X è una fonte diplomatica molto informata sul dossier nucleare iraniano. L’abbiamo intervistata per capire che sta succedendo.
X: Nessuno ha idea di cosa stia succedendo esattamente all’interno delle alte gerarchie che controllano il programma nucleare iraniano. Il responsabile, il vicepresidente Gholam Reza Aghazadeh, si è dimesso: le dimissioni sono state rese note la scorsa settimana, ma in realtà risalgono a 3 settimane fa. Nessuno ne era al corrente, neppure il diplomatico a cui le dimissioni andavano comunicate per primo: l’ambasciatore iraniano all’IAEA.
Negli ambienti diplomatici, queste dimissioni come vengono interpretate?
X: Nessuno ha idea di cosa stia succedendo nella catena di comando.
A che punto è il programma nucleare iraniano?
X: Il programma va avanti come sempre, senza intoppi. Se continuano di questo passo, hanno uranio grezzo (yellowcake) per un anno
All’Iran sono stati imposti ben 3 round di sanzioni dal Consiglio di Sicurezza ONU. Le sanzioni avrebbero dovuto stoppare il flusso di materiali e tecnologie necessarie per il programma di arricchimento dell’uranio. E invece no. L’arricchimento continua e nessuno capisce da dove riescono a rifornirsi,gli iraniani. Dove prendono i loro materiali?
X: Attualmente, il programma più forte è quello delle centrifughe P1, che sono di alluminio T6-7075: un materiale che avevano accumulato in abbondanza. Gli altri modelli di centrifughe più avanzate, tipo quelli in acciaio maraging o in carbon fibers, sono solo dei prototipi, quindi richiedono poco materiale, che l’Iran ha sicuramente in piccole quantità.
La possibilità di un attacco israeliano è concreta?
X: Il rischio c’è, ma non per i prossimi 2-3 mesi…
Che bombarderebbero, gli israeliani? Quello iraniano non è un programma tipo quello di Saddam o della Corea del Nord, in cui c’è un reattore, e, una volta colpito quello, il gioco è fatto. Quello iraniano è un programma basato sulle centrifughe, che si possono nascondere ovunque: anche in un normale capannone industriale…
X: sì, è così. Gli israeliani potrebbero bombardare gli impianti di Natanz, dove viene arricchito l’uranio. Ma con quali risultati? Sarebbe solo una prova muscolare, che spingerebbe gli iraniani ancora di più nella clandestinità, il programma andrebbe underground e l’IAEA ne perderebbe il controllo: una catastrofe.