Archivi per il mese di: aprile, 2011

"E' uno dei documenti più impressionanti dell'ultima ondata di cablo diffusi da WikiLeaks, che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, sul campo di concentramento costruito per custodire e interrogare i presunti combattenti fondamentalisti. In questo cablo inedito, l'ambasciatore Jim Nicholson, l'ex colonnello dei berretti verdi mandato da Bush in Vaticano, riporta i commenti del monsignore, descritto come una sorta di nostalgico della dittatura di Buenos Aires: "Come argentino, Montemayor si trova in acque familiari, legalmente ed eticamente, nello sviluppo del suo approccio a Guantanamo. E si è chiesto se i tribunali militari argentini del passato potranno presto trovare i loro equivalenti americani".

Trovate qui l'articolo nostro e del collega Gianluca Di Feo che racconta il collaborazionismo del Vaticano su Guantanamo:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-chiesa-approvo-guantanamo/2150212

 
 

"L'elezione di un papa tedesco è stato un brivido per la Casa Bianca. La sua scheda personale, compilata dall'ambasciata americana alla vigilia del conclave, si apre ricordando i mesi del 1945 trascorsi da Joseph Alois Ratzinger nell'artiglieria contraerea del Terzo Reich. E subito dopo gli analisti di Washington si chiedono: "La mafia polacca" – letteralmente – a cui Karol Wojtyla si è affidato ora verrà rimpiazzata da "una mafia tedesca"?

 
I cable della diplomazia Usa ottenuti da WikiLeaks, che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, mostrano invece come i trascorsi bellici di Benedetto XVI, che ha vissuto le devastazioni del conflitto mondiale, lo rendano ancora più determinato del suo predecessore nel condannare tutte le guerre". 

Trovate su L'ESPRESSO  in edicola oggi l'articolo a firma nostra e del collega, Gianluca Di Feo, sui segreti del Vaticano rivelati da WIKILEAKS

 

Che Frattini sia l'uomo su cui gli americani puntano non c'è dubbio: tutti i cablo di WIKILEAKS hanno permesso di capirlo.

Ora, però, grazie ai cablo su GUANTANAMO, che pubblichiamo in esclusiva su ESPRESSO E REPUBBLICA,  viene fuori il ruolo di Frattini e Alfano nell'affare Guantanamo.

Trovate su REPUBBLICA  di oggi l'ultimo lavoro a firma nostra e di Carlo Bonini:

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/27/news/guantanamo_cos_l_italia_aiut_gli_usa-15426674/

 

"Spesso la "Joint task force" deve arrendersi all'evidenza dell'errore, peggio, della truffa con cui innocenti raccattati sui fronti di guerra sono stati avviati all'Inferno cubano. E' la storia di Abdullah Bayanzay, afgano di 42 anni, internato numero 360. "Soffre di tubercolosi latente – annota la sua scheda – ma per il resto è in buone condizioni di salute". E' arrivato a Guantanamo l'11 giugno del 2002, "trasferito per le possibili conoscenze dell'area di Kunduz". Il poveretto della situazione militare di Kunduz non sa un bel nulla. Si è ritrovato intruppato con i Taliban perché "sorteggiato in una lotteria" con cui i vecchi della sua tribù, "per evitare ritorsioni", hanno tirato a sorte chi debba rispondere alla coscrizione".

Trovate su REPUBBLICA  il nostro ultimo lavoro a firma nostra e di Carlo Bonini:

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/26/news/wikileaks_documenti-15379616/?ref=HREC1-7

E venerdì su L'ESPRESSO  vi riveleremo il seguito dell'inferno di Guantanamo.

ESPRESSO  e REPUBBLICA hanno avuto accesso in eclusiva ai file con: WASHINGTON POST, DER SPIEGEL, TELEGRAPH, LE MONDE, EL PAIS, AFTONBLADET.

Il materiale è stato consegnato a noi dalla banda di Julian Assange, in una delle "operazioni alla Julian"

L'esclusiva è stata "scoopata" dal New York Times: chi ha passato i documenti al Times? Fonti giornalistiche o fonti di tipo diverso per distruggere i rapporti di WIKILEAKS con il Quarto Potere?

Date a Cesare quel che è di Cesare. Ma quando il Cesare della Casa Bianca deve impugnare le armi si rivolge al Papa, cercando una benedizione per la "guerra giusta" o quantomeno "una neutralità positiva" che non comprometta i piani di battaglia americani. I dossier segreti ottenuti da WikiLeaks, che "l'Espresso" pubblica in esclusiva, rivelano le manovre della diplomazia statunitense negli ultimi anni di Karol Wojtyla, che verrà proclamato beato il primo maggio. 

Trovate qui l'ultimo lavoro nostro e del collega Gianluca Di Feo per L'ESPRESSO: 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/obiettivo-arruolare-wojtyla/2149795

 

Dal 2008 non ci perdiamo una puntata di tutto quel mondo in ebollizione che è il whistleblowing, ovvero la capacità di far filtrare informazioni compromettenti e riservate su aziende, banche, eserciti, che commettono crimini di ogni genere. E' il sogno di chiunque abbia a cuore la giustizia: fare il culo a chi comanda. E farlo con tanto di carte alla mano che inchiodano il bastardo di turno.


Tre anni fa, quando una nostra fonte di altissimo livello nel mondo della crittografia ci avvertì di "dare uno sguardo a quella banda" (WikiLeaks), capimmo di essere stati catapultati in una nuova guerra delle informazioni, che avrebbe cambiato il mondo. E' stato così. E in questi 3 anni abbiamo studiato così a fondo l'ambiente che spesso ci siamo sorpresi a entusiasmarci o a spaventarci, perché non abbiamo conosciuto solo WikiLeaks e i suoi slanci idealistici. Nel sottobosco, abbiamo anche visto "il lato oscuro della forza": personaggi inquietanti, infiltrati, gente da cui stare alla larga come dalla centrale di Fukushima

 

Insomma, dopo 3 anni di prima linea nel mondo del whistleblowing internazionale, crediamo di avere il polso della situazione e di capire chi fa cosa.

Per esempio, oggi su LA STAMPA c'è questo video: viene dal Festival del Giornalismo di Perugia, dove un gruppo di attivisti ha presentato "GlobaLeaks", che la STAMPA definisce "Il WikiLeaks creato dagli italiani":

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/scienze-e-tecnologie/lstp/37911/

Ci siamo interessati molto all'iniziativa e siamo andati sul sito dell'organizzazione:

http://www.globaleaks.org/

Nella sezione "About us", abbiamo letto: "GlobaLeaks is not an organization running leaking infrastructure, it is not an organization doing editing or publishing of news, we just want to propose a concept, evaluate it’s feasibility, develop it and provide the software to volunteers that will independently decide to run a GlobaLeaks routers (just like Tor does)".

E' questa la chiave fondamentale per capire che GlobaLeaks non è neppure paragonabile con WikiLeaks: GlobaLeaks non offre un'infrastruttura per le leaks ("is not an organisation running a leaking infrastructure"), che è il "servizio" più rognoso del mondo per un gruppo di attivisti che si propongano di fare whistleblowing. Questo "servizio" consiste nel riuscire a mettere in piedi un'architettura informatica e nel darsi uno status giuridico tali che l'organizzazione è in grado di far filtrare documenti senza che le fonti siano rintracciabili e senza che la piattaforma possa essere "tirata giù" tecnicamente oppure legalmente su decisione del magistrato di turno.  In altre parole: offrire un'infrastruttura a prova di censura legale e/o illegale e che sia RAGIONEVOLMENTE sicura per le fonti (come in tutte le cose umane, NIENTE SARA' MAI SICURO AL 100%. LA SICUREZZA ASSOLUTA NON E' DEL REGNO DEGLI UOMINI…).

 

7 operai bruciati vivi.

Omicidio volontario.

16 anni e 6 mesi di carcere all'AD di Thyssen, Harald Espenhan

13 anni e 6 mesi ai manager di Thyssen: Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafuerri

10 anni e 10 mesi al manager Daniele Moroni. 1 anno e 10 mesi in più di quelli richiesti dalla Procura per Moroni

Ci siamo occupati a lungo di ThyssenKrupp per un'inchiesta per L'ESPRESSO, che trovate qui:
 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/laltra-thyssen/2101806
 

Per 3 mesi siamo andati a Terni, sede del quartier generale della Thyssen in Italia, e siamo rimasti profondamente colpiti dall'assoluta subordinazione di un'intera città alla multinazionale.

Una città di circa 100mila abitanti, dove Thyssen ne mantiene complessivamente circa 20mila, completamente sotto scacco, terrorizzata che "se sbaracca la Thyssen, Terni è finita".
 


Il Giappone ha finalmente ammesso la verità: l'incidente di Fukushima è di livello 7. Il livello più alto della scala INES: la scala internazionale che misura la gravità degli incidenti nucleari.

Qui il comunicato dell'IAEA:

http://www.iaea.org/newscenter/news/tsunamiupdate01.html

In un briefing di ieri, 6 aprile, l'Agenzia internazionale per l'Energia atomica dell'ONU (IAEA) ha confermato che: 

"Overall, the situation at the Fukushima Daiichi plant remains very serious".

Qui l'integrale del briefing:

http://www.iaea.org/newscenter/news/tsunamiupdate01.html

 

Leggiamo sul blog di Beppe Grillo il post di un lettore che arriva a scrivere che "il nucleare civile è molto peggio di quello militare":


http://www.beppegrillo.it/2011/04/il_nucleare_civ.html

bisogna avere una cognizione del nucleare altamente confusa per arrivare a scrivere che:

"Un'esplosione atomica sprigiona immediatamente una grande energia distruttiva, ma la contaminazione é inferiore, visto che gran parte del combustibile viene "bruciato" nella reazione stessa".

Nell'esplosione di Hiroshima sono stati ammazzati in un secondo 140mila esseri umani. A questi vanno poi aggiunti quelli morti nel periodo 6 agosto 1945-31 dicembre 1945: almeno altre 60mila persone.

Paragonare Hiroshima a Fukushima è un delirio. E veramente significa non sapere di cosa si sta parlando.

Detto questo, con Fukushima, l'industria nucleare ha PURTROPPO dimostrato ancora una volta che, in 60 anni di nucleare, rimane sempre la stessa. Una brutta brutta storia.

I giapponesi della TEPCO e il governo stando tenendo un comportamento inaccettabile.

1) L'agenzia internazionale per l'energia atomica dell'ONU ha consigliato di evacuare tutta l'area compresa nel raggio di 40 Km dalla centrale. Ma il Giappone se ne frega e continua a mantenere il raggio di evacuazione entro i 20 Km.

2) l'ISIS, un instituto indipendente di grandissimo prestigio guidato dall'ex ispettore dell'IAEA, David Albright, continua a portare le prove che l'incidente di Fukushima è di livello 6 della scala INES, e invece il Giappone continua a insistere che è livello 5. Come se la cosa fosse indifferente. Come se non fosse importante catalogarlo per quello che è, in modo da prendere le misure necessarie per limitare i danni.

3) la TEPCO ha ritardato fino all'ultimo la manovra che prevedeva di gettare acqua di mare sui reattori a rischio di fusione perché voleva evitare in ogni modo di rovinarli (l'acqua di mare  rende inutilizzabili i reattori.) Pur di salvare il proprio profitto economico, la TEPCO ha messo a rischio mezzo mondo.

4) stando a Reuters, la TEPCO starebbe assumendo operai per 2.500 euro a turno di nemmeno un'ora (perché nessuno può resistere tanto in un'area contaminata).
Quando 3 anni fa siamo andati in Giappone su invito degli hibakusha (i sopravvissuti alla bomba atomica), alcuni di loro ci hanno spiegato come fa l'industria giapponese a far risultare che i lavoratori delle centrali sono in ottima salute: esternalizzano i lavori più pericolosi e, poiché i dati  sulla salute dei lavoratori vengono raccolti solo sugli operai interni all'azienda, tutto risulta tranquillo e rassicurante. Un trucchetto vecchio come il mondo.