Archivi per il mese di: settembre, 2008

 

E alla fine bisogna ammetterlo: nonostante l’asfissiante policy sulla "government secrecy", che porta ogni anno gli americani a secretare milioni di documenti, gli Stati Uniti rimangono comunque uno dei paesi più "open" del mondo.

Qui sotto potrete leggere un articolo de L’espresso, a firma di Gianluca Di Feo e di Dr. Strangelove, sul famoso scandalo italiano Eni Petromin: la madre di tutte le Tangentopoli, uno dei più grandi scandali della Prima repubblica.

Nel link de L’espresso troverete anche i documenti che hanno reso possibile l’articolo: sono stati rilasciati ai sensi del Freedom of Information Act (FOIA), lo strumento legislativo americano che permette di CHIEDERE la desecretazione di documenti coperti da segreto.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cossiga-top-secret/2042427&ref=hpsp

Ovviamente, la  richiesta di desecretazione può essere accolta in toto, con il rilascio di TUTTI i documenti richiesti, oppure accolta solo in parte, oppure rigettata del tutto.  

Soltanto nel 2007, le richieste di desecretazione dei documenti ai sensi del FOIA sono state 22 milioni!

W l’America del FOIA e di gente come Steven Aftergood.

Infine, pare che il documentario "Secrecy" di Peter Galison e Robb Moss, presentato al Sundance Festival, sia assolutamente da vedere…

Tante novità, come al solito. Tra cui il disastro Corea del Nord e l’impasse iraniano.

I coreani minacciano di riprendere il loro programma nucleare militare, in barba all’accordo che avevano faticosamente raggiunto con l’Amministrazione Bush: è l’ennesimo fallimento americano. Pare impossibile, ma l’America di Bush non è riuscita a mettere a segno un solo risultato nella guerra alla proliferazione. Prima la débacle irachena. Ne hanno inventate così tante e così grosse sulle armi di distruzione di massa (WMD) di Saddam, da azzerare per decenni la credibilità della CIA in tema di WMD. Poi è scoppiata la grana Iran e i risultati sono sotto gli occhi di tutti…Poi è toccata alla Corea del Nord. Lì gli americani hanno fatto tutto da soli: il programma lo smantellavano loro, non l’IAEA, che in Corea era ridotta a guardare. I risultati non si sono fatti attendere…Ma il capolavoro assoluto è sicuramente il devastante accordo nucleare con l’India, che, siamo sicuri, comincerà presto a dare i suoi frutti, e vedrete che frutti!

Che combinerà il dittatore pazzo della Corea del Nord, se non ci sarà modo di rattoppare l’accordo con gli USA ? Giocherà al ricatto come sempre. Venderà sottobanco tutto quello che potrà vendere alle reti clandestine, che "spacciano" tecnologie di morte, come la famigerata rete di Khan (credete davvero che sia stata smantellata?), continuerà ad affamare una popolazione già ridotta all’ecce homo e, probabilmente, testerà nuove armi nucleari.

E l’Iran? L’Iran continua imperterrito e anche a Vienna pare che abbiano perso la pazienza, che peraltro hanno a megaton…

Negli incontri ufficiali che si sono tenuti a Vienna dopo l’uscita dell’ultimo rapporto IAEA sul programma di Teheran, gli iraniani hanno continuato con il solito piagnisteo: gli "alleged studies" [le ricerche che rivelerebbero una dimensione militare del programma iraniano, ndr] sono il frutto di una macchinazione", hanno insistito."Gli USA vogliono boicottare il rapporto di collaborazione che abbiamo stabilito con IAEA". Davvero? Certo che i falchi di Washington vogliono il peggio per Teheran, è chiaro. Ma Strangelove crede che i falchi di Teheran ci riescano benissimo da soli ad affossare la collaborazione con l’IAEA, senza il contributo degli americani. Vienna ha veramente fatto l’impossibile per trovare una via d’uscita alla gravissima crisi iraniana. E l’Iran? Continua con il solito metodo. 

Basta vedere che è successo con il famoso dossier sugli alleged studies (vedi anche: http://www.stefaniamaurizi.splinder.com/post/18404340/Iran%3A+nuovo+rapporto+IAEA )

Prima gli iraniani si sono strappati i capelli: era tutto falso, costruito, inventato dalla CIA. Poi, qualche informazione vera c’era. Benissimo. "Quale esattamente?", ha chiesto l’IAEA,"individuate con esattezza le informazioni vere". A quel punto, gli iraniani se ne sono usciti con un’altra trovata: "Non possiamo", hanno spiegato, "perché dovremmo addentrarci in particolari che rivelerebbero dati sensibili sui nostri armamenti convenzionali". Anche in questo caso, IAEA ha cercato una soluzione, ma inutile: siamo all’impasse.

Che farà Teheran? Come previsto, continuerà così fino alle elezioni americane. E poi? Grande incognita. Una sola certezza: i falchi di Teheran per esistere hanno bisogno dei falchi di Washington. Sicuramente staranno tifando per McCain e sperando che il maverick dei repubblicani USA tiri fuori " ‘a faccia feroce" con Teheran e minacci attacchi, bunker busters e operazioni shock and awe.

Senza la minaccia americana, Ahmadinejad sarebbe stato fatto fuori da un pezzo da un popolo che non ne può più della prigione di Evin, dell’isolamento internazionale che porta un POPOLO CIVILE COME QUELLO IRANIANO a essere trattato da paria, e, last but not least di un’economia in difficoltà, nonostante il mare di petrolio in cui naviga l’Iran.

Un anno fa moriva Renzo Tomatis, una delle persone straordinarie che Strangelove ha avuto il privilegio di conoscere. Ai più il nome di Tomatis non dirà nulla. Eppure non è stato solo un grande oncologo, ma anche una grande persona.

Renzo Tomatis aveva un’idea semplice, ma straordinaria: la lotta decisiva contro il cancro non è quella che si combatte diagnosticandolo il prima possibile, ma quella che va alle radici della malattia e ne impedisce l’insorgere.

Viviamo immersi in un oceano di veleni di cui tutti riconoscono la cancerogenicità, cosa è stato fatto per eliminarli? Niente. Basta vedere l’odissea dell’amianto o del benzene. Si conoscono benissimo le conseguenze del loro impiego. Si sa benissimo che causano forme di cancro atroce. Si sa benissimo che sarebbe possibile arginare l’epidemia di cancro, mettendo mano all’uso di queste e molte altre sostanze. Ma cosa è stato fatto?

Non tutte le forme di cancro sono provocate dalle sostanze che avvelenano la nostra aria, l’acqua, la terra. D’accordo. Ma eliminando i veleni notoriamente cancerogeni, diminuirebbe enormemente il numero di persone a rischio. Altro che campagne per la diagnosi precoce!  La battaglia vera è quella per non ammalarsi di cancro, non quella per diagnosticarlo il prima possibile!

E  la cosa veramente tragica di tutta questa storia è che, in molti casi, i veleni che ci fanno ammalare sarebbero rimpiazzabili con sostanze magari a minore impatto sulla salute dei cittadini e dei lavoratori che le manipolano direttamente nei luoghi di lavoro, ma i signori dell’industria non vogliono darsi la pena di rimetterci neppure un centesimo e un’ora del loro tempo. Del resto, come dimostra anche la piaga degli incidenti sul lavoro, per loro che vale la vita di un operaio? Nella stragrande maggioranza dei casi, gli incidenti sul lavoro sono tragedie annunciate, non fatalità ineludibili. Lo stesso vale per le sostenze cancerogene: sono cancri annunciati.

E’ chiaro che, adottando questo approccio nella lotta contro il cancro, Tomatis non si è fatto amici…Il complesso produttivo-industriale ha riconosciuto il nemico. Anche perché Tomatis era un uomo tutto di un pezzo, di grandissima integrità e umanità.

Qui, troverete un’intervista del 2005 a Renzo Tomatis:

http://www.stefaniamaurizi.it/Interviste/renzo_tomatis.html

E i suoi libri sono da leggere. Vi consigliamo "Il fuoriuscito" (Sironi Editore, 2005).

 

 

E’ la solita: invece di combattere i mafiosi, attaccano chi li denuncia:

 

 

http://www.corriere.it/politica/08_settembre_19/lucarelli_raitre_pdl_fazioso_b80f99b4-861b-11dd-bef9-00144f02aabc.shtml

 

Oggi le agenzie riportano che il ministro Maroni è ottimista: presto cesseranno gli sbarchi di clandestini a Lampedusa, grazie all’accordo con la Libia.

Insomma Maroni & Co. hanno capito la tragedia umana di milioni di poveri cristi che crepano per la fame, le guerre, la tortura, e, conseguentemente, hanno chiesto aiuto a quel noto campione dei diritti umani che è Gheddafi.

Del resto anche Condoleezza Rice ha sdoganato Gheddafi. Da dittatore canaglia che ne ha fatte più di Carlo in Francia, appoggiava il terrorismo, comprava i pezzi per la bomba atomica dalla rete di Khan, esattamente come l’Iran e la Corea del Nord, Gheddafi è stato riammesso nell’Olimpo dei presentabili: è un democratico rinato. E allora, giù: visite in pompa magna a Sarkozy, baci e abbracci con Berlusconi e idillio con Condoleezza.

La realtà della Libia di oggi, sotto Gheddafi, la fotografa questa lettera-appello della grande e autorevole associazione per i diritti umani HUMAN RIGHTS WATCH:

http://hrw.org/english/docs/2008/09/02/libya19735.htm

Riassumiamo:

– nella Libia del colonnello è una pessima idea fare attività politica indipendente e invocare la democrazia. L’articolo 3 della legge 71 prevede la pena di morte per chiunque supporti queste attività politiche. Il caso di Fathi al-Jahmi esemplifica la situazione. Al-Jahmi è un povero attivista che si è azzardato a criticare Gheddafi, a invocare democrazia, libertà di stampa e di parola. Nel 2002 è stato è stato arrestato, schiaffato in un manicomio per 1 anno. Ad oggi, non è ancora libero. Seppure gravemente malato, non ha accesso alle cure appropriate.

nel maggio del 2008, la Svezia ha rifiutato il diritto di asilo a Mohammed Adel Abu Ali e lo ha rispedito a Tripoli, anzi "a casa sua", direbbero i leghisti. All’arrivo a casa sua, appunto, le autorità libiche l’hanno subito sbattuto in prigione: due settimane dopo il rientro in Libia era morto.

– nel giugno del 2008 un tribunale libico ha condannato 11 attivisti che dimostravano pacificamente contro la violenza della polizia libica. Sono stati condannati a pene che variano dai 6 fino ai 25 anni.

– la tortura va forte. E perfino il Dipartimento di Stato americano nel suo rapporto del 2007 sui diritti umani descrive quelle più in voga: dita rotte, torture con l’elettricità, soffocamento. 

Visto il curriculum, non ci sono dubbi: in caso di emergenza umanitaria, call Gheddafi!

 

Senza ulteriori commenti:

 

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/berlusconi-vespa/vezzali-intervista/vezzali-intervista.html

Beit Hanoun. Quanti ricordano questo nome? Beit Hanoun è una città che nel novembre 2006 fu il teatro di un massacro: le forze israeliane uccisero 19 palestinesi.

"Un incidente dovuto a un problema tecnico dei nostri sistemi di artiglieria", si giustificarono le forze israeliane. Ma ora un rapporto elaborato da una commissione istituita dall’ONU porta alla luce una verità diversa.

Qui il racconto della BBC:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7617433.stm

Il comitato che ha indagato il massacro è guidato dall’arcivescovo e Premio Nobel per la Pace Desmond Tutu, che ha smontato le scuse ufficiali israeliane.

Racconta la BBC che, secondo Tutu, ci sono le prove di una totale mancanza di riguardo per i civili palestinesi, al punto di poter parlare di CRIMINE DI GUERRA.

Era atteso da tempo. Ed oggi è uscito. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’ONU (IAEA) ha rilasciato il nuovo rapporto sul controverso programma nucleare dell’Iran. In teoria, il documento non è pubblico: viene trasmesso dall’IAEA agli stati membri dell’Agenzia. In pratica, non è difficile avere accesso al rapporto.

Strangelove lo ha letto e il quadro che ne esce è quello di un paese che continua imperterrito nel suo programma di arricchimento e non ha fatto un passo in avanti nella direzione che chiarirebbe le ambiguità di questo programma.

Ma cosa avrebbe dovuto fare esattamente, Teheran?

Il rapporto IAEA è cristallino. Ne traduciamo un passo per voi:

"Rimangono una serie di questioni estremamente rilevanti individuate dal direttore generale [ElBaradei, ndr] nell’ultimo rapporto al Board (GOV/2008/15, para. 14), che preoccupano per il possibile carattere militare del programma dell’Iran. Come indicato nel rapporto del direttore generale, per rimuovere queste preoccupazioni e rassicurare [la comunità internazionale, ndr] del fatto che non esistono materiali e attività nucleari non dichiarate, è necessario che l’Iran fornisca le informazioni e l’accesso necessari a:

– risolvere i problemi relativi agli "alleged studies" [gli alleged studies sono i progetti di ricerca contenuti nel misterioso laptop, ribattezzato Laptop of Death, che pare sia finito nelle mani dell’intelligence americana e che dimostrerebbe l’interesse iraniano per tecnologie nucleari militari, vedi http://www.stefaniamaurizi.splinder.com/post/16242475/Iran%3A+discutendo+le+sanzioni+e , ndr]

– fornire più informazioni sulle circostanze in cui sono stati acquisiti i documenti sull’uranio in forma metallica

– chiarire il meccanismo con cui l’Iran si procura i materiali necessari per le attività di ricerca e sviluppo portate avanti da istituti e aziende legate ai militari

– chiarire la produzione di tecnologie e componenti nucleari da parte di aziende che lavorano per la difesa."

L’Iran ha sempre liquidato la storia del Laptop of death come una bufala, una serie di prove fabbricate a danno di Teheran; ha chiesto mille volte l’accesso ai documenti originali (anziché alla versione elettronica dei documenti. E qui c’è un altro mistero interessante: perché l’IAEA non mostra gli originali all’Iran? Perché così verrebbero "bruciate" le fonti dell’intelligence americana che li hanno ottenuti?) e, infine, come spiega il nuovo rapporto IAEA, l’Iran ha insistito sul fatto che la soluzione di certe problematiche sollevate da questi documenti comporterebbe l’accesso a informazioni e dati molto sensibili sugli armamenti convenzionali iraniani, che, per ovvie ragioni di sicurezza nazionale, Teheran non vuole svelare.

L’IAEA ha proposto una serie di misure per andare incontro agli iraniani e superare questo impasse, purtroppo, però, l’Iran non ha fatto alcun progresso. E i dubbi sul programma di Teheran rimangono…

Da film dell’orrore:

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-avvelenato-Napoli/2040653&ref=hpstr1

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Bufale-e-camorra/2040650&ref=hpsp

 

 

 

La deriva oscurantista di questo paese è sempre più allarmante. A passi neppure tanto piccoli stiamo scivolando nel fondamentalismo religioso della destra americana.

Oggi Repubblica riporta dell’odissea della pillola del giorno dopo:

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/pillola-giorno-dopo/roma-pillola/roma-pillola.html

Ieri di una farmacia che si rifiutava di vendere profilattici, sempre per motivi religiosi.

Finiremo come gli americani? L’emblema è proprio Sarah Palin, la numero due dei repubblicani USA, che manda al settimo cielo giornalisti de Il Foglio come Annalena Benini. La Palin è la sintesi perfetta della destra religiosa americana: sforna 5 figli ed è un’appassionata sostenitrice della National Rifle Association (http://www.nra.org/home.aspx)

Non passa giorno senza appello vaticano contro l’aborto, la contraccezione, la pillola del giorno dopo, la pianificazione familiare, le unioni di fatto, le unioni gay. Sono arrivati a dire che l’aborto è una minaccia alla pace mondiale. Li avete mai sentiti tuonare pubblicamente contro aziende come questa qui sotto? Mai sentito il mullah Ruini emettere una fatwa contro i cattolici che ci lavorano o ci fanno affari?

http://www.simmeldifesa.com/

Per il suo appoggio alle politiche di pianificazione familiare, hanno messo a ferro e fuoco l’ONU. La pressione sui presidenti USA contro l’aborto e le staminali embrionali è costante. Ma li avete mai visti andare a discutere a muso duro con Boeing, Lockheed Martin, Raytheon?  E metterli con le spalle al muro, minacciare il boicottaggio del voto cattolico, fare pressione sui presidenti repubblicani perché non accettino i soldi insanguinati per le loro campagne elettorali?

http://www.raytheon.com/