Archivi per il mese di: ottobre, 2010

Non vi perdete questo pezzo di Attilio Bolzoni sui servizi segreti italiani e le stragi di mafia:

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/28/news/stato_tradito-8503391/?ref=HREC1-10

Li hanno riformati 1000 volte, hanno cambiato nomi, vertici, regole, eppure, da Santovito a Pollari e Pompa, dal Sifar al Sismi, non c'è scandalo, cricca o strage dove non spuntino fuori loro…


Sì, ci sono novità interessanti sull'Iran, ma prima vogliamo raccontarvi altro.

Ieri Repubblica ha pubblicato un profilo di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ripreso dal New York Times:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/25/braccato-perche-cerco-la-verita-assange-la.html

Il ritratto che ne esce è quello di un uomo cupo e angosciato dalla spada di Damocle che pende sulla sua testa: Assange è consapevole di giocare col fuoco e sa che il cerchio si sta stringendo intorno a lui e ai giornalisti che collaborano con Wikileaks.
 

Alla fine di settembre lo abbiamo incontrato per L'ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-nostro-incontro-col-fondatore-di-Wikileaks/2136403

Non c'è dubbio: incontrare Assange è come entrare in un film di Jason Bourne… 

Comunque, quello che  ci siamo trovati davanti era tutto meno un uomo cupo e preoccupato. Gli piace vivere nascosto. E allora? Piace tanto anche a noi… 

Andiamo oltre questa mistica del bel tenebroso. Julian Assange ha una sua visione del futuro e del modo di sfuggire alla sorveglianza globale.

Si sente in una lotta senza quartiere con il Grande Fratello, ma è chiaro che quello della sorveglianza globale, è un terreno su cui sa muoversi. Ci sguazza.

All'appuntamento si è presentato con una tracolla che stringeva a sé come chi passeggia per la città con la paura di essere scippato: in quella borsa c'era un laptop e una minuscola valigetta con le chiavi crittografiche. Oltre a quello, aveva solo una busta di plastica trasparente, che conteneva una t-shirt bianca e 4 flaconcini di sapone.
 

"Ecco tutto il mio bagaglio", ci dice appena arrivato. La busta di plastica è l'unica cosa che gli hanno consegnato una volta sceso dall'aereo, perché la sua valigia si è perduta. Possibile che la valigia si sia persa in un volo diretto? Strano…S'incupisce nel pensare che, forse, il bagaglio non si è perso per caso, è stato preso. Qualcuno vuole metterci qualcosa per incastrarlo?

Diventa pensieroso, ma appena parla di crittografia e diavolerie informatiche per sfuggire al Grande Fratello si rilassa. Dovreste vedergli gli occhi in quel momento: colpiscono.  

Julian Assange non ha paura del Grande Fratello, ha paura dei suoi sporchi trucchetti.

Per chi ci ha lasciato messaggi sul blog,

Siamo contattabili qui: info@stefaniamaurizi.it

 

Mentre in Italia nessun grande giornale ( a parte il cartaceo di Repubblica) ha ripreso l’inchiesta che abbiamo condotto con il collega Gianluca Di Feo grazie a una collaborazione L’ESPRESSO-WIKILEAKS, oggi la notizia del nostro lavoro è rimbalzata in Russia:

http://rt.com/Top_News/2010-10-18/italy-afghanistan-secret-operations.html

Qualche giorno fa, WIKILEAKS aveva fatto rimbalzare il nostro lavoro su Twitter con il Tweet:

"L’ESPRESSO teams up with WIKILEAKS for a 6 pages Afghanistan special"

Il nuovo di terremoto di Wikileaks si avvicina e il Pentagono comincia la controffensiva. Che vi avevamo detto? A chi sarebbe toccata? Alla carovana di giornalisti che stima il lavoro di Wikileaks, naturalmente.

Il Pentagono ha avvertito i giornalisti che stanno dietro a Julian Assange e alla sua banda di non pubblicare i documenti segreti rilasciati alle news organisations da Wikileaks.

Leggete qui: http://www.reuters.com/article/idUSN1811423120101019

Per ora è un invito. Poi si vedrà.

Si stanno studiando varie possibilità di colpire legalmente questa fughe di notizie….

Personalmente, ribadiamo la nostra totale convinzione della necessità di un sito di whistleblowing, come Wikileaks, per la democrazia

Al volo, perché abbiamo una fretta indiavolata.

1) la Svezia ha rigettato la richiesta di cittadinanza di Julian Assange. Al quotidiano svedese Aftonbladet, il funzionario incaricato della pratica  ha dichiarato che i motivi alla base del rigetto sono confidenziali, quindi non verranno divulgati.

Che sta succedendo?

La Svezia ha subito pressioni dagli Stati Uniti affinché non si presti ad essere un "safe heaven" per Julian e per la sua creatura Wikileaks? Oppure, dopo il caso internazionale dei magistrati svedesi – che prima confermano pubblicamente l'esistenza di un'inchiesta su Assange per stupro, poi neppure 24 ore dopo smentiscono le loro stesse affermazioni- i funzionari svedesi non vogliono più esporsi a critiche mondiali. Boh…la Svezia è un paese veramente garantista,  ma è anche una nazione in ottimi rapporti con la NATO, pur non essendo parte dell'Alleanza Atlantica… riteniamo possibile che la Svezia abbia subito pressioni americane al fine di isolare Julian Assange. Non dimentichiamo un altro dato fondamentale: in Svezia si trovano i server cruciali di Wikileaks…negare la cittadinanza a Julian è il primo passo, poi toccherà ai server…

2) Il Pentagono ha cominciato la campagna di pressione sui media affinché non facciano da cassa di risonanza al nuovo colpaccio di WIkileaks, che si appresta a pubblicare una valanga di documenti segreti sulla guerra in Iraq.

Leggetevi l'articolo della Reuters sulla campagna del Pentagono:

http://www.reuters.com/article/idUSTRE69G19520101018

E' solo l'inizio della campagna contro la carovana di giornalisti che collaborano con Wikileaks. Prima gli inviti, poi si passerà ad altro. 

3) Steven Aftergood, vero e proprio guru mondiale esperto nelle tematiche della segretezza nel governo americano, ha cominciato la sua marcia di avvicinamento a Wikileaks.

Aftergood è un critico della prima ora di Wikileaks, eppure in un articolo appena uscito su Foreign Policy scrive che il problema non è Wikileaks, ma l'eccessiva segretezza che funesta il governo americano. Finalmente! L'ha capito at long last!

Questo è un post veloce, perché abbiamo pochissimo tempo.

Che volete sapere? Com’è Julian Assange?

1) Il sovversivo.

E’ carismatico e problematico, Julian Assange, come tutte le persone particolarmente dotate.

Dopo il rilascio dei 76mila documenti sull’Afghanistan, lui si era inabissato. E forse non a torto. "Qualcuno deve piantare una pallottola in testa ad Assange alla prossima apparizione pubblica", avevano scritto i blog della destra Usa subito dopo il rilascio dei file afghani, "Assange dovrebbe essere ammazzato per mandare un messaggio efficace a chi la prossima volta si azzarda a far uscire documenti di questo tipo".

Francamente possiamo capire in pieno la sua paranoia…Qualcuno lo sta braccando, vuole incastrarlo, distruggerlo. Lui si rilassa quando parla di crittografia e diavolerie informatiche per sfuggire al controllo globale: è il mondo in cui sguazza, il terreno su cui può combattere. Ne parla con coinvolgimento, sugli occhi azzurri affiora una luce. E’ un visionario, Julian Assange.

2) il nuovo terremoto

Sarà enorme il terremoto che seguirà al rilascio dei nuovi documenti di WIKILEAKS. Stavolta il Pentagono, pur di attutire l’impatto del nuovo colpaccio di Wikileaks, ha rilasciato una montagna di files sull’Iraq. Abbiamo dato uno sguardo al materiale rilasciato dal Pentagono. Mah…

3) Come finirà?

Chiaro: il Pentagono vuole la distruzione di Wikileaks, ma non solo il Pentagono: Julian Assange e i suoi pirati hanno messo in piedi l’unica macchina globale capace di far filtrare automaticamente documenti segreti capaci di sputtanare eserciti, multinazionali, religioni, sette e associazioni segrete, come la massoneria.

Come avverrà la distruzione? Delegittimando Wikileaks, magari creando documenti fabbricati ad hoc per minarne la credibilità, distruggendo il creatore, Julian Assange. E, soprattutto, colpendo le fonti che si azzardano a passare documenti segreti, in modo da rendere il whistleblowing "a very risky business": questo è un passo fondamentale. Poi sarà la volta della banda di giornalisti che va dietro a Wikileaks, accettando di pubblicare documenti segreti.  Prima o poi, in un modo o nell’altro, toccherà anche a loro.

Vi avevamo promesso cose esplosive 😉

Ecco. direttamente dai file segreti consegnati a L’ESRESSO da WIKILEAKS:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/afghanistan-ecco-la-verita/2136377

Intanto leggetevi questo, poi domani vi daremo qualcosa di esplosivo…

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/liste-pdl-se-nerano-andati/2136421

Bye for now

 

 

Sì, la guerra è partita da tempo.

Contro l’uomo che incarna Wikileaks, Julian Assange, ma non solo contro di lui.

Visionario, carismatico, Assange è il classico genialoide a cui può essere problematico relazionarsi. Ma è lui l’anima di Wikileaks.

Distruggerlo, intaccare la sua immagine. Ma non basta. Wikileaks è considerata un’istigazione a delinquere dal Pentagono e non solo: l’esistenza di un meccanismo per far filtrare in modo anonimo documenti segreti che possono creare enorme imbarazzo a governi, multinazionali, banche, è una minaccia.

Poi ci sono i giornalisti della carovana vicina a Wikileaks: gente che assicura l’enorme impatto ai colpi della banda di Assange.

Julian ha capito immediatamente che l’alleanza con il Quarto potere era fondamentale: per fare da cassa di risonanza ai documenti segreti rivelati e per proteggere i pirati di Wikileaks, mettendoli sotto i riflettori.

E’ anche questo legame fortissimo che deve essere minato se si vuole neutralizzare Wikileaks.