Archivi per il mese di: dicembre, 2009

 

Lacrime di coccodrillo. Chiacchiere.

Tutto il mondo s’indigna per la feroce repressione messa in atto dai falchi di Teheran per schiacciare chi protesta contro un regime che tortura, ammazza, soffoca la libertà di un popolo pieno di storia, cultura, saggezza, com’è quello iraniano.

Tutto il mondo è choccato dalle immagini di violenza. A parole, of course. Nei fatti, le cose cambiano.

Prendete l’Italia. Prendete la destra italiana e i suoi giornali: il Foglio di Giuliano Ferrara, il Giornale di Feltri, sempre pronti a fare " ‘a faccia feroce" contro gli ayatollah.

Poi, però, viene fuori che, durante il governo Berlusconi, il volume di affari Italia-Iran è al top.

Basta consultare i dati ufficiali: quelli della Camera di Commercio Italia-Iran. Leggete con i vostri occhi:

 http://www.ccii.it/docs/Dossier_Iran_Luglio09.pdf

L’Italia da sola ha uno scambio commerciale pari a un quarto di tutto l’interscambio Europa-Iran: c’è da stupirsi che, con la Germania, sia in prima fila per impedire l’approvazione di sanzioni dure contro il regime di Teheran per il nucleare iraniano?

Chi foraggia i signori dell’oro nero, linfa vitale del regime degli ayatollah, che fa scorrere il sangue?

 

Ogni tanto si fa vivo. Ha dei modi gentili e discreti.

Noi siamo alle prese con tipiche beghe italiane: aziende che avvelenano l’aria e l’acqua, sottopotere in putrefazione. Lui irrompe con segnalazioni del tipo:  "Hai notato quella storia della contaminazione di alcune partite di eroina con spore di carbonchio?".

L’aver lavorato a lungo per una "big and infamous company", che costruisce armi letalissime, deve averlo segnato nel profondo.

Ci aveva chiamato due settimane prima del misterioso fatto di sangue, poi finito sul Corriere della Sera: la morte di un italiano (Antonio Ferrigno)  che lavorava all’EPO ( l’Ufficio Europeo Brevetti) in Olanda e che è stato ritrovato massacrato, con le mani legate e in un bagno di sangue:

http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_27/viano-italiano-ucciso-olanda_79570e4e-f2eb-11de-98ab-00144f02aabe.shtml

Quello di due settimane prima del misterioso episodio di sangue era un approccio dei suoi. "Hai visto la storia del missile che ha disegnato quella spirale strana nel cielo della Norvegia?", ci aveva detto. "Sì, certo", facciamo noi. "Beh", fa lui, "ti dico che, in tanti anni di lavoro, non ho mai visto un missile che fa una roba del genere". E giù con le sue ipotesi.

Noi rimaniamo sospesi, interdetti: le storie in cui ci catapulta sono sempre al di sopra della nostra capacità di verifica. E la verifica delle notizie è l’essenza del giornalismo.

L’unica cosa chiara è che lui non è uno dei tanti appassionati di complotti, sconclusionati e un pò flippati che tirano fuori storie alla X-Files.

No, lui è un tecnico ferrato, che ha lavorato a cose delicate per una big company e ora lavora in una precisa divisione dell’Ufficio Europeo Brevetti. Quando ci cerca, vuole lasciarci intuire, in modo trasversale, qualcosa che non può esplicitare per una ragione o per l’altra? Il dubbio ci resta sempre.

Dopo aver letto la storia dell’italiano massacrato, l’abbiamo cercato noi. "Ne sai niente?", facciamo. "Purtroppo, era un amico", ci risponde. "Non posso esserne certo al 100%, ma, se avesse avuto per le mani un qualcosa di particolarmente "difficile" (e se ne fosse reso conto), credo che in un modo nell’altro mi avrebbe detto qualcosa".

Per lui, la morte dell’italiano non ha nulla a che fare con il lavoro che questi faceva all’Ufficio Brevetti.

Una storiaccia di sangue con cause che affondano nella vita privata? Boh.

"Caro segretario Bersani", scrive nel suo esemplare post Alessandro Gilioli de L’espresso, "si sarà accorto anche lei che qui a Roma le strade sono già tappezzate con il volto lievemente photoshoppato di Renata Polverini, la leader del sindacato di destra lanciata da Ballarò, che ha ottenuto l’appoggio – oltre che del Pdl – anche di Casini". […]

Gilioli racconta nel post che, essendo allo sbando come al solito, alla fine il PD candiderà alla presidenza della regione Lazio, in contrapposizione alla Polverini del PDL, il solito personaggio non esattamente da sballo per l’elettore…

"Sì, lo so", continua Gilioli, "è un casino far scegliere il candidato agli elettori anziché deciderlo nei corridoi. E magari alla fine il candidato di coalizione non sarebbe neppure del Pd: magari una come Emma Bonino, che contro la Polverini rischierebbe addirittura di vincere. Mi rendo conto che è molto più rassicurante condurre i giochi nel chiuso delle sedi di partito e magari presentare un mite perdente che consenta alla Polverini di vincere senza battagliare troppo, in modo da evitare lo “spoil system” della destra e conservare così un po’ di Asl, un po’ di presidenze di ospedali, un po’ di sottopotere regionale.

Non vi perdete il post di Gilioli. Da leggere ASSOLUTAMENTE: 

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/12/28/caro-bersani-non-e-difficile/

 

 

Trattamento Sanitario Obbligatorio. TSO.  E’ questo che aspetta Susanna Maiolo, la ragazza che ha spintonato il papa. Ce lo racconta la sempre bravissima Fiorenza Sarzanini del Corsera:

http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_25/donna-gendarmeria-vaticana-sarzanini_a2c98598-f135-11de-b9ff-00144f02aabe.shtml

Ma la Maiolo è davvero una squilibrata? Quanti e quali buchi nella security hanno permesso alla ragazza di colpire il papa? Indagherà la gendarmeria vaticana. Leggi: indagheranno gli 007 del papa. Quelli raccontati nell’impressionante libro di Eric Frattini: "L’Entità". Da leggere assolutamente.

Confessiamo di essere rimasti colpiti dal bis, noi che ripudiamo la violenza, le spinte, il lancio di oggetti, il menare le mani. Prima un folle colpisce il presidente del consiglio, poi una squilibrata spintona il papa. I due grandi problemi di questo paese: Berlusconi e il papa re. 

L’Italia è stretta in un abbraccio mortale con Berlusconi e con il papa re. Un abbraccio mortale da cui non sa divincolarsi.  

La politica è morta, l’informazione fa quello che può, la società civile anche. Ma Berlusconi e il papa re stanno lì, fanno i danni che fanno.

E’ l’ eutanasia di un paese. "Un paese impazzito", disse Prodi, durante uno dei suoi disperatissimi governi. Un paese impazzito, certo. Dove solo i pazzi vanno dritti al cuore del problema.

 

"L’assessorato regionale trasformato in suk eritreo", scrive Paolo Biondani su L’espresso, "Con i rappresentanti di un feroce regime dittatoriale africano che trattano affari milionari dentro l’ufficio del leader lombardo della corrente ‘Nordestra’, che intanto cavalca il razzismo facendo incetta di spot elettorali e interviste anti-immigrati nelle tv locali foraggiate dal suo assessorato. E fuori dalla porta, una fila di imprenditori italiani che sperano di guadagnare appalti d’oro in Eritrea, uno degli Stati più poveri del mondo, grazie alle raccomandazioni a pagamento del politico lombardo, ora in carcere per altre tangenti".

Non vi perdete la saga dell’arresto di Pier Gianni Prosperini, assessore regionale della Lombardia, castigamatti di immigrati, associazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty, centri sociali, omosessuali.

Forte con i deboli, per Pier Gianni Prosperini è l’inizio della fine:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/prosperini-le-tangenti-eritree-e-il-suk-al-pirellone/2117634&ref=hpsp

Assolutamente da non perdere questi video di pochi minuti, un vero e proprio "best hits 2009":

http://espresso.repubblica.it/multimedia/22156620/1/1

http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/22155951

http://espresso.repubblica.it/multimedia/22157843

 

Quartiere finanziario di una delle più belle metropoli del mondo. Arriva con un vestito elegantissimo. Un diamante al dito. Il sorriso dei vincenti.

Mr. M non è con lui. E’ lontano. Fuori dal continente. "Al telefono, lo chiami solo per nome, mai per cognome", fa lui serissimo. "E’ in ascolto Echelon?", ribattiamo noi con il sorriso impertinente di chi non crede ai complotti universali.

Lui non si scompone, ci  guarda solo per un secondo con l’aria seccata di chi non vuole essere preso in giro. "Lo chiami solo per nome", taglia corto.

Quello che viene fuori in un quarto d’ora di conversazione è il mondo della superclass dell’oro nero. Oggi stanno a Londra, domani in Costa Azzurra, poi partono per la Romania e da lì per la Corea del Sud o il Costa Rica.

Mazzette a go go per almeno tre livelli: il più basso intasca viaggi di piacere, luxury goods ed extra a base di sesso. Il livello top: soldi, tanti soldi su conti all’estero. Consulenze, scatole vuote alle British Virgin Islands, associazioni religiose e umanitarie che fanno transitare soldi.

E quando un blitz strano sposta troppe carte nei loro uffici, nessuna paura. Hanno l’intero globo per scappare. Con comodo. Senza paura. Con i comfort e i luxury goods per continuare a godersela. Impuniti. Al di sopra della legge. Di ogni legge. 

 

La violenza e l’attacco fisico non sono MAI giustificabili. MAI. Neppure contro un capo del governo dalle pulsioni autoritarie, che attacca sistematicamente magistrati, istituzioni democratiche, stampa, urlando al complotto contro chiunque pretenda il rispetto delle regole della democrazia.

La cosa che ci ha colpito è stato l’atteggiamento del Berlusca: subito dopo il lancio dell’oggetto che l’ha ferito al volto, la security ha spinto Berlusconi in macchina per proteggerlo, ma lui ne è uscito per mostrare a tutti il sangue, voltandosi verso pubblico e telecamere. Una scena impressionante e che, in presenza di attentatori veramente determinati, come non era Tartaglia (un povero cristo con problemi psichiatrici), avrebbe esposto il primo ministro a un rischio aggiuntivo.

Guardate la cronaca di Rainews24 che descrive la scena:

http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=17606

Insomma, perfino in situazioni in cui è in gioco l’incolumità personale, Berlusconi non resiste alla tentazione di bucare il video. Una scena inquietante, una spia di come è ridotta la nostra democrazia, dove la politica è ormai manipolazione mediatica: risse, scene madri, fotogrammi e video che  puntano alle pulsioni più virulente e basiche dell’elettorato.

Resta poi l’interrogativo più grande: che cosa non ha funzionato nella sicurezza?

"Un centinaio di agenti, tecnologie supersofi­sticate, collegamento costante tra tutti gli ad­detti al servizio di scorta e con le centrali ope­rative di polizia e carabinieri: a proteggere Ber­lusconi ci sono uomini che lui stesso ha scel­to, alcuni lo seguono da quando era alla Finin­vest", scrive oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere. "Fino al 2007 erano inquadrati all’interno del Cesis, l’organo di coordinamento dei servi­zi segreti, ma con piena autonomia. E anche ora che dipendono dall’Aisi, l’ intelligence in­terna, sono di fatto svincolati da qualsiasi ti­po di gerarchia".

Da leggere assolutamente:

http://www.corriere.it/politica/09_dicembre_14/sarzanini_27efe53a-e87d-11de-b930-00144f02aabc.shtml

 

"Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle una notizia: lei è un uomo del secolo scorso", scrive Alessandro Gilioli sul suo blog per L’ESPRESSO.

"Siamo qui a comunicarle che lei è un uomo del tempo in cui bastava avere tre o quattro televisioni per imporre un modello culturale, un sogno fasullo, un partito creato a tavolino in una concessionaria di pubblicità.

Un uomo del tempo in cui comunicazione voleva dire pochi grandi proprietari di mass media che potevano fare e disfare la realtà a loro piacimento, stabilire ciò di cui si doveva avere paura e ciò che si doveva desiderare.

Un uomo del tempo in cui lei poteva entrare nelle case, nelle teste e nell’anima delle persone mescolando bugie e illusioni per modellarle secondo i suoi interessi prima economici e poi politici.

Bene, presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che quel tempo è finito".

Da leggere assolutamente:

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/12/05/un-uomo-del-secolo-scorso/