Sì, lo sappiamo: abbiamo promesso una Q&A sui nostri rapporti con WIKILEAKS. La leggerete al più presto.
Prima, però, vogliamo precisare una cosa, viste le novità su Bradley Manning, la PRESUNTA fonte che avrebbe passato a Wikileaks i files su Afghanistan, Iraq e i 250mila cablo della diplomazia americana.
Bradley Manning è imprigionato in condizioni inumane: è chiaro che gli Stati Uniti vogliono farne un caso esemplare per far passare la voglia a chiunque di passare documenti segreti.
L'ultima accusa per Manning è di aver messo in pericolo vite americane, aver aiutato il nemico per aver passato (se è vero che l'ha fatto) files a Wikileaks come quelli sull'Afghanistan. C'è una sola prova che gli spietati mullah Talibani abbiano tratto vantaggio dai leak di Wikileaks? Non solo non c'è, ma il segretario alla Difesa, Robert Gates in persona ha testimoniato davanti al Congresso che i documenti rilasciati da Wikileaks sull'Afghanistan non hanno messo a rischio alcuna fonte d'intelligence americana semplicemente perché quel tipo di informazione non è presente nei file pubblicati da Wikileaks, che vengono da SIPRnet: la rete del Pentagono che immagazzina documenti fino al livello secret, ma non a quello successivo "top secret".
Bradley Manning sarà ammazzato? Bene che va, finirà all'ergastolo. Ma nel frattempo lo stanno facendo a pezzi: lo vogliono far crollare.
Nessuno accusa Bradley Manning di essere una spia, neppure il governo americano che lo tiene in galera. Nessuno lo accusa di essere uno sporco venditore di segreti che si è arricchito o si è dato alla bella vita come tanti traditori e spie.
Da tutte le informazioni che, ad oggi, sono trapelate, dagli atti di incriminazione del governo Usa e dalla chat con Adrian Lamo, che lo ha incastrato, viene fuori che Bradley Manning è un soldato che ha agito secondo coscienza.
Se anche fossero vere le accuse contro di lui ( e questo deve essere dimostrato), dalla chat con Lamo viene fuori che Manning ha agito per un motivo nobilissimo: denunciare crimini e cercare di far scattare quell'indignazione civile che innesca riforme.
Se questo quadro non cambierà, se nel frattempo non si scopriranno chissà quali retroscena segreti su Manning, allora sarà chiaro che quel soldato di 23 anni ha agito esattamente come whistleblower tipo Mordechai Vanunu e Andrei Sakharov, quando denunciarono rispettivamente il programma nucleare di Israele e la pericolosità dei test nucleari.
Come tanti giornalisti internazionali che hanno ottenuto documenti segreti da Wikileaks, pensiamo che, se Manning è colpevole e deve essere arrestato, allora anche noi dobbiamo essere arrestati.
Abbiamo ricevuto personalmente da WIKILEAKS per L'ESPRESSO 15mila documenti segreti sull'Afghanistan e 4mila cablo.
Con il collega Gianluca Di Feo, su quei file abbiamo fatto un lavoro giornalistico. Li abbiamo pubblicati su L'ESPRESSO e li pubblicheremo ancora con tutta la scrupolosità e la coscienza che quei documenti richiedono per non esporre nessuno a rischi.
Non siamo idioti o criminali: sappiamo quanto quei documenti possano essere delicati. E amiamo i nostri paesi e le nostre democrazie. Non le tradiremmo mai. Meno che mai a vantaggio di assassini fanatici e medioevali come i Talibani. Ma proprio perché amiamo le nostre democrazie, non vogliamo vederle sprofondare nel fascismo e nel militarismo virulento che ha fatto milioni di morti nel secolo scorso.