Archivi per la categoria: complesso militare-industriale

Attenzione, le immagini che vedrete nei link qui sotto sono choccanti.


Sono le foto delle vittime del blitz per uccidere Bin Laden

Queste immagini sono di proprietà della REUTERS.

I giornali italiani le hanno pubblicate tagliando il diluvio di sangue.

Ieri Reuters le aveva acquistate e pubblicate, poi il sito Cryptome ha segnalato che erano improvvisamente  sparite dal sito REUTERS:

http://cryptome.org/eyeball/reuters-dead/reuters-dead.htm

E infine ricomparse sullo stesso sito:

http://www.reuters.com/subjects/bin-laden-compound

 

 

  Da qualche settimana abbiamo accesso alle schede personali dei 779 detenuti detenuti di Guantanamo che ci sono state consegnate per L'ESPRESSO e LA REPUBBLICA da WikiLeaks.

Leggendole, si materializzano storie incredibili. Ci sono geni del male, certo. "Worst of the worst", disse Dick Cheney. Il peggio del peggio. Ma ci sono decine e decine di persone innocenti.

"E' un povero agricoltore catturato per sbaglio".

"E' qui perché conosce i sentieri tra Afghanistan e Pakistan. E' un detenuto che non ha mai minacciato gli USA e i loro interessi".

"E' stato arruolato a forza nei Talibani: se il suo villaggio non forniva soldati ai Talibani, sarebbe andato incontro a rappresaglia devastante. Quando sono arrivate le truppe dell'Alleanza del Nord [antitalibana, ndr] lo hanno arrestato e poi ci è stato consegnato".

"E' stato convinto a arruolarsi nella jihad per riparare al peccato dei rapporti sessuali prematrimoniali e del fumo di oppio. Non è una minaccia per gli Usa e i loro interessi".

Impossibile non vedersi davanti agli occhi quelle immagini dei cani usati per le torture dei detenuti, il waterboarding e tutte le atrocità della guerra al terrorismo. E quegli psichiatri dei BSCTs: i famigerati "biscuits", team di psichiatri che dirigevano le torture dei detenuti. Dalle schede escono particolari inquietanti sui BSCTs.

Poi abbiamo visto come gli USA hanno terminato Bin Laden. L'hanno freddato con un colpo alla testa, come neppure avevano fatto con i più grandi criminali della storia: i gerarchi nazisti.


Con la scusa di distruggere la sua rete del terrore, gli Stati Uniti hanno messo in piedi due guerre micidiali.  Solo in Afghanistan, hanno bruciato finora 500 miliardi di dollari, dissanguando un'intera nazione.

Hanno costruito un sistema di sorveglianza di massa affidato alla NSA, degno di una distopia alla Orwell di '1984'. Un sistema che sfugge a qualsiasi controllo democratico.

Hanno creato lager come Guantanamo e Abu Ghraib. Arruolato migliaia di torturatori a contratto.

Almeno per quello che se ne sa finora, Bin Laden è stato fottuto dai corrieri: come un Provenzano qualsiasi. La nostra polizia e i nostri carabinieri non avevano satelliti. Non avevano la NSA. Non avevano squadre di torturatori. Non avevano 500 miliardi di dollari. Eppure l'hanno preso. Chiuso per sempre in una prigione. Trattato come va trattato un essere umano in una democrazia (più o meno allo sfascio, ma una democrazia).


Oggi la stampa mondiale va dietro all'elicottero invisibile usato nel blitz. Al computer dei segreti. Misteri appassionanti, certo. Ma sul complesso militare-industriale, grande burattinaio di queste guerre e atrocità, nessuno scrive una riga.

Esattamente 50 anni fa, un grande generale come Dwight Eisenhower aveva cercato di mettere in guardia il mondo sul complesso militare-industriale.

Da grande militare qual era, Eisenhower aveva capito che quella 'macchina' avrebbe portato allo scatafascio la nazione che aveva servito e, con essa, il mondo intero. Inutile.

Un mostro che può ordinare guerre da 500 miliardi dollari, quanti grandi giornalisti avrà sul libro paga? Speriamo di scoprirlo, prima o poi. Grazie a WikiLeaks…


  


Il Giappone ha finalmente ammesso la verità: l'incidente di Fukushima è di livello 7. Il livello più alto della scala INES: la scala internazionale che misura la gravità degli incidenti nucleari.

Qui il comunicato dell'IAEA:

http://www.iaea.org/newscenter/news/tsunamiupdate01.html

In un briefing di ieri, 6 aprile, l'Agenzia internazionale per l'Energia atomica dell'ONU (IAEA) ha confermato che: 

"Overall, the situation at the Fukushima Daiichi plant remains very serious".

Qui l'integrale del briefing:

http://www.iaea.org/newscenter/news/tsunamiupdate01.html

 

Leggiamo sul blog di Beppe Grillo il post di un lettore che arriva a scrivere che "il nucleare civile è molto peggio di quello militare":


http://www.beppegrillo.it/2011/04/il_nucleare_civ.html

bisogna avere una cognizione del nucleare altamente confusa per arrivare a scrivere che:

"Un'esplosione atomica sprigiona immediatamente una grande energia distruttiva, ma la contaminazione é inferiore, visto che gran parte del combustibile viene "bruciato" nella reazione stessa".

Nell'esplosione di Hiroshima sono stati ammazzati in un secondo 140mila esseri umani. A questi vanno poi aggiunti quelli morti nel periodo 6 agosto 1945-31 dicembre 1945: almeno altre 60mila persone.

Paragonare Hiroshima a Fukushima è un delirio. E veramente significa non sapere di cosa si sta parlando.

Detto questo, con Fukushima, l'industria nucleare ha PURTROPPO dimostrato ancora una volta che, in 60 anni di nucleare, rimane sempre la stessa. Una brutta brutta storia.

I giapponesi della TEPCO e il governo stando tenendo un comportamento inaccettabile.

1) L'agenzia internazionale per l'energia atomica dell'ONU ha consigliato di evacuare tutta l'area compresa nel raggio di 40 Km dalla centrale. Ma il Giappone se ne frega e continua a mantenere il raggio di evacuazione entro i 20 Km.

2) l'ISIS, un instituto indipendente di grandissimo prestigio guidato dall'ex ispettore dell'IAEA, David Albright, continua a portare le prove che l'incidente di Fukushima è di livello 6 della scala INES, e invece il Giappone continua a insistere che è livello 5. Come se la cosa fosse indifferente. Come se non fosse importante catalogarlo per quello che è, in modo da prendere le misure necessarie per limitare i danni.

3) la TEPCO ha ritardato fino all'ultimo la manovra che prevedeva di gettare acqua di mare sui reattori a rischio di fusione perché voleva evitare in ogni modo di rovinarli (l'acqua di mare  rende inutilizzabili i reattori.) Pur di salvare il proprio profitto economico, la TEPCO ha messo a rischio mezzo mondo.

4) stando a Reuters, la TEPCO starebbe assumendo operai per 2.500 euro a turno di nemmeno un'ora (perché nessuno può resistere tanto in un'area contaminata).
Quando 3 anni fa siamo andati in Giappone su invito degli hibakusha (i sopravvissuti alla bomba atomica), alcuni di loro ci hanno spiegato come fa l'industria giapponese a far risultare che i lavoratori delle centrali sono in ottima salute: esternalizzano i lavori più pericolosi e, poiché i dati  sulla salute dei lavoratori vengono raccolti solo sugli operai interni all'azienda, tutto risulta tranquillo e rassicurante. Un trucchetto vecchio come il mondo.

 

 

Da 4 anni. Lo conosciamo da 4 lunghi anni. Ogni volta appuntamento in un caffè. Lui ordina sempre la stessa cosa. Sempre gli stessi gesti.

Niente sembra poter bucare quella routine e il suo spleen.

Mai un sorriso aperto. Al massimo una smorfia, che gli allunga le labbra sottili fino a trasformarsi in un taglio che sembra squarciargli la faccia.

Con lui abbiamo imparato a prendere pochissimi appunti. E a non tornare mai due volte su uno stesso argomento. Se capisce che siamo troppo interessati a qualcosa, mette in atto una delle sue strategie per fiaccare la nostra attenzione: una valanga di chiacchiere inutili che farebbe stramazzare al suolo chiunque.

"La campagna ‘banche armate’ per esporre gli istituti di credito italiani più implicati nel commercio di armi italiane all’estero", ci aveva detto con il suo tipico tono apatico, " ha danneggiato pesantemente le banche. Per ragioni di immagine, nessuno fiata, ma è così".

Stasera, leggendo questa interpellanza dei senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca:

http://blog.donatellaporetti.it/?p=1342

 ci sono tornate in mente quelle parole.

A quanto pare, qualcuno ha provveduto a togliere il disturbo alle banche.  I senatori Perduca e Poretti, infatti, fanno notare che, nella relazione sul commercio degli armamenti per l’anno 2009 ( il documento che ogni anno ricostruisce nel dettaglio quante armi esporta l’Italia, in quali paesi, ecc. )  è sparito proprio l’allegato "Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito". Guarda caso…

Le banche italiane sono armate fino ai denti. Ma non si deve sapere in giro. Gli affari prosperano nella discrezione. Ha ragione l’uomo nell’ombra.

 

 

Se ne è andato a 93 anni, Robert McNamara.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/8136595.stm

Per molti è stato un grande "sonovabitch". Sì, un "gran figlio di puttana"… E’ così che lo abbiamo sentito chiamare.

Ma chiacchierando con chi lo conosceva bene e con lui aveva condiviso alcuni segreti scottanti della Guerra fredda e di quella in Vietnam, ci siamo fatti un’idea diversa di Robert McNamara. Confessiamo: ne abbiamo subito il fascino.

E confessiamo un’altra cosa: sarà per via del nostro background culturale, ma la Cold War ci "sta più simpatica" ( per dirla con le parole della Serracchiani…) della War on Terror.

La Guerra fredda è stata atroce, ma ne siamo usciti vivi. La guerra al terrorismo, con questa banda di pazzi furiosi, invasati dalla religione, con l’irrazionalità dilagante e manipolatoria dei cristiani rinati di Bush e dei fondamentalisti islamici di Bin Laden, ci fa molto più paura.

I calcoli del criminale John von Neuman, l’eccesso di razionalità di un guerrafondaio come Herman Kahn ci hanno portato a un passo dal baratro, da quella guerra nucleare che avrebbe potuto chiudere per sempre l’avventura umana sulla Terra. Ma siamo ancora qui. Certo, il rischio è stato altissimo… Basta pensare alla crisi dei missili di Cuba… Ma se siamo qui,  vuol dire solo una cosa: la razionalità ha funzionato. A carissimo prezzo, ma ha funzionato.

Il fanatismo religioso, invece, potrebbe portarci là dove la Guerra fredda non ci ha portato. Russi e americani non hanno usato la bomba, perché le teorie del criminale John von Neuman avevano spiegato al mondo che una guerra nucleare non avrebbe avuto vincitori e l’esito sarebbe stato uno solo: la distruzione reciproca. Ma con i jihadisti la deterrenza non funziona…E se il "vincere per non morire" è stato il motto dei combattenti di tutte le epoche, i fanatici religiosi ribaltano tutto: "morire per vincere" è la loro strategia. Se avessero la bomba, la userebbero eccome.

C’è un documentario che non vi dovete assolutamente perdere: "The Fog of War", del grande Errol Morris.

Lo trovate qui:

http://www.ibs.it/dvd/8013123002112/robert-mcnamara/fog-of-war-la.html

E’ un CAPOLAVORO. FANTASTICO. Vi racconterà chi era Robert McNamara. Proverete anche voi il fascino per Mc. Scommettiamo?

 

Scudo spaziale: perché Putin e Bush si accedono per un’arma che non funziona

di Stefania Maurizi

Pubblicato sul Venerdì di Repubblica del 12 settembre 2008

Tre sono le ossessioni di un vero repubblicano a stelle e strisce: l’aborto, le tasse e lo scudo missilistico. E l’accordo di queste settimane tra Usa e Polonia, per il dispiegamento in territorio polacco di una parte del controverso scudo, è un messaggio chiaro al mondo: l’America di Bush e dei repubblicani non rinuncerà al sogno di Ronald Reagan e non permetterà che una possibile vittoria di Obama, a novembre, sprofondi per l’ennesima volta il progetto a semplice programma di ricerca militare. E’ anche per questo che i falchi di Washington hanno premuto sull’acceleratore per l’accordo coi polacchi: se i democratici vinceranno le elezioni, se lo ritroveranno come un fatto compiuto, a cui sarà difficile dire no. L’annuncio dell’intesa, arrivato nel bel mezzo del gravissimo conflitto tra Russia e Georgia, non ha fatto che peggiorare la crisi, al punto che Mosca ha risposto immediatamente con un test missilistico e con un avvertimento: “Abbiamo testate in grado di bucare lo scudo”. Insomma, una risposta da Guerra fredda. E del resto, la tecnologia antimissile, che gli americani piazzeranno in Polonia e nella Repubblica Ceca, è figlia della Guerra fredda. Fu l’icona della destra americana, Ronald Reagan, a sognare uno scudo in grado di difendere gli Usa dai missili nucleari dell’Unione Sovietica. Era il 1983. Da allora è passato un quarto di secolo, l’Impero del male è collassato e il mondo è cambiato radicalmente, ma il progetto, pur completamente rivisto e corretto, rimane una vera e propria ossessione per i repubblicani. Perché? E almeno funziona? Tre insider dei circoli di Washington raccontano al Venerdì la corsa allo scudo.

“Il sistema proposto per la Polonia e per la Repubblica Ceca non sta né in cielo né in terra, non è mai stato testato e non ha capacità provate di difendere l’Europa o gli USA in situazioni realistiche”, attacca subito Philip Coyle, “è un sistema che ci sta causando enormi problemi con la Russia e tutto questo per niente”. Esperto eminente di tecnologie militari, dal ’94 al 2001 Coyle ha diretto la divisione del Pentagono che si occupa di testare le armi e oggi è consigliere del prestigioso Center for Defense Information  di Washington. Coyle racconta che pur di giustificare la necessità di uno scudo missilistico, l’Agenzia del governo Usa che ne gestisce lo sviluppo è arrivata a individuare una lista di 20 potenze i cui missili costituirebbero un minaccia per l’America. Iran e Corea del Nord sono ovviamente in testa alla classifica. E fin qui niente di nuovo. Ma quello che lascia interdetti è che tra i 20 ‘nemici’ siano stati inclusi alleati fedelissimi degli Stati Uniti, come Israele! La minaccia, insomma, è stata spudoratamente gonfiata, fino al ridicolo. Ma la cosa che Philip Coyle non riesce proprio a tollerare è che ormai l’intero processo di decisione alla base della costruzione dello scudo è completamente irrazionale. E il sistema proposto per la Polonia è un esempio di questa irrazionalità dilagante. “Ai polacchi”, spiega Coyle, “gli Usa hanno offerto una batteria di missili Patriot. I Patriot, però, funzionano contro i missili nemici a corto raggio, non contro quelli a lungo raggio, che potrebbero arrivare dall’Iran. E quale potrebbe essere una minaccia a corto raggio per la Polonia? La Russia? Se il problema sono i russi, allora la scelta è comunque insensata: Mosca può battere anche la più futuristica difesa antimissile che i polacchi possono concepire”. Coyle chiude con un affondo: “non conosco un solo esperto indipendente che supporti lo scudo missilistico”.  Anche Richard Garwin ce lo ripete. E se lo dice lui, c’è da credergli. Garwin è probabilmente il più grande esperto di armamenti e tecnologia militare in circolazione e, in questa veste, ha consigliato praticamente tutte le amministrazioni, sia repubblicane che democratiche, da Kennedy a Clinton. Ha anche passato la vita all’interno di una delle più misteriose e controverse élite americane: i Jason, un gruppo di una quarantina di cervelli eccezionalmente brillanti – alcuni dei più brillanti di questo pianeta – dalle identità in gran parte sconosciute e che, dal Vietnam all’Iraq, hanno consigliato (e consigliano) il governo Usa in tema di tecnologie strategiche. Garwin liquida con una frase gli enormi problemi tecnici dello scudo: “il sistema funziona solo ed esclusivamente se stati come l’Iran non prenderanno contromisure per aggirarlo, poiché però le contromisure esistono e sono facilmente accessibili, sarà un fallimento”.

Ma se i grandi esperti indipendenti concordano che, tecnicamente, sarà un fallimento, perché Bush e i repubblicani insistono? “Per ideologia”, spiega Lawrence Korb, ex assistente del Segretario alla  Difesa durante l’amministrazione Reagan ed oggi studioso dell’influente think tank progressista Center for American Progress di Washington. Korb racconta che solo i repubblicani duri e puri sostengono il programma di difesa missilistica: “Per loro è un test di fedeltà all’eredità di Reagan”, ci spiega. Korb descrive lo scudo come la risposta della destra americana a un mondo complesso, che richiederebbe un serio impegno diplomatico per risolvere i conflitti tra potenze. Ma poiché i repubblicani vedono le trattative, la diplomazia e l’impegno multilaterale come il fumo negli occhi, cercano soluzioni nella tecnologia. E del resto perché trattare e fare concessioni ad Ahmadinejad o a Putin, se uno scudo potesse veramente azzerare la minaccia dell’Iran o della Russia? Ma il problema è davvero solo ideologico? Philip Coyle ha lavorato abbastanza al Pentagono da conoscere anche troppo bene quel complesso militare-industriale, che vive di guerre, conflitti continui e spese militari folli. “Lo scudo missilistico è il programma di difesa più costoso della storia”, spiega, “dal 1983 ad oggi, gli Usa hanno speso almeno 120 miliardi di dollari. Per i prossimi 5 anni, il Pentagono ha chiesto altri 62,5 miliardi: non si vede la fine”. Chi incasserà  questa valanga di denaro? “Boeing, Raytheon, Lockheed Martin”, dice Coyle, “ma ci sono anche centinaia di aziende minori che lavorano al progetto.” E la Russia starà a guardare? La Russia ha delle buone ragioni per sentirsi minacciata, secondo Coyle: “se il sistema proposto per la Polonia funzionasse davvero contro i missili iraniani, allora funzionerebbe anche contro quelli russi diretti verso l’America. E questo è qualcosa che Mosca non può accettare. Un’altra cosa che preoccupa i russi è l’allargamento della Nato e la creazione di nuove basi americane in un territorio controllato in passato dall’URSS. Questo sistema antimissile richiederà tre nuove basi: una nella Repubblica Ceca e due in Polonia.” Garwin rincara la dose: “Mosca aveva offerto l’uso di un radar già esistente in Azerbaijan, se gli Stati Uniti fossero stati veramente preoccupati per i missili iraniani, avrebbero dovuto accettare”. Poi aggiunge: “Ci sono sicuramente personaggi di alto livello nel governo americano che vorrebbero agitare di nuovo la minaccia russa e la Russia ci mette del suo, con quello che sta facendo in Georgia”. Che conseguenze avrà questo scudo?, chiediamo infine a Coyle. “Il riarmo”, replica pronto, “non è un mondo più sicuro quello che si prepara”.

 

 

La deriva oscurantista di questo paese è sempre più allarmante. A passi neppure tanto piccoli stiamo scivolando nel fondamentalismo religioso della destra americana.

Oggi Repubblica riporta dell’odissea della pillola del giorno dopo:

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/pillola-giorno-dopo/roma-pillola/roma-pillola.html

Ieri di una farmacia che si rifiutava di vendere profilattici, sempre per motivi religiosi.

Finiremo come gli americani? L’emblema è proprio Sarah Palin, la numero due dei repubblicani USA, che manda al settimo cielo giornalisti de Il Foglio come Annalena Benini. La Palin è la sintesi perfetta della destra religiosa americana: sforna 5 figli ed è un’appassionata sostenitrice della National Rifle Association (http://www.nra.org/home.aspx)

Non passa giorno senza appello vaticano contro l’aborto, la contraccezione, la pillola del giorno dopo, la pianificazione familiare, le unioni di fatto, le unioni gay. Sono arrivati a dire che l’aborto è una minaccia alla pace mondiale. Li avete mai sentiti tuonare pubblicamente contro aziende come questa qui sotto? Mai sentito il mullah Ruini emettere una fatwa contro i cattolici che ci lavorano o ci fanno affari?

http://www.simmeldifesa.com/

Per il suo appoggio alle politiche di pianificazione familiare, hanno messo a ferro e fuoco l’ONU. La pressione sui presidenti USA contro l’aborto e le staminali embrionali è costante. Ma li avete mai visti andare a discutere a muso duro con Boeing, Lockheed Martin, Raytheon?  E metterli con le spalle al muro, minacciare il boicottaggio del voto cattolico, fare pressione sui presidenti repubblicani perché non accettino i soldi insanguinati per le loro campagne elettorali?

http://www.raytheon.com/

 

Tutti aspettiamo novembre per le elezioni americane. E in tanti rivogliamo un’America che ci piace: quella del progresso, dei diritti umani, delle conquiste sociali.

Fra pochi giorni Bush sarà nella discarica della storia. Festeggeremo. Ma con Bush non sparirà quel complesso militare-industriale, che dalla guerra di Corea a quella dell’Iraq, passando per il Vietnam all’Afghanistan, vive solo ed esclusivamente di guerre, conflitti continui, armi mostruosamente costose, scudi spaziali, satelliti per "weaponizzare" lo spazio, basi militari.

Sulla base di Vicenza, i giornali hanno scritto molto. Date uno sguardo all’immagine qui sotto. E’ un documento segreto del Dipartimento di Stato americano. E’ stato desecretato dopo 28 anni e Strangelove lo ha ottenuto:

documento_basi

E’ del gennaio 1980 e ha per titolo: "U.S. goals and objectives: Italy". Si tratta di una comunicazione riservata di 8 pagine tra l’Ambasciata americana a Roma e il Dipartimento di Stato.

I paragrafi 7 e 8 parlano delle basi USA e NATO in Italia:

"Gli eventi nel Medio Oriente e in Asia Centrale continuano a sottolineare l’importanza dell’area del Mediterraneo e di conseguenza delle basi Nato e USA in Italia. Queste considerazioni riaffermano la validità dei 2 nostri obiettivi politici all’interno dell’alleanza: A) sollecitare la continua cooperazione dell’Italia per quanto riguarda le basi Usa e Nato sul territorio italiano, B) incoraggiare al massimo gli sforzi italiani. Le misure prese per raggiungere questi obiettivi: tour della Nato, piazzamenti e contatti con i giornali, lezioni, conferenze, consultazioni, operazioni militari congiunte, cooperazione militare".

Visto tutto quello che succede in Iraq, Iran, Libano, Afghanistan e Pakistan, il Medio Oriente e l’Asia continuano ad essere cruciali per gli interessi americani e così le basi USA e NATO in Italia.

Infine, qui troverete delle belle foto di Aviano e Ghedi, che in Italia sono le uniche due basi in cui si trovano le armi nucleari americane:

http://eyeball-series.org/it-vanish/it-vanish.htm