Archivi per il mese di: agosto, 2008

Ancora una storia da Hiroshima, come promesso. Ma attenzione, l’immagine che troverete in questo post è di forte impatto, guardate solo se non vi turba.

In Giappone, Strangelove non ha incontrato solo gli hibakusha, i sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Gli hibakusha avevano invitato anche una delegazione vietnamita che rappresentava le vittime dell’Agente  Arancio, il micidiale defoliante che, durante la Guerra del Vietnam, gli Stati Uniti sparsero sul territorio vietnamita, in teoria per distruggere la vegetazione che proteggeva i vietcong, in pratica per distruggere e avvelenare tutto, in particolare le colture.

Hibakusha e vittime dell’Agente Arancio si sono ritrovate insieme per cercare un senso alle enormi sofferenze che vivono ogni giorno. Sono vittime dello stesso tipo: civili, non combattenti che stavano dalla parte sbagliata: semplici poveri cristi che il destino ha catapultato nella storia sbagliata al momento sbagliato.

Le immagini delle vittime dell’Agente Arancio che la delegazione vietnamita ci ha mostrato in Giappone sono agghiaccianti. Questa qui sotto è una:

donna

L’Agente Arancio conteneva una forma particolarmente devastante di diossina, sostanza micidiale, che,  tra le altre cose,  va ad agire sul sistema riproduttivo, affliggendo le generazioni successive a quelle direttamente colpite dalla sostanza, che così generano figli, nipoti e discendenti con mutazioni che provocano deformità mostruose. Le immagini che Strangelove ha visto grazie alla delegazione vietnamita ancora lo perseguitano: probabilmente, solo gli hibakusha possono essere confrontati con le vittime dell’Agente Arancio.

E quante sono queste vittime? 4 milioni!, secondo la delegazione vietnamita, 4 milioni di persone che sono ridotte a vivere in condizioni disumane, non solo per le deformità e malattie causate dall’Agente Arancio, ma anche perché lo stato vietnamita non è in grado di garantire loro assistenza, un reddito minimo (ovviamente non possono lavorare…).

Manca tutto a questa gente. La stessa delegazione vietnamita che è venuta a Hiroshima ha potuto farlo solo ed esclusivamente grazie alla generosità degli hibakusha che hanno pagato le spese. E’ gente poverissima e, pare incredibile, ma anche la solidarietà internazionale sembra averli dimenticati.

Negli ultimi anni, le vittime si sono costituite in associazione: la VAVA. E cercano di ottenere un minimo di giustizia, per esempio hanno citato in giudizio le multinazionali che hanno prodotto l’Agente Arancio, tra cui Monsanto e Dow Chemicals. Ma il caso sembra quasi disperato….E del resto c’è da aspettarsi qualcosa di diverso?

A Washington come a Mosca,  a Londra come a Teheran, uomini che nella loro vita non hanno mai provato il dolore di un solo graffio hanno ordinato per secoli e  ordinano ancora oggi guerre mostruose, torture, stermini  con le armi nucleari, le armi chimiche, l’Agente Arancio, l’uranio impoverito.

Opinionisti venduti e sanguinari li giustificano nei mezzi di comunicazione, appoggiandoli, nobilitando la loro barbarie, che mai chiamano con il loro nome.

Poi c’è quel trucissimo complesso militare-industriale, che vive solo ed esclusivamente grazie a guerre continue, spese militari folli, armi, veleni come l’Agente Arancio. Alcuni teorizzano che solo tagliando (fisicamente!)  la testa a questi signori, i signori della guerra che vivono da nababbi grazie agli astronomici profitti delle armi, potremo cambiare la storia. Ma Strangelove non è tipo da inneggiare alla ghigliottina. E ripiega sull’unica cosa che sa fare: esporre i signori della guerra, mostrare le loro mani lorde di sangue. 

Sì, lo sappiamo: Dr. Strangelove vi deve ancora raccontare tante cose di Hiroshima e Nagasaki. E lo faremo. Prima, però, c’è una cosa di cui vogliamo parlarvi.

Non ricominceremo da zero, perché chi legge questo blog sa benissimo cos’è la rete di Khan e sa che Strangelove, dopo 4 anni di tentativi, alla fine ha beccato A.Q.Khan e l’ha intervistato per L’espresso:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-ho-venduto-la-bomba/2030375/11

La storia di Khan è irresistibile per qualunque giornalista. E’ una delle più interessanti degli ultimi 30 anni: fitta di spie, doppiogiochisti, uomini d’affari senza scrupoli, segreti atomici.

Se potessimo veramente sapere com’è andata con Khan, potremmo sapere molto più di quello che sappiamo già sugli ombrosi rapporti tra USA, Pakistan e i famigerati servizi segreti pakistani. Potremmo sapere tantissime cose dell’Iran, della Libia, della Corea del Nord, della lotta al terrorismo e alla proliferazione.  Potremmo capire davvero come funzionano certi giochetti tra paesi che di giorno combattono le armi di distruzione di massa e poi di notte fanno finta di non vedere che cosa trafficano le loro aziende, perché magari gli affari in ballo sono MOLTO redditizi o perché, altre volte, in ballo ci sono forniture di petrolio o dio solo sa che traffici e scambi.

Ma il guaio è che non possiamo sapere: i documenti o non sono mai esistiti o sono inaccessibili, una parte importante di essi è stata distrutta, nel maggio scorso dal governo svizzero  su richiesta di quello americano: la CIA ne ha preteso addirittura la POLVERIZZAZIONE.

E ora un giornale importante come Il NEW YORK TIMES rivela quello che tutti immaginavamo:

http://www.nytimes.com/2008/08/25/world/25nuke.html

I documenti distrutti dalle autorità svizzere non sono stati polverizzati perché non finissero nelle mani di terroristi che bramano le armi di distruzione di nassa. Era un panzana grossa e del resto nessuno  ci aveva creduto.

I documenti sono stati distrutti per non fare emergere il fatto che i due fratelli svizzeri Urs e Marco Tinners erano sì in affari con A.Q. Khan per vendergli tecnologie proibite, ma erano anche al soldo della CIA. Secondo il New York Times, la CIA li avrebbe pagati  10 milioni di dollari in 4 anni. Per fare cosa? NON SOLO PER PASSARE INFORMAZIONI sulla rete di Khan e sui programmi nucleari clandestini dei paesi canaglia, ma anche per VENDERE A PAESI COME L’IRAN TECNOLOGIE FASULLE E CONTRAFFATTE IN MODO DA BOICOTTARE IL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO!

Insomma, usando fonti di intelligence di altissimo livello, il New York Times ha rivelato quello che tutti sospettavamo.

Il caso è chiuso? Tutt’altro. Sarebbe interessante per esempio sapere perché la Svizzera si è piegata al diktat americano di distruggere i documenti. Nobile collaborazione internazionale? O, molto più prosaicamente, scambio? Semplice imbarazzo perché due cittadini svizzeri erano dentro la rete di Khan con le mani e coi piedi? O magari, chissà, qualche tangente per il petrolio di qualche paese canaglia  transitata nelle banche sbagliate?

Comunque, la storia dei Tinners è una dimostrazione in più che certi traffici pagano e solo uno sfigato ormai traffica droga, i businessmen che contano trafficano tecnologie dual use per le armi di distruzione di massa, perché rendono paurosamente e i rischi sono veramente bassi. Guardate ai Tinners.

I Tinners la faranno franca, perché a chi conviene processarli? Non solo i documenti del loro caso sono stati distrutti, ma la CIA si trova nella posizione di doverli proteggere fino alla fine. "Se una fonte chiave finisce in galera", ha raccontato uno che la sa lunga al New York Times, "che razza di messaggio arriva agli altri potenziali collaboratori?".  In una sola parola: sarà l’impunità assoluta. E allora chiunque abbia un briciolo di cervello afferrerà la lezione: per condurre certi traffici con la massima efficienza, basta avere l’intelligenza di mettersi a fare il doppio gioco al momento giusto: si incassa alla grande e tutto fila liscio. L’impunità ve la garantisce la CIA.

Infine, rimane un monte di interrogativi intorno a Khan: se la CIA ha assoldato i Tinners, potrebbe aver assoldato anche lui? Per 30 anni Khan ha scorrazzato per il mondo, le sue tecnologie nucleari sono finite all’Iran, alla Corea del Nord, alla Libia e dio solo sa a chi altro. Gli USA sapevano tutto, perché non l’hanno fermato prima che certe tecnologie finissero all’Iran? Dov’era il Mossad? Possibile che i più sfigati siano stati gli iracheni: appena si sono azzardati a mettere in piedi un programma nucleare ambiguo hanno conosciuto l’Armageddon: bombardamento di Osirak, bombe alle aziende italiane che vendevano tecnologia nucleare all’Iraq, minacce, assassini misteriosi. Perché il Mossad non ha torto un capello a A.Q.Khan?

Ancora qualche giorno di pazienza, poi Strangelove tornerà in forma.

Nel frattempo, leggetevi questo:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Tangentopoli-allOnu/2037315

 

 

Eccoci qua! Tornati dal meraviglioso Giappone! Strangelove vi aveva dato appuntamento al 20 agosto e ha mantenuto la promessa.

Hiroshima, Nagasaki, le vittime, i sopravvissuti all’atomica. Procediamo con ordine, perché le cose che Strangelove vuole raccontarvi sono tante e ve le racconterà a più riprese per non sommergervi di notizie in un colpo solo. Guardate quest’immagine qui sotto:

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E’ il biglietto da visita del sig. Suminteru Taniguchi.  Mi è stato presentato a Nagasaki: era un ragazzo di 16 anni quando scoppiò la bomba atomica di Nagasaki, si trovava a 1,8 Km dall’epicentro dell’esplosione, che lo ridusse in queste condizioni: per 2 anni visse tra la vita e la morte, a letto immobile, senza poter fare il  minimo movimento.

La foto nel biglietto da visita è una delle celeberrime immagini del fotografo di guerra Joe O’Donnell, incaricato dall’esercito americano di fotografare la distruzione di Hiroshima e Nagasaki: la missione dei bombardieri atomici era top secret e stampa e fotografi furono tenuti alla larga prima del bombardamento, dopo, poi, scattò le censura e le due parole "bomba atomica" e "radiazione" furono vietate in Giappone e tutti i dettagli del bombardamento atomico furono censurati.

Il libro fotografico di Joe O’Donnell è praticamente l’unica testimoninanza completa della distruzione delle due città giapponesi. S’intitola "Japan 1945" ve lo consigliamo assolutamente: le foto di O’Donnell (che è morto per cancro proprio per le radiazioni a cui lo espose quel reportage da Hiroshima e Nagasaki) sono indispensabili per capire la tragedia delle 2 atomiche.

Taniguchi è uno degli hibakusha (sopravvissuti alla bomba) che Strangelove ha incontrato nel suo viaggio in Giappone.

Oggi, è così:

 

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Ogni anno si sottopone a un intervento: la pelle della schiena diventa una specie di lastra di pietra durissima e i chirurghi devono rimuoverla prima che quella lastra si trasformi in un cancro maligno. Ad oggi, Sumiteru Taniguchi ha subìto 24 interventi chirurgici!  Dovreste parlare con lui, per capire le sofferenze indicibii che ha sofferto e soffre ogni giorno quest’uomo. Ma attenzione, le immagini qui sotto non sono per tutti, guardatele solo se non urtano la vostra sensibilità:

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(copyright Stefania Maurizi, 2008)

 

Sumiteru Taniguchi è solo uno dei 250mila hibakusha che ancora oggi lottano per sopravvivere a prezzo di sofferenze di ogni tipo. E Strangelove ha constatato con sbigottimento come ad oggi il governo del Giappone non abbia ancora approvato una legge che tuteli seriamente gli hibakusha, per cui i sopravvissuti – che muoiono al ritmo di  10mila all’anno- sono costretti a lottare in tribunale per vedersi riconoscere le malattie provocate dall’esplosione atomica: lottano in tribunale alle soglie degli 80 anni!! Vi rendete conto?

Sono vittime 3 volte:

– del regime fascista e ultramilitarista di quel criminale di guerra che fu l’imperatore Hirohito, che rubò loro gli anni migliori (la stragrande maggioranza degli hibakusha ancora viventi erano ragazzini o addirittura bambini all’epoca della guerra) e li catapultò in una guerra mondiale disumana

– di un’arma mostruosa come la bomba atomica

– e infine dell’ottusità del governo giapponese, che ad oggi mette questa povera gente, poveri vecchi, in condizione di dovere ricorrere al tribunale  per vedersi riconosciuto il diritto al pagamento delle spese mediche.

La storia degli hibakusha è struggente: quelli colpiti a Hiroshima e Nagasaki erano civili: bambine e bambini, ragazzi, donne, vecchi. Subito dopo i 2 bombardamenti atomici, il mondo ebbe pochissime informazioni su quello che era veramente successo a Hiroshima e Nagasaki: le notizie erano completamente filtrate dalla censura militare e gli Stati Uniti avevano sia paura della reazione internazionale sia interesse a non diffondere informazioni militari strategiche sul nuovo ordigno che avrebbe cambiato le sorti del mondo. La tragedia atomica rimase nella memoria collettiva come una grande tragedia, ma di informazioni precise e molto dettagliate sugli effetti delle radiazioni non ce n’erano.

Subito dopo i bombardamenti atomici, in Giappone fu creato l’ABCC , il comitato di medici ed esperti (americani e giapponesi ) che dovevano studiare gli effetti del bombardamento atomico. Ma tutti i dati medici furono coperti da segreto e trasmessi direttamente agli USA.  Il Giappone poté ottenerli indietro solo alla fine degli anni 60-primi anni ’70, quando ormai era troppo tardi per intervenire in modo efficace sugli hibakusha. "Non potevamo consultare quei dati neppure noi medici per aiutare i nostri pazienti", ci ha raccontato il meraviglioso dottor Hida, che di hibakusha, nel corso della sua carriera di medico, ne ha visitati 10mila!

"Non ci davano niente", ci hanno raccontato nelle nostre interviste tanti hibakusha, "andavamo da questi medici dell’ABCC, ci facevano le analisi, controllavano le nostre condizioni di salute, ma non ci davano nessuna cura". E’ proprio così: agli Stati Uniti gli hibakusha servivano come cavie, per studiare la guerra nucleare. E’ anche per questo che gli effetti delle radiazioni sono stati studiati solo in parte, come ci ha spiegato con dovizia di particolari Shoji Sawada, hibakusha, fisico emerito della prestigiosa università di Nagoya e grandissimo attivista pro-disarmo.

Sawada ci ha spiegato che, per capire gli effetti della guerra nucleare, agli USA interessavano quasi esclusivamente gli effetti della radiazione primaria, quella eccezionalmente forte ed emessa entro il primo minuto dell’esplosione nucleare, per questo gli studi si concentrarono sulla radiazione primaria e trascurarono quella residuale (la radiazione assunta attraverso il suolo, l’aria, l’acqua e il cibo contaminati).

Per oggi è abbastanza e il jet lag ancora imperversa, continueremo nei prossimi giorni: state con noi!