Se non vendono i francesi, vendono gli altri. La Francia sta facendo accordi con tutti paesi soggetti a ispezioni e gli accordi vanno nella direzione della tecnologia dei reattori ad acqua leggera: produrre plutonio con quei reattori e nonostante le ispezioni dell’Agenzia è impossibile".
Quindi rischi seri di proliferazione negli accordi messi in piedi da Sarko non ce ne sarebbero. "Il problema non è la Francia", continua l’analista, "è l’accordo tra gli Stati Uniti e l’India, voluto dall’amministrazione Bush. Con questo accordo, l’India, che ha la bomba, diventerà l’unico paese al mondo a cui è possibile vendere tecnologia nucleare in modo perfettamente legale, senza che il paese abbia mai firmato il Trattato di Non Proliferazione e senza che faccia parte dei regimi internazionali di controllo".
Se questa è una politica anti-proliferazione credibile…