Archivi per il mese di: luglio, 2008

Nelle prossime settimane, Strangelove sarà a Hiroshima e Nagasaki su invito degli hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici delle due città giapponesi.

Hiroshima e Nagasaki furono bombardate rispettivamente il 6 e 9 agosto 1945 e da allora gli hibakusha lottano per sopravvivere, per avere un minimo di giustizia e per tramandare al mondo l’orrore delle armi nucleari.

Strangelove vi dà appuntamento al rientro per raccontarvi. Saremo qui il 20 agosto.

Nel frattempo, vi lascia con una foto del Premio Giornalistico "Colomba D’Oro" dell’Archivio Disarmo, che quest’anno è andato a: Rosaria Capacchione, coraggiosa giornalista del Mattino di Napoli, costretta ormai a vivere sotto scorta per le minacce della camorra; a Dr. Strangelove;  a Cecilia Rinaldini del Gr1. In prima fila (con la cravatta rosa) il grande maestro Daniel Barenboim, che ha vinto il Premio internazionale dell’Archivio Disarmo.

colomba

"Durante la sua visita in Medio Oriente, Obama ha rilasciato le solite dichiarazioni di rito a supporto della politica di Israele, ma quello di cui Israele ha bisogno non è ancora più amore dall’America, quanto piuttosto un amore più esigente", scriveva qualche giorno fa Nicholas Kristof sul New York Times, "Soprattutto oggi, in un periodo in cui Israele sembra contemplare l’idea di attaccare i siti nucleari iraniani, gli Stati Uniti sarebbero un amico decisamente migliore per gli israeliani se dicessero loro: "E’ una follia" e se, allo stesso tempo, insistessero su un congelamento totale degli insediamenti nella West Bank".

 

Un editoriale da leggere:

 

http://www.nytimes.com/2008/07/24/opinion/24kristof.html?_r=1&th&emc=th&oref=slogin

Ieri l’Iran ha battuto un record: 29 esecuzioni in un giorno eseguite nella truce prigione di Evin a Teheran:

http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/esteri/iran-lapidazione/ventinove/ventinove.html

Al solito,  gli impiccati erano criminali comuni, la mafia del petrolio, che fa affari con quel "Grande Satana" che sono le multinazionali petrolifere occidentali, invece, depreda indisturbata il paese. Grandi inchieste internazionali hanno cercato di smascherarla,  passando al setaccio  contratti di consulenza spudoratamente falsi, che coprivano tangenti pazzesche, che s’inabissavano in conti, società e banche di 5 continenti. 

Il petrolio è una vera e propria maledizione per l’Iran, come per tanti altri paesi: senza il petrolio il regime degli ayatollah sarebbe collassato in una stagione, Evin, il boia e tante altre disgrazie sarebbero state risparmiate al popolo iraniano, che non gode certo di quella pazzesca fortuna che è il maledetto oro nero.

Non sta nettamente meglio la Turchia, che il petrolio è costretta a importarlo, che un paese come l’Iran, che ci affoga?

Dopo il bombardiere che ha caricato per errore 6 testate nucleari e ha attraversato gli USA senza che nessuno si ponesse il problema di dove fossero finite 6 atomiche; dopo la spedizione per errore delle componenti di missili intercontinentali Minuteman, un altro grave incidente all’arsenale nucleare americano: dei militari, che avevano in consegna delle componenti necessarie per custodire i codici di lancio dei missili nucleari, hanno visto bene di schiacciare un pisolino durante la missione…

E’ il terzo incidente grave  in 1 anno…poi chissà quanti altri ne sono successi di cui non sapremo mai nulla perché coperti da segreto.

Al solito, la stampa ha liquidato l’incidente con le solite 3 righe, della serie: tutto a posto, niente di grave….

Finalmente  anche loro si sono mossi:

http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_24/mondo_senza_armi_nucleari_ba381db8-594a-11dd-94cb-00144f02aabc.shtml

Anche D’Alema e Fini si sono accorti che un mondo senza atomica non solo è possibile, ma è l’unica speranza, se la nostra specie vuole sopravvivere.

Volete davvero un mondo senza atomica, D’Alema e Fini? Benissimo. E allora cominciate da quelle americane in casa nostra. Cominciate a chiedere il ritiro delle armi nucleari americane nelle basi di Aviano e Ghedi. In Grecia e in Inghilterra sono state ritirate. E non è cascato il mondo. Non è collassata la NATO. Bin Laden non ha ancora marciato trionfante su Londra. E allora se Grecia e Inghilterra si sono liberate delle armi nucleari americane, perché noi dobbiamo tenercele?  NUKES GO HOME!

Se i nostri politici vogliono essere credibili, devono fare qualosa. Scrivere una lettera a un giornale è già qualcosa. Meglio una posizione ufficiale, nero su bianco, che il silenzio. Ma se alle parole non seguono i fatti, siamo fermi alle chiacchiere. 

Chiedere il ritiro delle armi nucleari americane da Aviano e da Ghedi è la prima cosa che i nostri politici possono fare per un mondo senza atomica. Ed è una realtà su cui, come politici italiani, possono incidere effettivamente (sul resto lasciamo perdere: per l’Iran nessuno ci ha filato di pezzo…e poteva essere altrimenti? Siamo un paese che ha problemi a smaltire i rifiuti urbani…)

Aspettiamo dunque i fatti da D’Alema e dai politici italiani.

 Se non lo avete ancora fatto, leggete assolutamente:

http://milano.repubblica.it/dettaglio/articolo/1492215

E’ roba lunga, ma merita…

Nel pezzo di ieri di Giuseppe D’Avanzo su Repubblica veniva nominata Lucia Annunziata. Oggi, Repubblica pubblica un’intervista in cui la Annunziata smentisce  di essere "quella che ha presentato Massimo D’Alema a Tronchetti Provera". E dice:

"Guardate che nel 2005 ho dichiarato 225mila euro di imponibile. In quell’anno ho lavorato per Sky Tg24 e la Stampa e ho fornito due consulenze sull’Africa. Una l’ho fatta per Intesa (sul Malawi), pagata 49 mila euro, l’altra per Telecom (sull’Egitto), pagata 100mila euro. E per via di questa consulenza con Telecom io dovrei sentirmi una ‘venduta’, anzi una dalemiana corrotta?"

Leggendo, Strangelove ha pensato alla soluzione adottata dalle grandi università anglosassoni, assediate sempre di più da una ricerca business-driven e dai sospetti che i ricercatori possano essere consulenti di multinazionali che pagano studi e ricerche scientifiche per farle andare in una direzione piuttosto che in un’altra. Lo strumento delle consulenze è uno strumento classico: dalle università alle multinazionali del petrolio.

Le grandi università  richiedono ai ricercatori che pubblicano un certo lavoro di dichiarare ogni eventuale conflitto di interesse (sono azionisti dell’azienda che finanzia la ricerca? Hanno preso soldi come consultants?) , in modo che il lettore possa avere un minimo di informazioni per decidere con chi ha a che fare. Può fidarsi di chi scrive? O chi scrive è sul libro paga della multinazionale che consiglia questa terapia o quella? Non sarà la soluzione decisiva, lo ammettiamo. Le vie di fuga da queste regole minime di trasparenza sono infinite. Ma sicuramente è meglio di niente…

Oggi il quodiano pakistano "Dawn" riporta la notizia che l’alta corte di Islamabad ha intimato il silenzio a A. Q. Khan, che non potrà più rilasciare interviste a NESSUNO sul tema della proliferazione nucleare (ma volendo potrete sempre chiedergliene una che abbia come tema l’uncinetto, il cricket e il segreto di un curry da leccarsi i baffi…) .

L’articolo di Dawn è qui:

http://www.dawn.com/2008/07/22/top3.htm

Strangelove ha braccato per 4 anni A.Q.Khan e alla fine ce l’ha fatta a intervistarlo per L’ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11/0

In occasione della nostra intervista, la signora Henny, moglie di Khan, era mooolto preoccupata. E vista la nuova stretta sulle libertà del marito, non c’è da meravigliarsi.

Khan sa tutto, troppo. E non deve parlare. Se lo facesse, troncherebbe le gambe a chissà quanti politici pakistani, ma non solo. Chissà a quanti servizi di intelligence, diplomatici, uomini d’affari insospettabili.

Khan li tiene tutti in mano. E purtroppo, si porterà i suoi segreti nella tomba. O chissà, magari la figlia…sapere è potere e i Khan sanno molto.

Due notizie. Una bella: l’arresto del boia di Srebrenica: Karadzic. E una brutta: i continui rinvi dell’Iran nella trattativa sulla crisi nucleare.

Su Karadzic è stato scritto così tanto, che l’unica cosa originale che possiamo proporvi è questa:

http://www.stefaniamaurizi.it/Interviste/william_haglund.html

Sull’Iran, invece, stavolta c’era molta attesa per l’incontro di sabato tra il mediatore iraniano e il rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, anche perché l’incontro si svolgeva alla presenza di un diplomatico americano, cosa non da poco considerato che Iran e Stati Uniti non hano rapporti diplomatici del 1979, anno della terribile crisi degli ostaggi all’ambasciata americana di Teheran. Nei giorni precedenti l’incontro erano perfino circolata la notizia della possibile apertura di una "semi-ambasciata" americana a Teheran…

L’Iran però non ha dato una risposta sulla proposta europea, proposta che stavolta Teheran farebbe bene a non rifiutare. Per la prima volta, infatti, non si chiede all’Iran di fermare definitivamente il programma di arricchimento dell’uranio, si chiede semplicemente di "congelarlo" allo stato attuale, lasciando operare le 3000 centrifughe che ha attualmente Teheran, senza aggiungerne altre, in attesa di un’ampia trattativa. In cambio del congelamento, la comunità internazionale congelerebbe  le sue sanzioni contro l’Iran (è il cosiddetto "freeze for freeze": congela tu che congelo io)

La formula del freeze for freeze è una soluzione che permetterebbe a tutti di salvare la faccia. Da 3 anni a questa parte, infatti, la trattativa è all’impasse perché nessuno vuole arretrare di un millimetro. Gli Stati Uniti insistono e premono sulla comunità internazionale affinché costringa l’Iran a sospendere l’arricchimento come PRECONDIZIONE per trattare, mentre l’Iran ha sempre ribadito che non accetterà mai di fermare l’arricchimento come precondizione per la trattativa, scelta comprensibile, visto che, non avendo in mano la bomba, con cui ricattare e fare pressione, gli iraniani non hanno altra carta da giocare in questo confronto che l’arricchimento.

ll freeze for freeze, dunque, sarebbe una via di uscita  da questo impasse. Teheran ha ancora 2 settimane per dare una risposta, se non imboccherà questa strada vorrà dire solo una cosa: che i falchi di Teheran vogliono lo scontro a tutti i costi esattamente come quelli di Washington. E del resto a Teheran come a Washington, lo scontro è semplicemente un’opzione  come un’altra sullo scacchiere politico, perché ai falchi non piovono mai le bombe sopra la testa.  La guerra la fanno i figli dei poveracci.  A Washington come a Teheran.

Un brevissimo estratto del libro "Fisica vissuta" (Codice Edizioni, 2006) di Carlo Bernardini, un caro maestro per Dr. Strangelove:

"I corruttori erano, per mio padre, i preti, i fascisti, i militari e, solo in coda ma scontati, i più classici ‘cattivi compagni’ […]

Io avevo già da ragazzo l’impressione che entrambi [mio padre e mio zio] disprezzassero i fascisti soprattutto perchè li ritenevano culturalmente rozzi nonché ridicoli: l’idea di essere governati da gentaglia cialtrona, di doversi sottomettere a pratiche e rituali buffoneschi, li mandava in bestia.

Penso che, a tanti anni di distanza, il seme di quel disprezzo si sia interamente trasferito a me: l’ho percepito quando è nata la Lega Nord di Umberto Bossi, una comitiva subumana dedita a usi mostruosi della parola (un’insalata di luoghi comuni che già da bambino, in vacanza in Valtellina, avevo percepito nell’ottusa diffidenza di molti valligiani).

E’ da allora che mi porto dietro la domanda, che attribuisco a mio padre, se i gerarchi fascisti o i notabili della Lega possano ritenersi dotati di qualcosa riconoscibile come ‘pensiero’ umano."

Un articolo insopportabilmente rozzo pubblicato dal quodiano "Libero" di Vittorio Feltri su chi  si azzarda a comperare equo e solidale. Titolo: "Il consumatore intelligente? Pacifista e non va mai a messa" :

http://www.libero-news.it/articles/view/289588

Per  Libero, chi ha un pizzico di coscienza e si rifiuta di essere complice dello sfruttamento bestiale di poveri lavoratori, è uno stronzetto privilegiato che si può permettere di spendere "cifre da boutique" pur di tenere a posto la sua falsa coscienza.

La cosa che fa venire la bava alla bocca al giornalista è che poi, questo consumatore intelligente  che sceglie equo e solidale, non va mai a messa! Che scandalo!

E’ proprio il caso di dire: "dagli amici si guardi Iddio"…