Archivi per il mese di: novembre, 2009

 

"Questa è la storia di un segreto di cui tutti si vergognano. Ministri, generali, industriali, professori lo hanno difeso con il silenzio per generazioni, fino a farne perdere la memoria e farlo svanire nel nulla. Il protagonista di questo libro è un fantasma immortale: ancora oggi continua ad uccidere, lo fa da ottant’anni. Ha divorato vittime innocenti in Libia e in Etiopia, poi si è accanito sulla salute degli italiani. È entrato nella nostra aria, nella nostra acqua, nella nostra terra. Ed è ancora lì: alle porte di Roma, alla periferia di Milano, nel golfo di Napoli, nel mare di Bari, sulla costa di Pesaro, sulle rive del Lago Maggiore, nei fiumi d’Abruzzo. Ovunque.

[…]

Questo è un viaggio nell’abisso più nero del nostro Paese: la storia delle armi chimiche italiane. Attraverso i documenti inediti ritrovati negli archivi britannici, americani e tedeschi si è ricostruito un capitolo vergognoso della nostra Storia.

Attenzione: non è storia passata, è il nostro presente. Le armi chimiche sono state progettate per essere immortali. Sono cancerogene e possono anche causare mutazioni genetiche. Ma soprattutto le armi chimiche sopravvivono a lungo nel terreno e nell’acqua, fedeli alla loro missione assassina: le migliaia di bombe che giacciono nel mare di Ischia, di Manfredonia, di Foggia, di Molfetta possono ancora uccidere. Eppure questo segreto è stato difeso con ogni strumento".

Non vi perdete "Veleni di Stato", il libro appena uscito di Gianluca Di Feo, giornalista di razza de L’ESPRESSO: uno dei migliori giornalisti italiani in circolazionelibro gdf.

 

 

 

"E’ un intrigo da spy story: missionari che operano in un paese africano insanguinato da una guerra infinita e che simpatizzano e finanziano milizie che stuprano donne, massacrano civili, reclutano bambini soldato. La ricostruzione choc emerge da un rapporto dell’Onu ‘strictly confidential’, ‘altamente riservato’ – il grado più alto di segretezza per i documenti delle Nazioni Unite- di cui L’ESPRESSO è in grado di rivelare i contenuti".

Trovate su L’ESPRESSO in edicola il nostro ultimo lavoro

 

Chi pagherà la barriera elettronica e satellitare che Finmeccanica costruirà per la Libia di Gheddafi, per controllare il confine sud del paese e stoppare l’immigrazione clandestina? L’espresso ha indagato sull’accordo per la fornitura del sistema e i conti non tornano…".

Trovate i nostri ultimi lavori su L’espresso (pag.153) e sul Venerdì di Repubblica (pag 50) oggi in edicola

 

Nuovo round di sanzioni contro l’Iran, sanzioni che, invece di colpire direttamente il settore nucleare e missilistico, stavolta potrebbero colpire il polmone economico della Repubblica degli ayatollah, ovvero il settore oil & gas?

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/middle_east/article6922329.ece

Almeno 3 i vantaggi importanti di questa soluzione:

1) si colpisce il settore vitale per il regime di Teheran 

2) si bypassa, in parte, il no della Russia e della Cina a nuove sanzioni

3) si taglia la possibilità di far arrivare agli ayatollah tante tecnologie strategiche che servono anche per il nucleare (valvole, ecc. del settore petrolchimico  possono anche avere specifiche nucleari, quindi si possono dirottare nel settore)

A Londra si riflette. Nei quartieri vicini a Buckingham Palace c’è perfino chi si preoccupa…

Ma ‘preoccuparsi’ è un verbo che non esiste nel vocabolario della superclass. Lì la vita scorre tra un affare e l’altro, parties eleganti, vini gloriosi, arte. Corea del Sud, Puerto Rico: per sfuggire alle preoccupazioni, c’è un intero globo. Basta fare due conti sugli accordi di estradizione: un mal di capo da nulla.

South Pars. Fissate questo nome. Uno dei più grandi giacimenti di gas del mondo….

 

"La sera del 15 novembre 2009 sono stata contattata da un’agenzia per hostess senza avere specifici dettagli sulla mansione da svolgere, dicendomi genericamente che si trattava di una cena di Stato con politici", comincia così il racconto a L’ESPRESSO di una ragazza che ha ricostruito la sua serata (e quella di altre centinaia di ragazze) con Gheddafi.

"I cellulari sequestrati. La schedatura una per una. La stanza blindata. Una delle ragazze italiane portate dal colonnello racconta la serata angosciante", scrive L’espresso.

Non vi perdete il racconto:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/io-alla-festa-di-gheddafi/2114953&ref=hpsp

Abbiamo letto con un misto di sconforto e disgusto le cronache di quello che sta succedendo al vertice FAO, a Roma, sulla fame nel mondo.

Il tema esigerebbe la serietà più assoluta. Eccoci, invece, di fronte a uno spettacolo circense in mondovisione: il direttore generale della FAO (un senegalese)  apre le danze con uno sciopero della fame! il Papa riattacca il disco delle teorie nataliste (continuate a crescere e a moltiplicarvi, che qualche santo provvederà), Gheddafi arruola fighe a tutto spiano: una cascata di gnocche in fila in una delle vie più lussuose di Roma, mentre ci si dovrebbe occupare di gente che crepa di fame.

Osservando l’armata Brancaleone, ci vengono in mente le parole di un amico esperto, uno di quelli terzomondisti fino al midollo. 

"C’è solo da sperare che in Africa tornino i colonialisti", ci disse una sera, mentre lo ascoltavamo sbigottiti. "I colonialisti?!", obiettammo scandalizzati, noi pure terzomondisti  fino al midollo. 

"Ma sì, diciamocelo chiaro", fa lui, "con questa classe politica, l’Africa non ha speranza. Miliardi di ricchezze e di aiuti che prendono la via dei conti in Svizzera: una pioggia folle di oro, diamanti, petrolio, aiuti internazionali che non sfameranno una sola bocca africana, mentre il popolo continua a crepare, senza cibo, acqua e ospedali. Almeno i colonialisti costruivano strade e scuole".

 

Trovate al link qui sotto il nostro pezzo per  L’ESPRESSO sulla conferma del segreto di stato per il caso dei due giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, scomparsi nel nulla il 2 settembre 1980, durante un viaggio a Beirut, Libano.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-segreto-infinito/2114817&ref=hpsp

Rapporti oscurissimi tra il nostro Sismi e l’OLP, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, traffici inconfessabili, depistaggi, piduisti. Una verità che non può essere rivelata, nonostante siano passati 29 anni.

 

 

Graziella De Palo e Italo Toni erano due bravi giornalisti che si occupavano di traffici di armi e di materiale strategico, terrorismo e Medio Oriente. Lo facevano come fanno i bravi reporter: andando a fondo, indagando.

 Il 2 settembre 1980, durante un viaggio a Beirut, sono spariti nel nulla. Per sempre. I loro cari non hanno avuto indietro neppure i cadaveri. 29 anni dopo, le famiglie De Palo e Toni non solo non hanno neppure due tombe su cui piangere, ma, soprattutto, non sono riuscite a venire a capo della verità. Chi ha ammazzato Graziella e Italo? Perché?  Cosa avevano scoperto a Beirut di così sconvolgente?

Su L’espresso in edicola questa settimana, trovate il nostro articoletto "Il segreto infinito" (pag. 24) sul caso De Palo-Toni: nell’ottobre scorso Berlusconi ha scritto al COPASIR, il comitato di controllo dei servizi segreti, annunciando che il segreto di stato su De Palo e Toni non sarà rimosso fino alla fine del 2010.

Lavorando all’articolo, abbiamo incontrato Giancarlo De Palo, il fratello di Graziella. Abbiamo chiacchierato per ore, scartabellato plichi di documenti.  Siamo rimasti toccati nel profondo. Per 29 anni, Giancarlo ha bussato a tutte le porte, si è improvvisato investigatore, ha incontrato pezzi grossi del Sismi, quelli che hanno ingannato le due famiglie per anni. Per quali motivi? Chi servivano davvero quegli uomini del Sismi? Che ruolo hanno avuto nella morte di Graziella e Italo? 29 anni dopo non c’è una risposta. Un terzo di secolo non è bastato a venire a capo della verità. 

6 anni fa eravamo a Boston a incontrare i patologi forensi di Physicians for Human Rights (PHR), l’associazione premio Nobel per la Pace che indaga i crimini di guerra e contro l’umanità con i mezzi della medicina legale: individuano le fosse comuni nei genocidi, tipo quello del Ruanda e della ex Yugoslavia, riesumano i cadaveri e li esaminano per capire come quella povera gente è stata sterminata. Così facendo, raccolgono prove contro le belve umane che hanno scatenato i massacri su larga scala, dal Ruanda fino alla Bosnia. 

Il lavoro di PHR è una fatica immane, ha un costo pazzesco, è un lavoro penosissimo: tutto il giorno a contatto con la morte su ‘scala industriale’: 10mila, 100mila cadaveri, milioni di ossa, corpi straziati, torturati, mutilati. I vivi, poi, sono uno spettacolo altrettanto penoso: processioni infinite di donne, bambini, vecchi che si avvicinano agli scavi delle fosse comuni, portando fotografie, esami dentali, analisi mediche, campioni per i prelievi di DNA, il tutto per aiutare a identificare i loro cari, avere indietro almeno le ossa.

"A volte, alla fine della giornata, abbiamo bisogno noi di uno psicologo", ci  aveva raccontato William Hugland di PHR". 

Hugland, che nel 2003 era uno dei 24 patologi forensi migliori del mondo, raccontava tutto con voce priva di emozioni, usava termini supertecnici e tanto tanto distacco. Solo quando ci diceva dello psicologo, la voce gli tremava appena, un’emotività quasi impercettibile. "Perché fa un  mestiere tanto atroce?", gli abbiamo chiesto a quel punto. La sua riposta: "E’ un lavoro atroce sì, ma qualcuno deve pur farlo: ogni essere umano che abbia perso una persona amata, ha bisogno di una chiusura, ha bisogno di mettere la parola fine alla propria sofferenza, sapendo che fine ha fatto la persona che amava".  

Chiacchierando con Giancarlo De Palo, abbiamo capito…

 

" ‘Confermo l’inopportunità di candidarlo: anche Berlusconi condivide l’idea che sia inopportuno". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha risposto a ‘Otto e mezzo’ alle domande che hanno riguardato il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino’, riportava ieri Repubblica:

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cosentino-candidato/cosentino-fini/cosentino-fini.html

Poi oggi lo scenario cambia completamente:

"Piena solidarietà da parte del premier". Cosentino spiega che il presidente del Consiglio gli ha espresso "la più ampia solidarietà".  E annuncia: "Rimango candidato in Campania":

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cosentino-candidato/resto-candidato/resto-candidato.html

Possibile che dopo 24 ore tutto cambia tanto radicalmente? Perché Berlusconi ha cambiato idea? Cosentino l’ha convinto a candidarlo comunque? Con quali argomentazioni?

 

"Sarebbe stata già firmata e sta per essere inoltrata alla Camera la richiesta di autorizzazione per l’esecuzione di una misura cautelare – non è stato possibile sapere se di detenzione in carcere, agli arresti domiciliari o di carattere interdittivo – nei confronti di Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Pdl", scrive Repubblica:

Da non perdere assolutamente:

http://www.youtube.com/watch?v=VmSRh2Eu-eo

http://temi.repubblica.it/micromega-online/due-perquisizioni-in-otto-giorni-criminale-no-giornalista/

 

 

Sostiene Mr.X che la "guerra silenziosa", che punta a sfilare via le potenziali teste d’uovo dei programmi nucleari e missilistici di Teheran, continua: qualcuno è finito ammazzato, qualcuno è sparito, qualcuno non ha avuto neppure bisogno di incentivi per lasciare il paese.

Teheran ha una squarda notevole di ingegneri, fisici, matematici, esperti di aeronautica, metallurgia. Sono bravi, giovani e il regime non lo reggono più. Speravano nei riformisti, ma ora che si ritrovano i falchi al governo, non ne possono più.

Sostiene Mr. X che, nel caso di Ardeshir Hosseinpour, c’è scappato il morto, ma in altri casi, no: gente brava è sparita al momento giusto. Per andare dove? Chissà. Niente sangue, niente rumore. E’ una guerra silenziosa.