Archivi per il mese di: giugno, 2008

Sì, Dr. Strangelove è un blog di misteri e affari nucleari, di diritti umani e mostri fuori controllo. Ma per oggi facciamo uno strappo per riprendere un grande editoriale di un maestro del giornalismo italiano: Giorgio Bocca.

Sul Venerdì di Repubblica, Bocca scrive:

"….Quando leggo o vedo in televisione le cronache della ricchezza e dello spreco contemporanei, provo, come dovette provarlo Berlinguer, più che un rifiuto morale, o, assieme a  un rifiuto morale, un rifiuto estetico. Per questo si ruba e si uccide? Per passare una sera nel privée di un club da miliardari, mandando giù droga o Dom Pérignon? Per andare alle nozze del padrone del Billionaire, che è di Cuneo come me, ma furbo abbastanza per capire che i suoi clienti sono gli stessi che vanno alle nozze dei politici miliardari cultori del libero mercato? […] Ma sì, non facciamo dell’austerità una questione morale, accontentiamoci di farne una questione di buon gusto. Rubare, uccidere, fare stragi di operai o d’immigrati, per una notte cafona sulla Costa Smeralda?"

Grande Giorgio Bocca!

E attenzione: non dimentichiamo che la stessa Chiesa che ha rifiutato il funerale religioso a Piergiorgio Welby, non si fa problemi con questo capitalismo, arrivando a scomodare gente come il cardinale Paul Poupard, già a capo del Pontificio Consiglio per la Cultura ( ! ), per benedire le nozze del padrone del Billionaire.

Tante novità, anche troppe: questo post sarà una macedonia…

Le "nostre" atomiche, o meglio le atomiche americane in casa nostra. Strangelove ne ha scritto mille volte… Sapete già del rapporto ottenuto da Hans Kristensen sulle armi nucleari in Europa? Immagino di sì.

http://www.fas.org/blog/ssp/2008/06/usaf-report-%E2%80%9Cmost%E2%80%9D-nuclear-weapon-sites-in-europe-do-not-meet-us-security-requirements.php

Che storia è? Dopo 2 gravi incidenti ( vedi ‘ mostro fuori controllo’ ), gli Stati Uniti hanno deciso di fare una revisione e controllare come vengono effettivamente gestite le armi nucleari americane, molte delle quali si trovano anche in Europa (Italia, Germania, Olanda, Belgio, Turchia, UK). I risultati della revisione, o meglio i risultati che si possono conoscere (…), sono contenuti nel rapporto:

http://www.fas.org/nuke/guide/usa/doctrine/usaf/BRR-2008.pdf

Che è venuto fuori? Che la maggior parte dei siti europei in cui si trovano le armi nucleari americane non sono sicuri! In particolare la nostra base di Ghedi sarebbe il problema…

Strangelove ha parlato del problema fino alla noia: è sottovalutato, ma è gravissimo. Basta armi nucleari! Fuori le atomiche dall’Italia! Ieri, Reuters ha dato la notizia della rimozione delle armi nucleari americane dall’Inghilterra: siamo a due. Dopo la Grecia, l’Inghilterra è il secondo paese europeo che ormai non ha più atomiche americane in casa propria. Tutto è successo senza tragedie, barricate e fanfare.

http://uk.reuters.com/article/UKNews1/idUKL2661641120080626

Perché allora noi italiani dobbiamo tenercele? Rischiamo non solo di perdere il treno e di dovercele tenere per forza, ma anche di ritrovarcene tantissime in casa nostra: si parla di trasferire alla base di Aviano le atomiche americane che si trovano nelle basi europee giudicate insicure. Capito? Rischiamo di beccarcele noi!

Corea. La Corea ha finalmente consegnato il dossier in cui dettaglia le proprie attività nucleari: il plutonio prodotto, la weaponizzazione, ecc…Un grande risultato, non c’è dubbio. Il programma nucleare coreano è andato, smantellato: il mondo avrà una potenza atomica in meno. Ma è una vittoria di Bush e della sua diplomazia? Strangelove non la pensa così… tornerà su questa storia per i dettagli.

Rifiuti. Oggi, abbiamo sentito per l’ennesima volta la storia dei rifiuti radioattivi ospedalieri buttati in mezzo alla marea di monnezza napoletana. E’ una vicenda allucinante. Non ci sono parole. Dio non voglia che qualcuno capisca che con quei rifiuti ospedalieri radioattivi si può fare altro che buttarli via così,  tra la monnezza….

Infine, liquami: in America c’è chi pensa di intitolare a Bush un depuratore fognario! Bastasse un depuratore a liquidare i liquami della storia…

Strangelove ha braccato per 4 anni Abdul Qader Khan…4 anni di tentativi e richieste alla ricerca di un contatto, una breccia nel muro impenetrabile che circondava Khan e lo escludeva da qualsiasi contatto con il mondo.

Eccolo qui, alla fine!

 http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11/0

Dalla fine degli anni ’70, gli Stati Uniti seguivano i traffici degli intermediari di Khan, perché non li hanno fermati prima che la tecnologia nucleare finisse all’Iran, alla Corea del Nord o alla Libia?

Perché non hanno voluto collaborare con i giudici svizzeri che indagavano sui Tinners? Perché i documenti sono stati distrutti? 

Quali sono i nomi delle aziende coinvolte? Alcuni uomini della rete hanno semplicemente fatto da "agenti provocatori" per incastrare i paesi canaglia che hanno clandestinamente acquistato tecnologia nucleare?

Esistono davvero i "diari" di Khan? Cosa c’è scritto nella relazione delle autorità italiane sul fermo della nave BBC China a Taranto, la notte del 4 ottobre 2003?

La storia di Khan è un rompicapo pieno di misteri e contraddizioni: irresistibile per chiunque non riesca a stare lontano dalle cose poco chiare…

Ricordate il misterioso attacco degli israeliani contro un edificio siriano nel settembre scorso? Strangelove ne ha parlato molto (vedi "misteri nucleari"). L’edificio ospitava un reattore costruito clandestinamente dalla Siria.

Oggi il Foglio riporta con soddisfazione un’ "inchiesta" del quotidiano francese le Monde che dimostrerebbe come l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’ONU, avrebbe ormai in mano tutti gli elementi per dire che la Siria ha cercato di mettere in piedi un programma nucleare, ovviamente clandestino.

Il Foglio parte subito all’attacco: "Ma a che serve l’AIEA?", titola:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/522

Della serie: lo vedete, sono inutili, un’armata brancaleone che arriva sempre dopo e che non saprebbe trovare un africano in Africa. Ma per fortuna, ci sono i bombardieri americani e israeliani a radere al suolo i programmi nucleari dei paesi canaglia.

Il finale del pezzo del Foglio, poi, è bellissimo: "Fino a quando gli organismi pensati a tutela della pace e della sicurezza mondiale saranno diretti da gente come El-Baradei (sic), che dichiara di temere ‘più i pazzi alla Casa Bianca’ di quelli che predicono l’olocausto nucleare a Teheran, è meglio fidarsi delle bombe israeliane".

Fantastico! E’ una vera soddisfazione sentire invocare le bombe israeliane dallo stesso pulpito in cui ci si stracciano le vesti per l’embrione…

Anyway, andiamo al punto. Partiamo dal caso Siria e poi parliamo di AIEA.

Il pezzo del Foglio andrebbe smontato riga per riga, con tutti gli argomenti tecnici : è facile per chi ha seguito a fondo tutti i dibattiti tecnici sul caso Siria. Strangelove, però, evita di mettersi a fare un lavoro del genere: vi farebbe addormentare. Procediamo invece sinteticamente.

Il Foglio, citando Le Monde, lascia intendere che potevano esserci tutti gli elementi per tanare i siriani: foto satellitari, inchieste passate, tutto. Solo quei bischeri dell’AIEA non hanno visto una mazza. E’ vero? No. Le foto satellitari non dicevano un assoluto fico secco: un edificio in mezzo al deserto, può essere qualsiasi cosa. "A square building is a square building", hanno detto subito gli analisti: è un edificio quadrato, nient’altro. Quando i reporter hanno cominciato a scrivere che l’edificio era stato colpito perché probabilmente ospitava un reattore nucleare, sono stati liquidati con un enorme scetticismo dai massimi esperti mondiali di proliferazione, gente del livello di Jeffrey Lewis, che pensavano alle solite panzane sparate dai giornali.  

Addirittura, ad oggi, gli analisti non si spiegano come i siriani pensavano di alimentare il reattore, visto che mancano le strutture ad hoc, che normalmente si trovano nei paraggi. Dunque quali erano esattamente gli elementi che dovevano immediatamente far capire agli analisti AIEA che l’edificio ospitava un reattore? Le semplici dimensioni? Le dimensioni potevano portare, al massimo, a concludere che ‘erano compatibili’ con quelle di un reattore. Ma da lì ad avere la certezza che di reattore si tratta, ce ne  vuole. Se non le dimensioni, che altro?

Quanto al fatto che la ricerca nucleare in Siria poteva essere una spia delle attività clandestine, Strangelove ha pubblicato anche un report: era modesta per qualità e quantità, niente di comparabile con l’enorme mole di ricerca nucleare che ha in piedi l’Iran.

Sull’affare siriano, rileggetevi la bellissima inchiesta di Seymour Hersh del New Yorker. E’  grande giornalismo:

http://www.newyorker.com/reporting/2008/02/11/080211fa_fact_hersh/ 

Come sono stati scoperti i siriani? E’ questa la grande domanda. Strangelove ha appreso che l’informazione sarebbe arrivata da un iraniano di alto livello che ha defezionato. E’ vero?

Parliamo di AIEA. Davvero arriva sempre tardi e dall’Iraq alla Siria non ne ha azzeccata una?

Come tutti sanno, meno evidentemente certa gente, AIEA svolge le sue ispezioni secondo protocolli stabiliti da un mandato affidatole dalla comunità internazionale. Gli ispettori non possono girare liberamente per il paese sospettato, cercare quello che vogliono quando e dove vogliono. Non ne hanno il mandato. Tutto si svolge secondo regole  ben codificate, che dipendono dal tipo di protocollo di Safeguards a cui ha aderito il paese oggetto di ispezioni.

Facciamo un esempio:  l’Iran. L’Iran ha prima aderito all’ Additional Protocol (AP), un protocollo di ispezioni molto rigoroso, che garantisce un amplissimo mandato agli ispettori. Poi ne ha sospeso l’applicazione. Che deve fare AIEA? Imbracciare il fucile e obbligare Ahmadinejad a ripristinare l’AP? L’AIEA non ha alcuna autorità per costringere Teheran a riprendere l’applicazione dell’AP, sebbene in ogni report sull’Iran,  torni a invocarne il ripristino.

L’Agenzia ha mille limitazioni, prima fra tutte il budget: il dipartimento delle Safeguards, quello che si occupa di ispezioni in Iran e nel resto del mondo, ha un budget di 109 milioni di dollari! Come i pompieri di Helsinki! Solo che l’Agenzia con quei soldi deve garantire  ispezioni in 72 paesi del mondo! Baradei l’ha detto in tutte le lingue del globo: "ci vogliono mezzi, uomini, tecnologia, strumenti giuridici. Se succede qualcosa di grosso", ha avvertito, "scaricherete la colpa su di noi". E’ esattamente quello che succede.

Sparare sull’AIEA, dire "ma a che serve? L’hanno fregata tutti: dall’Iraq alla Siria" è come dire: "a che servono le forze dell’ordine in Italia, visto che i mafiosi dilagano? Tanto vale che carabinieri e polizia vadano a casa!" Accettereste un argomento del genere?

La risposta alla gravissima crisi della proliferazione nucleare nel mondo – che,  i giornali non l’hanno ancora capito, ma diventerà sempre più grave – è il rafforzamento dell’AIEA, il potenziamento, non la sua distruzione e delegittimazione.

Ieri Repubblica e altri giornali hanno riportato il video, ripreso da un telefonino, delle molestie del vicerettore dell’università iraniana di Zanjan contro una studentessa.

Strangelove ha già scritto di certi moralizzatori puttanieri iraniani:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/16544471/il+moralizzatore+puttaniere

oggi vuole partire dalla vicenda del video, girato dai ragazzi iraniani, per riflettere su altro. 

Quello iraniano è  uno dei regimi stranoti per la censura della rete: sorveglianza e filtering dei siti sono sistematici (a proposito chi fornisce all’Iran le tecnologie necessarie per censurare la rete?).

TV, giornali, internet sono sotto la morsa del regime. Sarebbe mai passata la notizia del vicerettore che molesta la studentessa, se i ragazzi non avessero sputtanato il fatto su You Tube?

Questo è solo un esempio, ma ce ne sono centomila. Le nostre libertà civili passeranno sempre di più  per certe tecnologie. Svegliamoci. Protestiamo e torniamo sulle barricate contro chi vuole censurare i giudici che intercettano i criminali, lottiamo contro chi censura la rete, ma facciamo anche altro: impariamo a gestire le nostre comunicazioni con consapevolezza e competenza.

Come si aggira la messa al bando di un sito scomodo? Come si crea un sito che garantisce l’anonimato a chi fa filtrare documenti scottanti, tipo Wikileaks? Come si comunica con un dissidente che vive sotto un regime liberticida, senza esporlo a rischi inaccettabilmente alti? Come si comunica in situazioni estremamente delicate? Basta Skype? Basta TOR? 

Ricette magiche non esistono. Sono questioni complesse. Tra l’altro, informandosi, vengono fuori anche cose sorprendenti. Tipo? Che le comunicazioni via internet di operatori umanitari e truppe, che operano nei paesi a rischio, possono essere protette grazie alla valanga di siti pornografici che infesta la rete.

 

"Perché ci odiano?", si sono chiesti gli americani dopo l’11 settembre.

Physicians for Human Rights (PHR) ha appena pubblicato il rapporto dal titolo "Broken Laws, Broken Lives":

http://brokenlives.info/

E leggendolo, qualche risposta viene in mente…

Pubblicato con una prefazione del Generale Taguba, quello che condusse l’inchiesta sullo scandalo delle torture a Abu Ghraib (Iraq), il rapporto esamina dal punto di vista medico un certo numero di prigionieri finiti nelle mani delle forze americane, che le hanno sprofondate nell’inferno di Guantanamo, Abu Ghraib, ecc.  Chi sono? Diavoli che hanno squartato e  fatto scempio di vite americane? Mostri che hanno ordito l’11 settembre? No, sono innocenti. Gente presa nel mucchio, macellata e, dopo mesi o anni nei lager americani di Guantanamo, Abu Ghraib, rilasciata SENZA ALCUNA ACCUSA.

Amir è uno di questi. E’  un ragazzo prossimo ai 30 anni, che faceva il venditore, prima di essere arrestato dalle truppe americane in Iraq, nell’agosto del 2003.

Dopo l’arresto l’hanno tenuto per 5 ore completamente nudo, deprivato del sonno per 3 giorni e costretto a correre fino allo sfinimento. Nel correre, Amir si fa male. Lo fa presente a una guardia, che lo sbatte contro un muro così forte da fargli perdere coscienza.

Per un mese lo interrogano al buio, bendato, incatenato, ecc. Poi lo trasferiscono ad Abu Ghraib, dove, tra le altre cose, viene sodomizzato con un bastone e costretto a ululare come un cane mentre un soldato gli piscia addosso. Quando uno dei militari gli salta sui genitali, Amir perde conoscenza. Va avanti così fino al luglio 2004. Poi viene trasferito in un’altra prigione, dove non subisce abusi. Ma dopo viene riportato a Abu Ghraib….Nel novembre 2004 viene finalmente rilasciato senza accuse a suo carico.

Dagli esami medici viene fuori che Amir è devastato dai sintomi della PTSD (Post traumatic stress disorders, sindrome da stress post traumatico), non ha più pace, non riposa più, ha improvvise esplosioni di rabbia, il pensiero più frequente è il suicidio. Da uomo sano e capace di provvedere alla propria famiglia, Amir è diventato un malato e un disoccupato senza futuro. Un uomo spezzato. Annientato.

Il fronte di Amir è quello delle vittime. Poi c’è il fronte degli aguzzini: ragazzoni americani, che sono sicuramente devastati da quello che hanno fatto in Iraq, perché le torture non macellano solo chi le subisce, ma anche chi le pratica. Andranno avanti a Prozac o si faranno di chissà che, per sballarsi, sopravvivere. Qualcuno di loro si chiederà pure: why do they hate us?

Che strazio…Strangelove non capisce il livello bassissimo della copertura mediatica del caso Iran e del gravissimo problema della proliferazione. Se la cronaca giudiziaria o la politica fossero trattati allo stesso modo dai media italiani, tutti griderebbero allo scandalo, ma per l’Iran e la proliferazione everything goes e nessuno fa una piega.

D’accordo. Siamo un paese marginale nello scacchiere internazionale. Siamo lo zero assoluto e come tale ci trattano. Né può essere diversamente. Della serie: "Voi italiani volete dire la vostra sulla crisi nucleare iraniana e sulla proliferazione nucleare? Ma dove c…andate! Siete un paese che non riesce a smaltire i rifiuti urbani e volere occuparvi dei grandi scenari strategici mondiali?".

E’ vero. Ma sarebbe già tantissimo se almeno fossimo un paese in grado di capire che succede, che razza di problemi ci sono in ballo, come potrebbero evolversi certe dinamiche e che ripercussioni potrebbero avere su di noi.

Oggi i media italiani se ne escono con storie a dir poco approssimative sulla rete di Khan. L’ANSA titola: "Contrabbandieri con piani atomici":

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2008-06-15_115216584.html

Per fortuna abbiamo sfangato articoli del tipo: "Bracconieri beccati con il fungo atomico".  O "Vecchietto pakistano preso con le mani nel sacco: contrabbandava l’atomica".  

Il livello dei media italiani su questi temi è questo. Chi conosce a fondo certe questioni prova un disagio e un profondo imbarazzo, perché questo livello infimo ci mostra in tutta la nostra inadeguatezza, provincialità, marginalità. E in questo caso Strangelove non crede neppure all’idea del grande manipolatore, che intorbidisce e manipola la nostra informazione per far sì che nessuno capisca una mazza dell’Iran, dei nostri enormi interessi in quel paese, ecc… Non c’è bisogno di manipolare l’opinione pubblica, perché disinteresse, approssimazione e cialtroneria fanno benissimo il loro lavoro.

Chi legge questo blog, sa bene cos’è la rete di Khan, cosa ha combinato, che è successo con l’Iran, come alcune delle nostre aziende sono coinvolte in certi traffici della rete, che ruolo ha avuto il Sismi nel collaborare con CIA e MI6 per fermare la nave BBC China, ecc.. Rinfreschiamo alcuni dettagli:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/17171880/il+Sismi+di+Pollari+e+la+rete+

Soldi sicuri, rapidi e a volontà? Lasciate perdere spaccio, puttane e roba del genere. E’ da sfigati delinquenti da strada, che di strada in genere ne fanno poca.

Quello che fa per voi è un business sicuro, discreto e MOLTO redditizio?  E allora  trafficate in materiali e tecnologie per costruire le armi di distruzione di massa: armi nucleari, chimiche e biologiche.  Assicurano grandi margini di profitto, rischi veramente bassi, possibilità di far soldi velocemente e logistica delle spedizioni decisamente meno complessa di quella del traffico di armi convenzionali, che richiedono grandi aerei o navi, grandi container e tutta roba complicata!

In uno dei celebri casi di traffico di materiale per le armi di distruzione di massa, un distinto signore olandese, che ha operato indisturbato per quasi 30 anni, è stato fermato alla dogana di Stoccarda con dei piccoli astucci di legno, tipo quelli da sigari. Roba piccola, discreta, pulita, che in dogana non si nota, che i cani non fiutano e che i doganieri non sospettano minimamente, roba che puoi spedire con un semplice corriere DHL. Gli astucci contenevano dei tubetti piccoli e lunghi,  che sembravano quasi il rivestimento di una penna bic e di fatto l’olandese li esportava senza problemi come materiale necessario alla costruzione di penne a sfera. Che erano veramente? Materiale delicatissimo per il programma nucleare pakistano!

Volete altri esempi? Ce ne sono tanti. E proprio mentre leggete questo post, in Germania è in corso un processo (molto importante!) a un uomo di affari tedesco che, quanto a questo tipo di traffici, ha di che insegnare. Non una riga nei giornali italiani su questo personaggio, l’ultimo a interessarsene è stato il grande reporter Steve Coll per il The New Yorker. Eppure quante cose avrebbe da dire il soggetto in questione se solo volesse parlare: cose che riguardano anche l’Italia…

"Ma se lo processano", direte voi, "tanto sicuri i suoi affari non devono essere!" Macché! Il processo è un piccolo incidente in decenni di affari a gonfie vele e un uomo alle porte dei 70 anni, che dalla vita ha avuto tutto, potrà anche sopportare qualche mese di gattabuia, no?

Se poi questi traffici li organizzate in Italia, andate alla grande. Con la nuova stretta sulle intercettazioni voluta da Berlusconi, magistrati, finanzieri, ecc…non potranno più neppure intercettarvi per cercare di incastrarvi,  perché, per la legge italiana (Decreto Legislativo 96/2003), chi traffica questa roba, rischia al massimo 6 anni: da due a sei, più esattamente. "Sei anni al massimo per un trafficante di materiale che serve per costruire la bomba atomica, i missili o le armi biologiche e chimiche?!!", direte ancora. Esatto. Sei anni:  una pena neppure in grado di far scattare strumenti investigativi preziosi, come le intercettazioni.

E’ così che a Roma combattono la proliferazione delle armi nucleari e di distruzione di massa. Poi arriva Bush a Roma e quanto ridono con Berlusconi! Sorrisi a 32 denti, grande amicizia, grande concordia sulla minaccia nucleare iraniana!

E ora l’Italia si raccomanda a Bush per ottenere l’inclusione nel gruppo dei 5+1 che negozia sulla crisi nucleare iraniana!

A Roma si sono accorti ora di quanto è bollente la crisi per il mondo, per l’Italia e per le sue aziende?

C’è stato un momento minimamente più favorevole, una "congiuntura" che FORSE avrebbe potuto permettere all’Italia di accedere al tavolo delle trattative sull’Iran? Secondo amici di Strangelove, sì.

Poco tempo dopo l’esplosione del caso Iran, il Sismi si ritrovò a collaborare alla più grande operazione dell’intelligence angloamericana contro la proliferazione nucleare: quella contro il carico di centrifughe "contrabbandate" dalla rete di Khan e trasportate dalla nave  "BBC CHINA". Il carico era destinato alla Libia per un programma nucleare clandestino ( a cui Gheddafi ha poi sanamente rinunciato…con conseguente riabilitazione da leader paria a grande amico degli amici).

Braccata dai micidiali satelliti spia americani (KH-11?) , la nave fu bloccata la notte del 4 ottobre 2003 nel porto di Taranto e l’operazione fu un grandissimo successo, che spezzò le reni alla rete di Khan.

Raccontano che Taranto fu l’epicentro di un’operazione di altissimo livello, con gente fatta venire da lontano, per capire che diavolo fossero esattamente i pezzi  imballati e stivati nei container della nave (riconoscerli è molto difficile anche per un esperto).

Raccontano che la collaborazione del Sismi di Pollari fu preziosa. Quella collaborazione poteva essere "usata" per rivendicare un qualche ruolo nelle trattative con l’Iran, paese tanto importante per l’Italia? C’è chi pensa di sì. 

Ma le cose presero un’altra piega. Perché?  

Bush torna a minacciare l’Iran nel suo ultimo tour dell’Europa.

Tanti ripetono che la bomba è solo un pretesto: se l’Iran non si fosse buttato su un programma nucleare, Bush si sarebbe inventato qualcos’altro contro Teheran: il terrorismo, i diritti umani, le donne oppresse, e chi più ne ha più ne metta. E’ andata così con Saddam, con i mujaheddin dell’Afghanistan, ecc…tutti declassati da migliori amici dell’America a diavolo in persona.

Ma è vero che la bomba è solo un pretesto? Strangelove non la pensa così: l’atomica è un problema reale per l’America e per Israele, ma non perché se l’Iran riuscisse ad ottenerla (ammesso che la voglia veramente…), poi la userebbe per cancellare Israele.

Questa è propaganda. E’  la propaganda (trucissima e inaccettabile) usata da Ahmadinejad. Ed è  la propaganda (non meno truce e accettabile) usata dai falchi americani.

Se l’Iran arrivasse alla bomba, si comporterebbe come tutte le altre potenze del club nucleare, ovvero secondo la logica della deterrenza, che impedisce a qualsiasi stato del club di usare un’arma nucleare contro un’altra potenza nucleare, pena una rappresaglia devastante, che vaporizzerebbe (letteralmente!)  lo stato nucleare aggressore. E’ così. Non si sfugge. E chi dice il contrario – e blatera che l’Iran, no, è diverso, non ha la nostra stessa cultura, sguazza nel fondamentalismo e i fondamentalisti sono pazzi furiosi, che sognano di andare tutti insieme all’altro mondo dalle semprevalide vergini – di proliferazione nucleare non sa nulla.

Quando la Cina arrivò alla bomba atomica, la propaganda americana diffuse lo stesso tipo di paure: i cinesi, comunisti pazzi furiosi, faranno saltare in aria il mondo, perché non hanno la nostra cultura, sono irrazionali. Vi ricordano qualcosa questi argomenti?

Dunque, Strangelove non crede che se l’Iran veramente arrivasse all’atomica, si comporterebbe in modo diverso dalle altre potenze del club nucleare. Ma la bomba cambierebbe  tutto: gli equilibri del Medio Oriente salterebbero.

Dopo il bombardamento del reattore iracheno di Osirak da parte di Israele, cosa disse Ronald Reagan? Disse: "Well, boys will be boys". Ovvero: "I ragazzi [l’Iraq di Saddam, ndr] rimarranno per sempre ragazzi".

Gli interessi di Israele e degli Stati Uniti non possono permettere all’Iran di "crescere" fino allo status di potenza nucleare.

Detto questo, Strangelove ci tiene a dire che non tifa minimamente per l’atomica iraniana. L’atomica di Teheran non è accettabile. Né la rende minimamente accettabile il fatto che la politica anti-proliferazione degli Stati Uniti sia puramente strumentale, "un vuoto pontificare", come scrive Pervez Hoodbhoy, "che viene da una potenza che cerca di armare gli armati, mentre allo stesso tempo disarma i disarmati".

L’atomica di Teheran non è accettabile, come non lo è quella di Israele, USA, Russia, Francia, UK, Cina, Pakistan, Corea del Nord. Le armi nucleari devono essere cancellate dalla faccia della terra, prima che siano loro a cancellarci per sempre.