Archivi per il mese di: marzo, 2008

Allo scandalo sessuale che ha travolto il democratico americano Eliot Spitzer è stata dedicata una copertura mediatica a tappeto.

Ci hanno raccontato di tutto, mostrato le foto della squillo e rivelato le prefenze più intime di Spitzer. Ma quanti sanno che, proprio nelle stesse ore in cui il politico americano appariva in una conferenza stampa accanto alla moglie, per niente allegra per l’accaduto, lontano da New York, nel paese bestia nera degli americani, veniva annunciato l’arresto di un altro moralizzatore: il capo della polizia di Teheran.

Reza Zarei, capo di quella polizia che in Iran perseguita chiunque non rispetti la rigidissima morale islamica, è stato beccato in un bordello! Pare se la spassasse con 6 prostitute in una botta. Non male, eh?

Impegnati con il caso Spitzer, i media internazionali hanno bistrattato il caso Zarei, coperto in modo sbrigativo o, in alcuni casi, non coperto affatto. In compenso pare che a Teheran siano all’opera altre coperture per insabbiare lo scandalo….

Pensate a quelle poveracce che finiscono lapidate per adulterio e, più in generale, a quei poveracci massacrati per non aver rispettato questo o quel precetto dei mullah, poi pensate al moralizzatore Zarei…

Ancora un segnale allarmante dal Pakistan. Giovedì 27 marzo due uomini del servizio segreto civile pakistano, impegnati in prima linea nella lotta ad Al Qaeda, sono stati eliminati a Karachi.

L’ispettore Mohammad Ibrahim e il suo vice Fazlur Rahman sono stati vittime di un "attacco mirato", come riporta la BBC: http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/7318353.stm

L’attacco non è che l’ennesimo segnale della guerra che ormai dilania l’intelligence pakistana, piena zeppa di simpatizzanti dei fondamentalisti islamici, e che quindi vedono come fumo negli occhi la guerra al terrorismo di Bush e Musharraf.

E’ interessante, come al solito, conoscere l’opinione di Pervez Hoodbhoy su questo tema [ http://www.stefaniamaurizi.it/Articoli_e_reportage/benazir.html ] .

"Gli estremisti", racconta Hoodbhoy, "sono già riusciti a penetrare in profondità l’esercito e l’intelligence pakistana. E ormai è disponibile tutta una serie di prove al riguardo. A dicembre un autobus senza alcuna scritta e che trasportava dei dipendenti dell’Inter Services Intelligence [l’agenzia d’intelligence militare pakistana] è stato attaccato da un kamikaze, mentre viaggiava la mattina presto [per portare al lavoro gli impiegati]. L’attacco ha provocato 25 morti. E’ stato il lavoro di un insider [ l’autobus era senza alcuna scritta, chi poteva sapere che trasportava uomini che lavoravano per l’intelligence e che sarebbe passato per una certa strada a una certa ora?]. Ormai ci sono diversi esempi di questo tipo, come quello del militare che si è fatto esplodere presso Ghazi Barotha, uccidendo 16 uomini dello Special Services Group commandos. E’ chiaro che ormai una parte del sistema [militare, dell’intelligence e del governo] è in guerra con un’altra [che simpatizza coi fondamentalisti e quindi non approva la guerra al terrorismo]".

L’eliminazione dei due uomini dei servizi pakistani è una nuova prova della guerra descritta da Pervez: anche in questo caso, chi poteva sapere qual era il momento e il luogo giusto per colpire i due agenti? E chi poteva sapere che, come riporta la BBC, quei due erano gli uomini chiave delle operazioni contro Al Qaeda a Karachi? 

 

I dati completi dell’interscambio (importazioni + esportazioni ) Italia-Iran nel 2007 sono finalmente disponibili e che viene fuori? Che nel 2007 le esportazioni dell’Italia verso l’Iran sono aumentate rispetto al 2006!

In Europa, l’Italia è il primo partner commerciale dell’Iran. Il 2002 è stato un anno d’oro per gli affari, che hanno fatto registrare una vera e propria impennata, poi però dal 2004 la situazione è cominciata a peggiorare.

Alla fine del 2006 (23 dicembre), l’ONU ha approvato il primo round di sanzioni contro Teheran, a cui ne sono seguiti altri due. I dati degli scambi commerciali del 2007, dunque, sono molto attesi, perché in qualche modo potrebbero dare una misura dell’effetto delle sanzioni ONU.

Per esempio, stando alle cifre diffuse dal Ministero dell’economia tedesco, la Germania avrebbe buscato una gran batosta: le esportazioni sarebbero passate da 4.3 miliardi di euro nel 2005 a 3.2 nel 2007 (vedi "German exports to Iran fall dramatically in wake of UN sanctions over nuclear program", Associated Press, 13 febbraio 2008).

E l’Italia? Siamo passati da 2,257 miliardi di euro di esportazioni nel 2005 a 1,825 nel 2006. Ma nel 2007 le cose sono andate meglio: 1,861 miliardi di euro. Le esportazioni 2007, dunque, hanno registrato un + 2.01%

Le importazioni dall’Iran verso l’Italia sono passate da 2,922 miliardi di euro nel 2005 a 3,880 nel 2006 e 4,186 nel 2007. 

Mettendo insieme il dato importazioni + esportazioni nel 2007 otteniamo un valore che supera quello del 2006: siamo passati da un volume di affari con l’Iran di 5,718 miliardi di euro nel 2006 a 6,048 nel 2007.

Qual è il prodotto che importiamo di più dall’Iran? Petrolio greggio e gas naturale, da cui siamo sempre più dipendenti (+12,13 rispetto al 2006): su 4,186 miliardi di euro di importazioni dall’Iran, oltre 3,6 sono di petrolio greggio e gas naturale.

E quello che esportiamo di più? Macchine per impieghi speciali, aeromobili e veicoli spaziali, ma anche apparecchi elettrici e parti di autoveicoli e motori.

Fonte dei dati: Camera di Commercio Italia-Iran

Niente ci è stato risparmiato. 

Il cappottino delizioso di Carlà confezionato da Dior, l’ultradelizioso cappellino,  le ballerine ultrapiatte per non far sfigurare il marito, il cappello piumato di Camilla, vero e proprio imbarazzo nazionale. E poi lo charme di Carlà. I suoi modi raffinati. E che classe! Ricorda Jackie, sicuramente avrà studiato Jackie.

Per fortuna esiste la BBC:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/7314829.stm

 

Sconcertante. Intollerabile. La BBC riporta  che alcuni ufficiali americani di alto livello hanno definito così l’ultimo incidente che vede ancora una volta come protagonista l’arsenale nucleare americano (vedi   http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/7313268.stm ).

Si è saputo solo oggi, ma è accaduto nel 2006. Gli Stati Uniti hanno spedito a Taiwan alcune componenti necessarie per i famigerati Minuteman, un tipo di missile intercontinentale balistico parte dell’arsenale nucleare americano.  Hanno sbagliato: dovevano spedire a Taiwan delle batterie per elicotteri e invece hanno spedito delle componenti che di per sé non sono un’arma nucleare, ma sono parte di un sistema di lancio delle testate. Dell’ "errore" gli USA hanno saputo solo la settimana scorsa: non si erano accorti di nulla.

Per quello che se ne sa, è il secondo incidente di questo tipo avvenuto nell’ultimo anno. Ad agosto, infatti,  un bombardiere americano caricò per errore 6 testate nucleari e fece fare un giretto a quel carico di morte, senza che nessuno nella catena di comando statunitense si accorgesse dell’errore.  (vedi il post "perdere 6 atomiche" http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/15987637/perdere+6+atomiche)

Per decenni, gli Stati Uniti hanno giustamente allertato il mondo sui rischi dell’arsenale russo, della possibilità di trafugamento di materiale nucleare dai siti russi, ecc.  E l’arsenale americano? Com’è possibile che gli Stati Uniti commettano errori del genere nel gestire il proprio arsenale nucleare? E che diranno i pakistani o gli iraniani?

Gli incidenti che vedono coinvolte le armi nucleari americane riguardano direttamente anche il nostro paese: a Ghedi e ad Aviano l’Italia ospita un certo numero (non meglio definito, ma che potrebbe oscillare tra 20 e 90) di armi nucleari americane. Sono al sicuro? Che rischi corriamo? Abbiamo il diritto di non fidarci.

Dopo l’11 settembre non si parlava d’altro. Poi neanche più una riga. L’incubo del terrorismo nucleare e radiologico è completamente sparito dai media insieme con tutte le paranoie e i fantasmi post 9/11.

Eppure l’America si è attrezzata eccome contro un possibile attacco con un ordigno nucleare o una bomba sporca. I dettagli di questo tipo di programma antiterrorismo sono avvolti nel segreto più assoluto, ma dalle poche informazioni filtrate, sembra che il Gruppo di Emergenza della National Nuclear Security Administration (NNSA) svolga controlli sistematici per le strade delle grandi città americane. Ed è un segno dei tempi oscuri che stiamo vivendo la notizia, riportata dagli esperti dell’organizzazione NTI (Nuclear Threat Initiative), che entro quest’anno la NNSA consegnerà all’FBI un congegno in grado di disattivare TEMPORANEAMENTE un IED di tipo nucleare, ovvero un improvised explosive device di tipo nucleare, uno di quegli ordigni improvvisati alla bell’e meglio che fanno strage per le strade dell’Iraq e dell’Afghanistan, ma che se fossero costruiti con esplosivo di tipo nucleare, anziché convezionale (come sono quelli in Iraq e Afghanistan), farebbero carneficine ben più mostruose.

Durante i controlli contro il terrorismo nucleare e radiologico capitano anche cose curiose, tipo quella raccontata dal Seattle Times il 23 marzo scorso e riportata dalla NTI.

Nel corso di un controllo per le strade nei pressi di Washington, scatta l’allarme. Un sensore segnala la presenza di una sorgente radioattiva. Si trova all’interno di una macchina che procede spedita verso la città. Sta trasportando una bomba sporca o, peggio (MOLTO PEGGIO) un ordigno nucleare?

La macchina viene immediatamente fermata e ispezionata da cima a fondo. A bordo non c’è traccia della sorgente radioattiva. Ma allora perché i sensori antiradioattività sono scattati? Ci vuole del tempo, ma poi l’arcano è finalmente svelato: c’è un gatto a bordo della macchina. Ha il cancro e 3 giorni prima è stato sottoposto a terapia radiologica contro il male. I veterinari lo hanno imbottito di  radiazioni, che hanno fatto scattare i sensori degli strumenti dei tecnici addetti ai controlli!

E ora come la prenderà Carla Bruni? Non voleva un potente qualsiasi, quello possono averlo tutte le bellone. Voleva un marito con la valigetta dei codici di lancio nucleari, uno dei veri potenti della Terra: un uomo dotato della bomba atomica.  Ma ora che Carla ha fatto centro, che ti fa Sarko? Taglia un terzo delle forze nucleari francesi di tipo aereo, ovvero testate, missili e bombardieri nucleari. Lo racconta il solito Jeffrey, riprendendo l’articolo dell’Agence France Presse  dal titolo: "France to reduce nuclear arsenal, warns of Iran danger".

Sulla vita amorosa di Sarko si è versato un diluvio d’inchiostro. La bestia mediatica si è scatenata in tutta la sua potenza, deliziandoci di sms, foto dell’idillio e ,addirittura, di un confronto in costume tra le due pupe di Sarko. E’ la media logic, bellezza.

La copertura mediatica di questi mesi del regno di Nicolas si è limitata alla tempesta ormonal-amorosa, eppure oltre all’affaire con Carla, Sarko fa anche altri affaires. Per esempio? Accordi di cooperazione nucleare con paesi come l’Algeria, la Libia e gli Emirati Arabi Uniti.

La Francia è una grande potenza nucleare. Non ha un arsenale da superpotenza, come quello americano o russo, che conta circa 10mila testate, ma la sua tecnologia nucleare è eccellente e sulla potenza del suo establishment nucleare non ci sono dubbi.

Da sempre la politica nucleare francese è, in qualche modo, un contraltare di quella americana, basta vedere le polemiche contro gli "Anglosassoni" di Bertrand Goldschmidt.

Esiste un rischio proliferazione per gli accordi di cooperazione nucleare firmati da Sarko?

La tecnologia nucleare è, per sua natura, duale: può essere usata per scopi civili, ma anche militari e il confine tra le due è veramente labile. Il rischio, dunque, c’è sempre. Però, c’è tutta una serie di scelte tecniche e politiche che possono abbassare il rischio a un livello accettabile.

Quali sono? Scelte tecniche tipo quella di vendere reattori ad acqua leggera, anziché ad acqua pesante, che purtroppo sono ideali per produrre plutonio da destinare alle armi nucleari. E scelte politiche tipo quella di fare affari SOLO ed esclusivamente con paesi che aderiscono a regimi internazionali di Safeguards, ovvero di ispezione e controllo dei materiali e degli impianti nucleari da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’ONU (IAEA).

"La tecnologia nucleare", racconta a Dr. Strangelove un analista internazionale esperto di proliferazione, " è francese, russa o giapponese. Se non vendono i francesi, vendono gli altri. La Francia sta facendo accordi con tutti paesi soggetti a ispezioni e gli accordi vanno nella direzione della tecnologia dei reattori ad acqua leggera: produrre plutonio con quei reattori e nonostante le ispezioni dell’Agenzia è impossibile".

Quindi rischi seri di proliferazione negli accordi messi in piedi da Sarko non ce ne sarebbero.  "Il problema non è la Francia", continua l’analista, "è l’accordo tra gli Stati Uniti e l’India, voluto dall’amministrazione Bush. Con questo accordo, l’India, che ha la bomba, diventerà l’unico paese al mondo a  cui è possibile vendere tecnologia nucleare in modo perfettamente legale, senza che il paese abbia mai firmato il Trattato di Non Proliferazione e senza che faccia parte dei regimi internazionali di controllo".

Se questa è una politica anti-proliferazione credibile…

E’ successo 3 mesi fa,  ma nessuno ha coperto la notizia e da allora Dr. Strangelove ha cercato di raccogliere informazioni sul caso.

La notizia della morte è confermata, ma il mistero rimane: com’è morto Seyed Amir Fatemi Yazeed? 

Prima di tutto, chi era?

Era un esperto di aeronatica iraniano e la sua morte ricorda un pò quella di Ardeshir Hosseinpour, il giovane e brillante fisico iraniano morto nel gennaio 2007 in circostanze decisamente oscure (vedi alla sezione inchieste di questo sito: "Il mistero della morte di mio marito che lavorava al nucleare iraniano").

Seyed Amir Fatemi Yazeed avrebbe lavorato anche per la Aerospace Industries Organization (AIO), un ente legato al Ministero della Difesa iraniano, ma pare che volesse andare a lavorare in Francia.

Aveva ottenuto un titolo "First Class" nelle Olimpiadi della matematica. Era iscritto a una sorta di albo degli inventori. A quanto pare, AVREBBE ottenuto un posto di lavoro alla Air France, cosa di cui era molto contento.

Alla fine di dicembre 2007, Yazeed si è recato a Shandiz, un piccolo centro a un’ora dalla città di  Mashad. PARE che lì dovesse incontrare qualcuno. Chi? Non si sa. L’unica cosa certa è che, da Shandiz, Yazeed non è mai tornato. 

Hanno votato. Venerdì 14 marzo, gli iraniani sono andati alle urne e Ahmadinejad e i conservatori hanno vinto.

L’Unione Europea ha bollato le elezioni iraniane come "né giuste né libere" e di fatto i riformisti sono stati mazzolati dal Consiglio Dei Guardiani che ha bocciato in partenza le candidature di moltissime colombe.

I dati completi e definitivi saranno disponibili solo nei prossimi giorni, ma quello che sembra emergere è una maggiore presenza, nel Parlamento uscito dalle elezioni, dei militari (Guardiani della Rivoluzione) a scapito dei religiosi. 

Dr. Strangelove tornerà sul tema quando i dati completi saranno finalmente noti. Nel frattempo, il secchione Jeffrey Lewis segnala un’uscita interessante: un articolo di Mark Harrington su Jane’s International Defence Review, in cui si parla di documenti mostrati in esclusiva a Jane’s e che proverebbero il fatto che l’Iran continua a sviluppare tecnologie necessarie per la costruzione di armi nucleari.

Jane’s avrebbe mostrato i documenti a una fonte di un servizio di intelligence non meglio specificato, ma definito "Western intelligence service" e li avrebbe sottoposti al vaglio di fonti viennesi indipendenti.

Lewis però è scettico: il tipo di detonatori su cui, stando a Harrington, l’Iran starebbe lavorando da anni, non sono esclusivamente utilizzabili nella costruzione un’arma nucleare e dunque non provano che l’Iran stia lavorando alla bomba atomica.

 

 

Dr. Strangelove ha promesso di parlare non solo di Iran, Pakistan, armi nucleari, armi di distruzione di massa e proliferazione, ma anche di diritti umani.

L’inchiesta di Giuseppe D’Avanzo pubblicata oggi su Repubblica "G8, le torture a Bolzaneto e la notte della democrazia" ci offre l’occasione per farlo. D’Avanzo ricostruisce con dovizia di particolari episodi trucissimi, avvenuti nella civilissima Italia.

C’è un particolare dell’inchiesta su cui Dr. Strangelove vuole soffermarsi: i medici e gli infermieri implicati nei trattamenti inumani e degradanti del G8.

Senza i medici, tortura, trattamenti inumani e degradanti sarebbero un’altra cosa. Dal Cile di Pinochet ad Abu Ghraib fino a Guantanamo, non c’è episodio di tortura che non veda implicati dei medici: sono loro che fanno sparire dai documenti, dai referti e dai certificati di morte ogni riferimento alle teste spaccate, ai genitali fritti dalla corrente elettrica, alle bruciature e alle mutilazioni.

Uno dei grandi studiosi di etica medica, l’americano Steven H. Miles, ha raccolto i documenti che ricostruiscono questa complicità nel caso della Guerra al terrorismo voluta da Bush. Miles ha pubblicato tutto nel libro "Oath Betrayed: Torture, Medical Complicity and the War on Terror" (Random House, 2006), ovvero  "Il giuramento tradito: tortura e complicità medica nella guerra al terrorismo", dove il giuramento è ovviamente quello di Ippocrate, che proibisce ai medici di partecipare o essere complici di atti che danneggino la salute e la vita del paziente. 

Il libro di Miles è pieno di pagine che sono un pugno nello stomaco: rivoltanti, agghiaccianti, mostruose.

L’etica medica fa riferimento a tutta una serie di convenzioni internazionali, che da 50 anni a questa parte i medici hanno adottato per impedire il ripetersi dell’orrore dei dottori nazisti e dei loro crimini abominevoli sui detenuti dei lager.

In base a queste convenzioni, la partecipazioni di medici a torture, trattamenti inumani e degradanti è ASSOLUTAMENTE PROIBITA.

L’Italia ha una percentuale altissima di medici che scelgono l’obiezione di coscienza nel caso dell’aborto. Ora pare si sia aperto un fronte di obiettori anche per la fecondazione assistita. Non parliamo poi del caso Welby…. Le polemiche su questi temi stanno dilaniando il paese. E i medici del G8? Esiste un atto ufficiale dell’Ordine dei Medici, che condanni pubblicamente quello che è successo e ne ribadisca l’assoluta inaccettabilità e incompatibilità con la professione medica? Esiste una sola riga al riguardo dell’Associazione dei Medici Cattolici (AMCI), tanto impegnati in valutazioni etiche? Se questi atti ufficiali esistono, ma ci sono sfuggiti, segnalateceli assolutamente!

Ultima nota: nel suo libro, Steven Miles racconta che l’Inghilterra è l’unico paese al mondo che abbia accettato la proposta della World Medical Association di radiare dall’ordine i medici SOSPETTATI di tortura. In poche parole, quei medici sono colpevoli e radiati dall’ordine fino a quando non ne venga dimostrata l’innocenza al di fuori di ogni dubbio. E l’Italia? L’Italia è garantista: vedrete, ci vorranno mille gradi di giudizio prima di radiare un dottor tortura. Del resto, la tortura mica è l’aborto.