Strangelove non tornerebbe sul tema del terrorismo nucleare, se un commento, peraltro gradito, di Loretta Napoleoni su questo blog non avesse riportato il discorso sulla questione.
La situazione italiana e mondiale è tale da far passare in secondo piano quello che, di fatto, è un evento veramente improbabile: un attacco terroristico con un’arma nucleare. Lo sappiamo benissimo quanto sia ALTAMENTE IMPROBABILE e lo abbiamo scritto con tutta l’enfasi possibile.
Ieri, l’Ansa riportava la "favelizzazione" del mondo: grandi città come Parigi, Roma sempre più assediate da favelas, dove vivono in condizioni disperate milioni di esseri umani. Stiamo tornando a 200 all’ora verso una società subumana, dove una ristrettissima élite è VERGOGNOSAMENTE ricca e intorno c’è l’oceano dei disperati, "Il popolo degli Abissi" di Jack London.
Torniamo sul discorso terrorismo nucleare solo perché tirati in ballo. E ripetiamo, a scanso di ogni possibile equivoco, quanto apprezziamo i lavori di Loretta Napoleoni: da "Terrorismo S.p.A." a "Economia Canaglia".
Dell’ultimo libro della Napoleoni e di Ronald Bee, "I numeri del Terrore", condividiamo al 100% la tesi di fondo: 1) Bush e la sua cricca hanno inaccettabilmente perseguito una politica della paura e gonfiato, fino all’insostenibile, la minaccia di un gruppo terroristico che riesca a mettere a segno un attentato con un’arma nucleare. SACROSANTO. 2) Un’informazione allarmistica, superficiale e catastrofista ha fatto da cassa di risonanza alle follie neocon. SACROSANTO. 3) "I veri pericoli che corre l’Occidente sono quelli creati dalla politica della paura perseguita dai suoi governi: crisi energetica, anarchia dei mercati, stagnazione economica e impoverimento generale". SACROSANTO.
Ma ripetiamo: una cosa è dire che l’allarme terrorismo nucleare è stato gonfiato, un’altra è dire che è un mito, un problema di cui l’opinione pubblica dovrebbe preoccuparsi quanto un attacco da un’altra galassia.
Loretta Napoleoni ci ha fatto presente di accettare qualunque critica purché fondata su fatti, non supposizioni. Riteniamo di avere esposto i fatti già nel nostro intervento precedente:
http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/18642712/Loretta+Napoleoni%3A+i+numeri+de
Ma mettiamo in fila le nostre obiezioni, anche se questo richiederà, purtroppo per voi, un lungo post.
Nel loro libro, Napoleoni e Bee liquidano GIUSTAMENTE la possibilità che un gruppo terroristico acquisisca la bomba attraverso uno stato canaglia, o addirittura, partendo dall’arricchimento dell’uranio. SACROSANTO. Lo scenario ‘terrorista che ottiene la bomba dallo stato canaglia’ è PURA PROPAGANDA neocon. E quello ‘terrorista che per costruire la bomba parte dall’arricchimento dell’uranio’ è una follia. Non esiste un solo esperto al mondo che sostenga la plausibilità di questa ipotesi.
Qual è, allora, lo scenario più probabile, SEPPURE ALTAMENTE IMPROBABILE? Quello di un gruppo terroristico, dotato di molti soldi e qualche buon fisico, che acquisisca illegalmente il materiale fissile (uranio arricchito weapon grade o anche plutonio, che però è MOLTO difficile da far esplodere) e lo usi per costruire un ordigno nucleare rudimentale ( ma comuque nucleare! ) con metodo di detonazione Gun ( quello della bomba di Hiroshima ).
Come potrebbe acquisire il materiale fissile, un gruppo terroristico? Rubandolo, pagando, corrompendo. Nel mondo ce ne sono quantità folli. Rubarlo è MOLTO difficile. E rubarlo in quantità sufficienti per la bomba è ECCEZIONALMENTE DIFFICILE. D’accordo. Quanto difficile esattamente? Dio solo lo sa. L’unica cosa certa è che, ad oggi, non è mai successo. Ma basta questo per dire che non succederà MAI per nessuna ragione al mondo? No.
Preso atto che la via più plausibile è quella del furto di materiale fissile, è chiaro che è fondamentale un’efficace azione di contrasto e controllo. Come stiamo messi in questo senso? Meglio di come crede l’uomo della strada, che tende a pensare che tutto sia allo sfascio. Non è vero, i controlli esistono. Ma basta questo a farci dormire sonni assolutamente tranquilli?
L’allarme terrorismo ha prodotto alcune misure di alto profilo, come la risoluzione ONU 1540 del 2004
La trovate in questo elenco:
http://www.un.org/Docs/sc/unsc_resolutions04.html
questa risoluzione impone a tutti gli stati membri di mettere in atto controlli seri, che impediscano la proliferazione delle armi di distruzione di massa e l’ipotesi sciagurata che i materiali per costruirle finiscano nelle mani di un gruppo di terroristi. Fantastico, bellissimo. Peccato che il mondo reale funzioni diversamente e in una realtà in cui non ci sono i soldi per le urgenze immediate, ci saranno i soldi per attuare la 1540?
Nella relazione annuale al Parlamento dall’ingombrante titolo: "RELAZIONE SULLE OPERAZIONI AUTORIZZATE E SVOLTE PER IL CONTROLLO DELL’ESPORTAZIONE, IMPORTAZIONE E TRANSITO DEI MATERIALI DI ARMAMENTO NONCHÉ DELL’ESPORTAZIONE E DEL TRANSITO DEI PRODOTTI AD ALTA TECNOLOGIA", un paese come l’Italia scrive da anni che "non è stato possibile attivare, per carenza di risorse, quei controlli, sia preventivi che successivi espressamente demandati alla scrivente amministrazione […] che lo stesso Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con Risoluzione 1540 (2004) , del 28 aprile 2004, ha formalmente chiesto di attivare a tutti gli stati membri".
Chi legge questo blog conosce questi problemi e sa di cosa parliamo.
Il grande esperto di intelligence americana, Jeffrey Richelson, ha raccontato quello che dovrebbe essere il migliore gruppo al mondo per il contrasto del terrorismo nucleare: l’americano NEST.
L’articolo di Richelson lo trovate sul "Bulletin of the Atomic Scientists", marzo-aprile 2004 e dal titolo "Defusing Nuclear Terror".
Se il NEST, che è il migliore sulla piazza, ha i problemi che ha, vogliamo credere che gli altri possano fare di meglio?
Prendiamo gli scanner per rivelare la presenza di materiale come l’uranio arricchito (HEU) e il plutonio nei container spediti dai porti. Hanno limiti ricostruiti anche da riviste serie, come l’inglese New Scientist:
http://technology.newscientist.com/channel/tech/mg18825225.800-improved-xray-vision-to-stop-nuke-smugglers.html
questi limiti sono stati superati completamente? Abbiamo finalmente una tecnologia perfetta? Strangelove crede che nessun comune mortale abbia una risposta certa a questa domanda. Questi argomenti sono coperti da segreto: porti, aeroporti, servizi di sicurezza non renderanno mai noto il margine di errore degli scanner, perché ovviamente un malintenzionato potrebbe usare l’informazione per aggirare i controlli.
Parliamo infine delle tecniche della cosiddetta disciplina del nuclear forensic per cui, dato l’uranio arricchito o il plutonio, è possibile risalire alla loro provenienza. In teoria, queste tecniche sono un preziosissimo deterrente contro un attacco terroristico nucleare e spieghiamo anche il perché, visto che non tutti sanno di cosa si tratta.
Con gli stati vale la deterrenza nucleare: anche lo stato nucleare più scriteriato del pianeta sa benissimo che, se si azzardasse a usare un’arma nucleare contro una potenza nucleare nemica, dopo qualche minuto subirebbe una rappresaglia nucleare devastante.
Con i gruppi terroristici, invece, la deterrenza nucleare fa flop, ma non perché siano matti o irrazionali, come tendono a rappresentarli i media occidentali, quanto piuttosto perché, non avendo un territorio o una popolazione da proteggere, non temono una rappresaglia nucleare. Se Bin Laden e i suoi attaccassero NY con un’atomica, gli USA chi potrebbero bombardare per rappresaglia con le loro 5.000 atomiche? Le madrasse pakistane?
Dopo l’11/9, Bush ha lanciato un avvertimento: se attaccati con un’arma nucleare da un gruppo terroristico, metteremo i nostri esperti al lavoro per risalire alla provenienza del materiale fissile usato nell’attacco e, una volta risaliti allo stato di provenienza dell’uranio o del plutonio, sarà bene che il paese in questione traslochi su un altro pianeta…
Ottimo: trovato il deterrente nucleare per i terroristi. Ma anche qui: quanto è forte questo deterrente? Dipende da quanto sono efficaci queste tecniche per stabilire la provenienza del materiale fissile. E quanto lo sono? Mistero della fede.