Archivi per il mese di: Maggio, 2011

 Pochi in Italia conoscono il suo nome.

Si chiama Marc Thiessen.

Professione: ex ghostwriter di George W. Bush.

Una professione, un identikit.

Thiessen è famigerato per aver difeso gli orrori della guerra al terrorismo di W, tortura in testa.

Da un anno a questa parte, Marc Thiessen non perde occasione per invocare la distruzione di WIKILEAKS e per chiedere che Julian Assange sia messo in condizione di non nuocere. Lui lo scrive in modo apparentemente civile, poi quelli della sua razza, vanno al sodo, invocando sui blog della destra USA che "qualcuno dovrebbe piantare una pallottola in testa a quel figlio di puttana di Julian Assange".

Commentando l'eliminazione di Bin Laden, Thiessen torna alla carica come un disco rotto per dire quanto è pericolosa Wikileaks: pubblicando le schede di Guantanamo, tra cui quella di Abu Faraj al Libi, argomenta Thiessen, l'organizzazione di Assange avrebbe rischiato di mandare all'aria l'operazione contro Bin Laden, perchP nella scheda di al-Libi c'è il nome del corriere.

http://blog.american.com/2011/05/did-wikileaks-almost-blow-the-bin-laden-operation/

Possiamo dire per esperienza diretta che siamo nel gruppo di giornalisti che hanno maneggiato le schede dei detenuti di Guantanamo fin dall'inizio, quando WikiLeaks le ha consegnate a noi per ESPRESSO e REPUBBLICA e ad altri grandi giornali internazionali.

Ebbene nessuno dei giornalisti che hanno lavorato sulle schede segrete aveva o ha la certezza che la scheda di Abu Faraj al-Libi sia esattamente quella che contiene il nome del corriere. E' chiaro che quello è un documento che ha colpito tutti: c'è la storia dei corrieri di Bin LAden e c'è il nome della località in cui è stato trovato il compound in cui poi Bin Laden è stato ammazzato. Di corrieri, però, Bin Laden ne aveva a bizzeffe e allora chi può dire che il corriere sia veramente quello?

Beh Marc Thiessen, grande inquisitore di WikiLeaks, lo urla ai quattro venti: lo mette nero su bianco e arriva a scrivere che il nome del corriere che figura nella scheda di al-Libi è un nome di copertura, ma il corriere è lui. E poi dice WikiLeaks è pericolosa…

 

Attenzione, le immagini che vedrete nei link qui sotto sono choccanti.


Sono le foto delle vittime del blitz per uccidere Bin Laden

Queste immagini sono di proprietà della REUTERS.

I giornali italiani le hanno pubblicate tagliando il diluvio di sangue.

Ieri Reuters le aveva acquistate e pubblicate, poi il sito Cryptome ha segnalato che erano improvvisamente  sparite dal sito REUTERS:

http://cryptome.org/eyeball/reuters-dead/reuters-dead.htm

E infine ricomparse sullo stesso sito:

http://www.reuters.com/subjects/bin-laden-compound

 

 

  Da qualche settimana abbiamo accesso alle schede personali dei 779 detenuti detenuti di Guantanamo che ci sono state consegnate per L'ESPRESSO e LA REPUBBLICA da WikiLeaks.

Leggendole, si materializzano storie incredibili. Ci sono geni del male, certo. "Worst of the worst", disse Dick Cheney. Il peggio del peggio. Ma ci sono decine e decine di persone innocenti.

"E' un povero agricoltore catturato per sbaglio".

"E' qui perché conosce i sentieri tra Afghanistan e Pakistan. E' un detenuto che non ha mai minacciato gli USA e i loro interessi".

"E' stato arruolato a forza nei Talibani: se il suo villaggio non forniva soldati ai Talibani, sarebbe andato incontro a rappresaglia devastante. Quando sono arrivate le truppe dell'Alleanza del Nord [antitalibana, ndr] lo hanno arrestato e poi ci è stato consegnato".

"E' stato convinto a arruolarsi nella jihad per riparare al peccato dei rapporti sessuali prematrimoniali e del fumo di oppio. Non è una minaccia per gli Usa e i loro interessi".

Impossibile non vedersi davanti agli occhi quelle immagini dei cani usati per le torture dei detenuti, il waterboarding e tutte le atrocità della guerra al terrorismo. E quegli psichiatri dei BSCTs: i famigerati "biscuits", team di psichiatri che dirigevano le torture dei detenuti. Dalle schede escono particolari inquietanti sui BSCTs.

Poi abbiamo visto come gli USA hanno terminato Bin Laden. L'hanno freddato con un colpo alla testa, come neppure avevano fatto con i più grandi criminali della storia: i gerarchi nazisti.


Con la scusa di distruggere la sua rete del terrore, gli Stati Uniti hanno messo in piedi due guerre micidiali.  Solo in Afghanistan, hanno bruciato finora 500 miliardi di dollari, dissanguando un'intera nazione.

Hanno costruito un sistema di sorveglianza di massa affidato alla NSA, degno di una distopia alla Orwell di '1984'. Un sistema che sfugge a qualsiasi controllo democratico.

Hanno creato lager come Guantanamo e Abu Ghraib. Arruolato migliaia di torturatori a contratto.

Almeno per quello che se ne sa finora, Bin Laden è stato fottuto dai corrieri: come un Provenzano qualsiasi. La nostra polizia e i nostri carabinieri non avevano satelliti. Non avevano la NSA. Non avevano squadre di torturatori. Non avevano 500 miliardi di dollari. Eppure l'hanno preso. Chiuso per sempre in una prigione. Trattato come va trattato un essere umano in una democrazia (più o meno allo sfascio, ma una democrazia).


Oggi la stampa mondiale va dietro all'elicottero invisibile usato nel blitz. Al computer dei segreti. Misteri appassionanti, certo. Ma sul complesso militare-industriale, grande burattinaio di queste guerre e atrocità, nessuno scrive una riga.

Esattamente 50 anni fa, un grande generale come Dwight Eisenhower aveva cercato di mettere in guardia il mondo sul complesso militare-industriale.

Da grande militare qual era, Eisenhower aveva capito che quella 'macchina' avrebbe portato allo scatafascio la nazione che aveva servito e, con essa, il mondo intero. Inutile.

Un mostro che può ordinare guerre da 500 miliardi dollari, quanti grandi giornalisti avrà sul libro paga? Speriamo di scoprirlo, prima o poi. Grazie a WikiLeaks…


  

Trovate qui il nostro ultimo lavoro per L'ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-chi-ha-tradito-osama/2150392