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Wow!

Non ve lo raccontiamo per esibirlo, ma per un briciolo di orgoglio nazionale, se così si può chiamare….

Ieri, leggendo il libro di David Albright "Peddling Peril" ( http://isis-online.org/peddlingperil ), abbiamo scoperto per puro caso che  viene citata la nostra intervista all’infamous A. Q. Khan, pubblicata su L’ESPRESSO nel giugno 2008.

La trovate qui:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11

David Albright è uno dei più grandi esperti di proliferazione al mondo.

E’ stato ispettore in Iraq.

E’ stato l’esperto che ha cercato di convincere la giornalista Judith Miller del New York Times a non pubblicare le boiate che la Miller scrisse sui tubi di alluminio che incastravano il dittatore iracheno Saddam: una delle più grandi bufale su cui fu fabbricata la guerra contro l’Iraq.

Se c’è un traffico illecito, Albright sa indagarlo come nessuno, senza finire manipolato da tutti gli uomini in nero che si aggirano in quel mondo oscuro…

Fino a oggi, i giornalisti degni di considerazione presso gente del calibro di Albright erano i pezzi da novanta del giornalismo mondiale, tipo il bravissimo Gordon Corera, security correspondent della BBC o il fuoriclasse Steve Coll.

Tutti anglosassoni….

Ritrovare il nostro lavoro citato da Albright significa che, forse, anche in Italia si può scrivere di certe cose senza essere considerati sempre e comunque dei dilettanti…

Ieri la stampa internazionale e italiana hanno dato grande rilievo all’assassinio di Massoud Ali-Mohammadi, il fisico iraniano fatto saltare in aria a Teheran con un IED (improvised explosive device): una di quelle bombe "artigianali" che, dall’Iraq all’Afghanistan, sono diventate il simbolo delle nuove guerre del 21esimo secolo.

http://www.repubblica.it/esteri/2010/01/12/news/scienziato_iran-1913562/

Tutti hanno collegato l’eliminazione di Mohammadi a un suo possibile coinvolgimento nel programma nucleare iraniano e i falchi di Teheran hanno immediatamente accusato il Mossad e la CIA per l’attentato.

Abbiamo cercato informazioni su Mohammadi, parlato con fonti informate e letto analisi come quelle di Stratfor (un’agenzia americana di intelligence, considerata "the shadow CIA") e siamo arrivati a dubitare molto della versione ufficiale.

Perché?

1) Innanzitutto, non si è mai visto un fisico impegnato in un programma nucleare ambiguo, com’è quello di Teheran, che viva liberamente, allo scoperto, come viveva Mohammadi (almeno stando a quanto sappiamo finora). 60 anni di programmi nucleari coperti e clandestini ci dimostrano che chi lavora a certe cose vive una vita ipersorvegliata, con guardie che lo seguono ovunque, entra in una sorta di vita opaca, nascosta. Impensabile che uno così possa uscire di casa da solo, prendere la macchina per andare da qualche parte, come stava facendo Mohammadi, continuare a fare vita accademica, pubblicare, ecc.

Torniamo al passato per capire il presente: quando, durante la seconda guerra mondiale, gli americani e gli inglesi dovevano capire se Hitler stesse costruendo la bomba, inviarono una missione di intelligence formata da fisici di alto livello: era la missione Alsos, guidata da Samuel Goudsmit, che era davvero the right man in the right place.

Goudsmit era un ottimo fisico, parlava fluentemente tante lingue, ma allo stesso tempo non faceva parte dell’eccezionale team di teste d’uovo che stava costruendo segretamente la bomba per gli americani a Los Alamos. Goudsmit poteva capire benissimo la fisica, ma, se catturato dai nazisti, non avrebbe potuto rivelare niente del segretissimo Progetto Manhattan per la costruzione della prima atomica angloamericana, proprio perché era fuori dal progetto.

Ebbene, una delle prime cose che fecero gli uomini della missione Alsos fu quella di ottenere le liste dei professori di fisica, che insegnavano nelle università tedesche. E il confronto con quello che succedeva nelle università americane e inglesi fu impressionante: i grandi e grandissimi fisici e chimici americani e inglesi erano completamente spariti dalle università: fisici di altissimo livello, premi Nobel, erano stati tutti arruolati nel Progetto Manhattan, mentre in Germania i grandi erano in cattedra e continuavano a lavorare: nessuno era finito in "clandestinità", risucchiato da programmi coperti che portano a vivere nascosti, sotto falsa identità e spesso con più identità.

Questo che vi raccontiamo è stato vero anche per il programma nucleare clandestino di Saddam. Il suo direttore scientifico, che abbiamo conosciuto personalmente e incontrato in più occasioni, il fisico iracheno Jafar Dhia Jafar, ci ha raccontato come era ridotto a vivere, mentre lavorava al programma clandestino del Raìs. Gli era permesso di stare nella propria casa con la moglie, ma la sua era un prigione dorata: una vita da nababbo, sempre sotto controllo ossessivo. Ridotto a lavorare in segreto giorno e notte,  non aveva certo tempo per pubblicare ricerca accademica e fare le cose che tutti gli accademici del mondo fanno.

2) Da uno sguardo al curriculum dell’iraniano fatto saltare in aria, sembra proprio che non fosse un fisico nucleare. Comunque, questo fatto potrebbe essere anche marginale o perlomeno non decisivo: quasi nessuno dei fisici che costruirono la prima bomba atomica era un fisico nucleare. E se costruire la bomba fu possibile ai pioneri, pur senza una specializzazione in fisica nucleare (che era stata appena introdotta) a maggior ragione lo è per i fisici di oggi: hanno sulle spalle 60 anni di ricerca, pubblicazioni riservate, ecc. sulle armi nucleari.  Lo stesso Jafar Dhia Jafar di formazione  non era un fisico nucleare, era un fisico delle particelle, eppure guidò alla grande il programma clandestino di Saddam…

3) Secondo  la ricostruzione che ci è stata fatta da  alcune fonti ben informate della situazione iraniana, Mohammadi non era affatto un simpatizzante del regime iraniano, ma anzi "era vicino a Moussavi" . Difficile che un fisico maturo e non simpatizzante del regime possa essere stato arruolato per un progetto delicato come quello nucleare: non era un ragazzo geniale e ambizioso, pronto a sfruttare l’occasione, era uno well-established.

E’ infine interessante il confronto tra la morte del fisico iraniano Ardeshir Hosseinpour e quella di Massoud Ali-Mohammadi.

Su Ardeshir Hosseinpour, morto in circostanze misteriose nel gennaio del 2007, abbiamo investigato a lungo, contattando anche persone che lo conoscevano molto bene.

Trovate qui la nostra inchiesta su Hosseinpour:

http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/hosseinpour.html

Confrontiamo le due storie:

Hosseinpour era giovane. Eccezionalmente dotato. Ali- Mohammadi era un fisico maturo. Anche Hosseinpour, come Mohammadi, non era un fisico nucleare: era un esperto di fisica dei materiali e di metallurgia. Sia Mohammadi che il giovane Hosseinpour avevano vinto il Khwarizmi International Award, un premio molto prestigioso dell’ Iranian Research Organization for Science and Technology.

La lista delle pubblicazioni di Mohammadi è estesa, mentre quella di Hosseinpour è quasi inesistente: una cosa veramente strana per uno eccezionalmente dotato come lui: che combinava, se non pubblicava? Perché accademicamente era un fantasma? Faceva altro? Cose che non potevano essere pubblicate, perché riservate o top secret? Il dubbio su Hosseinpour sembra legittimo.

Ali-Mohammadi era considerato vicino all’opposizione al regime iraniano. Sembra che Hosseinpour fosse un simpatizzante di Khatami. Un giovane eccezionalmente brillante che l’ambizione o chissà che altro hanno portato a lavorare a programmi militari, ma che è stato eliminato dal regime quando ha voluto smettere di collaborare?

"Hai visto?!"  Da qualche giorno il nostro telefonino squilla, squilla…. e la musica è sempre quella:  "Hai visto la nave dei veleni ritrovata in Calabria?". E ancora: " Allora?! Sei convinta adesso?!"

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/cimitero-navi/cimitero-navi.html

Confessiamo: siamo ancora scettici.

Che la ‘ndrangheta possa gestire i traffici più immondi è una certezza. Che tra i rifiuti trafficati possano essercene anche di radioattivi, è un’altra certezza. Ma attenzione: le parole, qui, sono cruciali. Che cosa si intende con "rifiuti radioattivi"? Rifiuti medicali, tipo quelli che si producono quando facciamo una scintigrafia alla tiroide o ai reni? Oppure barre di combustibile esaurito dei reattori nucleari?  La distinzione è FONDAMENTALE.

Se  per rifiuti radioattivi, inabissati nei mari dalle mafie italiane, intendiamo i rifiuti medicali, allora la storia è credibile al 100%. La crisi della monnezza di Napoli ha dimostrato come mafie tipo la camorra gestiscono questo tipo di spazzatura senza scrupoli, perché i rifiuti radioattivi da attività mediche sono in mano alle Asl e tutti sappiamo come funzionano le Asl…

Qualche mese fa abbiamo fatto un giro nella medicina nucleare di un grande ospedale italiano. Abbiamo vagato per stanze delicatissime completamente indisturbati. Abbiamo avvicinato i contenitori dove vengono gettati i campioni irradiati per gli esami. Nessuno ci ha detto pio. E siamo sicuri al 100%: se avessimo indossato una tuta del colore giusto e avessimo portato via quei contenitori, nessuno si sarebbe accorto di niente.

Non parliamo poi  delle vecchie macchine per la radioterapia. Quante giacciono completamente abbandonate nei sotterranei di ospedali e cliniche private dismesse? Sono macchine che contengono sorgenti radioattive ideali per costruire una bomba sporca…

Per farla breve: che i rifiuti radioattivi medicali siano gestiti in modo allucinante è un dato di fatto. E’ perfettamente credibile che possano finire in mano alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta, che li smaltiscono in modo criminale: negli abissi marini o  per le campagne di Gomorra, dove pascolano le bufale e dove, si noti bene, vivono gli stessi boss, che sono così scervellati da avvelenare la loro stessa terra, quella dove crescono i loro figli.

Ma il discorso è completamente diverso per i rifiuti nucleari veri e propri, tipo le barre di combustibile dei reattori per la produzione di energia.

E’ materiale nucleare MOLTO diverso dai rifiuti radioattivi medicali. E’ sorvegliato per ragioni strategiche (di security, intendiamo, non di safety), alla rendicontazione di questo materiale contribuiscono organizzazioni internazionali come l’IAEA, indubbiamente serie.

Che le navi affondate dalla ‘ndrangheta nel Mediterraneo potessero trasportare questo genere di rifiuti nucleari ci pare veramente poco credibile.

Va detta, però, una cosa: chi fa il nostro mestiere deve avere lo scetticismo nel DNA: il giorno che una procura ci dimostrerà con prove serie che i rifiuti inabissati con le "navi a perdere" erano davvero "nucleari " e non radiologici medicali, si apriranno scenari da far tremare i polsi…

 

Oggi il New York Times pubblica un editoriale in cui si caldeggia l’opportunità di non permettere al pakistano A.Q.Khan di girare libero per il mondo:

http://www.nytimes.com/2009/09/07/opinion/07mon2.html?th&emc=th

Abbiamo braccato la Sfinge per 4 anni, finalmente nel giugno scorso siamo riusciti a intervistarlo per L’ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11

Pochi giorni fa, la moglie ci ha raccontato che A.Q. è tutt’altro che libero: molti vincoli sono caduti, certo. Ma il marito – dice lei – non può fare quello che vuole, incontrare giornalisti, ecc.

Un dettaglio da notare: il New York Times, racconta che, per quello che se ne sa, neppure la CIA è stata in grado di interrogare di persona A. Q.Khan ("But as far as is known, the Central Intelligence Agency and international nuclear inspectors were never allowed to interrogate him directly").

Se lo dice il NY Times, c’è da crederci. Ma l’ex boss della CIA, George Tenet, ha raccontato una storia diversa: "Eravamo dentro casa sua, dentro i suoi laboratori, dentro il suo salotto", ha detto il capo degli spioni, vantando un livello di accesso totale a Khan.

Sulla Sfinge sarà mai fatta luce?

A settembre arriverà in Italia qualcuno che sa molte cose. Ma sapere è un conto, parlare è un altro…

La Sfinge is back, dunque. Con tutti i suoi misteri.

 

Il mondo è radicalmente cambiato da quando il Colonnello era la bestia nera degli americani. E’ cambiato completamente. E non solo perché, nel frattempo, la war on terror ha rimescolato le carte.

Dietro la decisione americana di sdoganare Gheddafi e farlo uscire dall’isolamento del leader paria, ci sono tanti fattori. Ce n’è anche uno poco citato: nel 2003, Gheddafi ha mollato un osso decisivo: il suo programma nucleare clandestino.

Per metterlo in piedi, il Colonnello si era abbeverato alla stessa sorgente dell’Iran e della Corea del Nord: la rete di A. Q.Khan, il più controverso ingegnere nucleare della storia, che ha trasformato un paese del terzo mondo, come il Pakistan, in una potenza nucleare e poi ha venduto clandestinamente la tecnologia della bomba a chiunque fosse disposto a pagarla abbastanza.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11

La notte del 4 ottobre 2003, però, Gheddafi fu beccato con le mani nel sacco: una nave (BBC China) fu bloccata in extremis nel porto italiano di Taranto. Trasportava pezzi di centrifughe di arricchimento dell’uranio, clandestinamente vendute dalla rete di Khan alla Libia.

In qualche modo, l’intelligence angloamericana riuscì a dirottare la nave su un porto di un paese amico: l’Italia. La BBC China fu bloccata, il materiale venne sequestrato e partì un’indagine su 5 continenti, che portò a scoprire (in parte…) le trame della rete di Khan e a mettere, tra gli altri,  Gheddafi con le spalle al muro.

Nelle faccende nucleari, l’Italia ha sempre avuto un ruolo marginale, ma non in questo caso. In questo caso, il nostro Sismi, allora diretto dal Generale Pollari, giocò una partita affatto marginale.
 

1) Che cosa successe esattamente la notte del 4 ottobre 2003 nel porto di Taranto?

2) L’indagine della polizia malese sul traffico di centrifughe destinate alla Libia conclude che: "le macchine per i laboratori furono fornite dalla Spagna e dall’Italia". E’ vero? Se sì, chi sono le aziende coinvolte e cosa hanno venduto?

3) Qual è stato il ruolo del suo Sismi nella storia dei "doppiogiochisti" Urs e Marco Tinner, sotto indagine in Svizzera per i fatti della BBC China? ( vendevano clandestinamente tecnologia alla rete di Khan e contemporaneamente erano stati arruolati dalla Cia)

4) Perché i documenti ottenuti dall’Italia, tramite rogatoria internazionale del magistrato svizzero che indaga sui Tinner, sono stati distrutti su ordine della CIA, insieme con altri documenti in mano alla Svizzera sul caso in questione?

5) Perché nel 2005, una delegazione di investigatori dell’Iaea di Vienna, con a capo Kenji Murakami, direttore del settore Europa del Dipartimento Safeguards dell’Iaea, è venuto in Italia per un’indagine sul centro nucleare della Casaccia, nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di A.Q. Khan? Cosa c’era di tanto importante da scomodare il capo della sezione Europa degli ispettori Iaea?

 

Qualcuno, prima o poi, dovrà raccontare certi nostri traffici con la Libia, che tanto aiuta Berlusconi in quella missione umanitaria che è il "respingere" gli immigrati clandestini:

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/dl-sicurezza-4/merlo-immigrati-respinti/merlo-immigrati-respinti.html

Una rogatoria, forse, avrebbe potuto chiarire alcuni di quei traffici. Ma Mr. X sostiene che gli atti in questione sono stati distrutti…che potevano raccontare? qualche operazione interessante del Sismi di Pollari?.

E ora che torniamo al nucleare, certi traffici ricominceranno? Ricomincerà il balletto con la Libia, che brama tecnologia che paesi come gli USA o la Francia non vogliono vendere, ma che l’Italia forse venderà? Ricominceremo come abbiamo fatto con l’Iraq di Saddam?

 

Nel mondo che osserva da vicino Dr.Strangelove, quello dei misteri nucleari, spesso, affiorano qua e là dettagli difficili da collegare, frammenti di un mondo di insider. Ecco gli ultimi:

frammento A: mercoledì la Reuters pubblica una storia molto interessante su delle particelle di uranio arricchito trovate in Egitto: che tipo di uranio arricchito esattamente? il weapons grade che serve per la bomba? la Reuters non lo sa, o perlomeno nell’articolo dice di non saperlo:

http://www.reuters.com/article/worldNews/idUSTRE54543S20090506

frammento B: l’autore dell’articolo è il giornalista Reuters, Mark Heinrich, non uno a caso: ha fonti eccellenti nell’IAEA, al vertice, si dice, del Dipartimento cruciale dell’Agenzia: quello delle Safeguards, che conduce tutte le ispezioni, quello che, dall’Iran alla Corea del Nord, tratta le questioni più delicate: dipartimento blindato a suon di clearance.

frammento C:  Mark Heinrich è proprio il giornalista che ha riportato la notizia delle particelle di uranio e della grafite, trovate in Siria dagli ispettori IAEA nel sito misteriosamente bombardato da Israele nel settembre 2007:

http://www.reuters.com/article/worldNews/idUSTRE51I5D720090219

Vi abbiamo raccontato delle frizioni all’interno dell’IAEA sulla Siria:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/20482538/Siria%3A+Israele+ha+sbagliato%3F

gente molto competente non crede alle conclusioni dell’Agenzia su quel sito ( rapporti IAEA: GOV/2008/60 del 19 novembre 2008 e GOV/2009/8 del 19 febbraio 2009), conclusioni che NON sarebbero INCOMPATIBILI con la versione della CIA, secondo cui, il sito bombardato da Israele era stato costruito per ospitare un reattore destinato a produrre clandestinamente plutonio per le armi nucleari.

Mr. X ha raccontato a Dr. Strangelove che, all’interno dell’IAEA, ci sarebbe una frattura al riguardo e che la notizia delle particelle di uranio trovate in Siria NON "è filtrata a caso", mentre, la grafite, dice Mr. X, non è stata proprio trovata, contrariamente a quello che ha riportato il giornalista della Reuters. Mr. X è una fonte MOLTO informata. 

frammento D: Strangelove ha appreso che, in sede di discussione sulla Siria, all’IAEA gli egiziani si sono imbestialiti: perché? che motivo c’era?

Mettendo in fila la questione della Siria, la storia degli egiziani incazzati, il ritrovamente dell’uranio in Egitto, il giornalista Reuters che è sempre lui, il cerchio si chiude? Misteri nucleari.

 

Sostiene Mr. X che in Siria, nel sito misteriosamente bombardato da Israele nel settembre 2007, NON è stata trovata grafite, come all’inizio era filtrato (la grafite si poteva giustificare con la presenza di un programma nucleare, ma era anche compatibile con uno missilistico).

Sostiene che la notizia della grafite è infondata e anche quella delle particelle di uranio arricchito, rilevate dagli ispettori IAEA, non è filtrata a caso…

All’interno dell’IAEA, sostiene, si litiga sulla Siria: gente molto competente si è incazzata, perché non condivide le conclusioni dei due rapporti finora prodotti dall’Agenzia sul misterioso sito ( GOV/2008/60 del 19 novembre 2008 e GOV/2009/8 del 19 febbraio 2009).

Sostiene Mr. X che, con questa storia, la Siria è stata messa in condizione di trattare. E, cosa strana, dal  2001 al 2007 il sito è rimasto invariato. Come si spiega? Perché i siriani l’hanno tenuto "congelato" per 6 anni, se puntavano a costruire clandestinamente la bomba? Perché hanno perso 6 luuuuuuunghi anni?

"Il sito", insiste Mr. X, "non ospitava un reattore nucleare". "Ma allora perché gli israeliani lo hanno bombardato?", insistiamo noi.  "Non potrebbero aver sbagliato?", replica lui, "non sono infallibili. E l’infallibilità non è di questo mondo".

 

Sostiene Mr. X che i documenti dei Tinner

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/19567722/esclusivo%3A+il+mistero+dei+Tinn

non sarebbero stati completamente distrutti. Sostiene che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) avrebbe ricevuto un nuovo invito a visionarne alcuni…

 

Ci sono traffici che cambiano la storia, permettono a stati di acquisire strumenti che cambiano le regole del gioco.

Traffici oscuri, di cui nessuno sa niente, nessuno ha la più pallida idea di come possano funzionare: chi c’è dietro? Davvero sono possibili i cani sciolti? Chi è la manovalanza? E il cervello? Che agenda hanno i trafficanti? Come si muovono? Chi comprano e chi corrompono?

Come s’indaga un traffico completamente sotterraneo, di cui si sa poco più di zero? 99 volte su 100, quello che emerge da certi mondi è veramente frammentario, impreciso, difficile da decifrare per gli outsider.

Una strada possibile, per capire, è bluffare. Bluffare, intrufolarsi e vedere che succede: qualcuno abbocca?  Già…ma come ci si muove in un mondo di cui si sa tanto poco?

Dr. X è uno che qualcosa sa: poca roba, frammentaria, ma sempre meglio di niente. Proviamo a parlare con lui della nostra idea.

"E come vorrebbe bluffare?", chiede pensieroso, con quello sguardo che ti passa ai raggi X. Buttiamo giù un’ideuzza, un abbozzo. E cerchiamo di indovinare la sua reazione, osservandolo. "Non metta un piede nel loro mondo", è tutto quello che ci sentiamo rispondere. E’ tutto: altro non riusciamo a decifrare…