Archivi per il mese di: novembre, 2010

I giornali di destra (ma non solo…) sparano boiate a tutto spiano, del tipo: capirai che ha rivelato mai Wikileaks!

Oh, questi sono un vero e proprio fenomeno paranormale: in 48 ore (di cui, di norma, 14-16 ore sono di sonno…) hanno letto 251.287 documenti, che riguardano gli affari internazionali e interni di ben 274 paesi. Manco Superman!  

Wikileaks ha fatto una stima:  per leggere tutti i 251.287 documenti uno studente di dottorato impiegherebbe 70 anni, ma evidentemente il genio italico è unico nel mondo e in 48 ore se la cava…
 

Anyway, nei cables le notizie ci sono eccome, basterebbe leggerli, anziché scrivere gli editoriali senza sapere di che si parla.

Per esempio, ci sono notizie importanti sui nostri traffici oscuri con l'Iran o con la Russia di Putin…Ma siccome la mafia del petrolio e del gas spinge a guardare altrove, si chiacchiera dell'infermiera gnocca di Gheddafi o, dei giochi alla Batman e Robin tra Putin e Medvedev. 


3 anni fa NOI E GIANLUCA DI FEO abbiamo rivelato in un'inchiesta per L'ESPRESSO alcuni di questi affari sporchi con l'Iran e, nei cables pubblicati da WIKILEAKS, abbiamo puntualmente ritrovato quello che noi abbiamo scoperto in modo indipendente con le nostre fonti

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-sospetto-b-infedele/2139238

 


 

Non abbiamo di certo il monopolio sulle notizie riguardanti Julian Assange o Wikileaks. Tutt'altro: stanno al centro di tutti i giornali del mondo, figuriamoci se sono una nostra esclusiva…  

Seguiamo il gruppo da quando è nato e, come giornalisti, ci siamo più volte trovati a collaborare con loro grazie a L'ESPRESSO, l'unico giornale italiano che ha capito immediatamente il fenomeno Wikileaks,  dandoci la possibilità di interessarci a loro, di  viaggiare per incontrarli, ecc. una scelta, questa de L'ESPRESSO che ci ha portato ad accumulare una notevole esperienza sul gruppo di Assange e ad essere invitati a parlarne da Al Jazeera: noi, che ci teniamo alla larga dalla TV come dalla peste, perché ormai ci conoscete, no? Ci piace il mantello che rende invisibili 

 

Detto questo, vogliamo puntualizzare due cose: 

il 26 ottobre, abbiamo scritto un post su questo blog personale in cui raccontavamo che incontrare Julian Assange è come entrare in un film di Jason Bourne:


http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/23506995/julian-assange

Abbiamo ritrovato questa affermazione citata qua e là: ci fa piacere che sia piaciuta… Gradiremmo, però, che, quando viene riportata una frase scritta da altri,  se ne citasse la fonte…


– i giornali internazionali che hanno collaborato alle ultime rivelazioni di Wikileaks sui cables diplomatici  hanno raccontato di NON aver pagato un solo dollaro per avere accesso ai documenti prima del rilascio: E' VERO: Wikileaks non pretende soldi dai media. Anche i files sull'Afghanistan consegnati a L'ESPRESSO  NON sono stati pagati: Wikileaks li mette a disposizione del tutto gratuitamente ai giornali con cui ritiene di voler collaborare.  
 

 

Il senso di accerchiamento può fare bruttissimi scherzi.


Chi si sente accerchiato, braccato, sempre sotto l'assedio di nemici interni ed esterni, reali o immaginari, vede complotti e trame dappertutto.

E così gli stalinisti scambiarono il gorgonzola per un tentativo di avvelenamento e boicotaggio della Rivoluzione, mentre il Vaticano, assediato dalla modernità, se la prese anche con il tampax

 

Alla Casta, che vive gli ultimi giorni di Pompei, il senso di accerchiamento ha dato alla testa al punto che oggi sono arrivati a dire che i rifiuti, lo scandalo del crollo di Pompei e i nuovi documenti che usciranno grazie a WIKILEAKS, sono il frutto di strategie convergenti che puntano a minare l'immagine dell'Italia (non era già un po' appannata o è solo la nostra impressione?):

http://www.repubblica.it/politica/2010/11/26/news/wikileaks_rifiuti_pompei_finmeccanica_strategia_per_colpire_immagine_dell_italia-9537208/

Ce la vedete la CIA a spargere rifiuti per Napoli per minare la credibilità del Caimano amante del lettone di Putin? E Julian Assange che si preoccupa della reputazione di Berlusconi?

Tranquilli, guys, il Caimano ci riesce così bene a mettersi nei casini da solo che ogni aiuto esterno è assolutamente superfluo.

 

Mentre in Italia la casta vive il suo ennesimo psicodramma a base di escort e ministre veline, il mondo va avanti.

Ieri, per esempio WIKILEAKS ha annunciato che nei prossimi mesi rilascerà MILIONI di files che cambieranno la storia: si parla di qualcosa come 3 milioni di documenti segreti…ed è significativo che l'associazione, nota per la sua riservatezza, si sia sbilanciata così tanto, preannunciando via Twitter il colpaccio: forse temono le conseguenze e vogliono mettersi sotto i riflettori prima di finire in qualche prigione segreta della CIA?

Ma c'è un'altra novità eccezionale: ieri vi abbiamo raccontato il mistero di STUXNET:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/23644894/il-mistero-stuxnet

Ieri è uscito anche il nuovo rapporto dell'IAEA (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) sull'Iran. Ebbene, nel rapporto si parla di un misterioso e inspiegabile blocco delle centrifughe di arricchimento dell'uranio a Natanz: l'impianto si è fermato per una settimana proprio a novembre, quando hanno cominciato a circolare le voci su STUXNET.

Un esperto del livello di David Albright (l'ex ispettore dell'IAEA che ha creato un think tank indipendente sulla proliferazione nucleare che cercò di far ragionare la giornalista del New York Times Judith Miller, prima che questa pubblicasse le cazzate che fecero scoppiare la guerra in Iraq nel 2003) avanza l'ipotesi che il blocco dell'impianto di Natanz sia stato causato da STUXNET.

E se lo dice Albright, c'è da credergli.

 

Come sempre, ne siamo consapevoli: il paese è alla canna del gas e tanta gente non sa come arrivare a fine mese. Puttane e puttanieri hanno in ostaggio il futuro di questo paese.

In questo quadro, parlare di STUXNET può sembrare come occuparsi della supercazzola. Eppure qualcuno deve farlo,perché STUXNET è una faccenda deadly serious.

Per la stampa, STUXNET è un virus informatico. In realtà, è molto di più: è una vera e propria arma informatica capace di sabotare solo ed esclusivamente alcune strutture. Insomma, un'arma molto selettiva, almeno per quello che se ne sa finora. Ed è importante sottolineare che, ad oggi, STUXNET è avvolto nel mistero.

Come al solito, il guru della sicurezza informatica, Bruce Schneier, ne ha fatto un'ottima analisi per Forbes:

http://www.forbes.com/2010/10/06/iran-nuclear-computer-technology-security-stuxnet-worm.html

In sintesi:

1) STUXNET è un virus che colpisce Windows e si propaga essenzialmente attraverso le chiavette USB, riuscendo così a colpire anche unità che, per la delicatezza della loro funzione, non vengono messe online per non subire attacchi.

2) STUXNET non rovina indiscriminatamente i computer infettati, perché il suo obiettivo non è distruggere sistematicamente i computer, come fanno gli altri virus. L'obiettivo è colpire solo ed esclusivamente alcuni tipi di PLC (controllore logico programmabile), un'unità informatica che controlla i processi industriali di strutture complesse tipo gli impianti petroliferi, le raffinerie, le centrali nucleari, ecc.

3) STUXNET ha richiesto una grossa mole di lavoro per essere creato, chi l'ha "costruito" ha fatto attenzione a eliminare le tracce che potessero ricondurre al creatore, ma ha lasciato due dati che puntano l'indice verso Israele: perché? Una firma? O un tentativo di depistaggio per far ricadere la colpa su Israele?

Qualche giorno fa, David Albright ha raccontato che la 'Symantec Corporation' ha pubblicato un'analisi di STUXNET. E quello che viene fuori è estremamente interessante: il virus è così selettivo che punta a colpire i sistemi automatici che controllano delle componenti elettroniche speciali, che si chiamano "convertitori di frequenza", ma non tutti i convertitori: solo quelli costruiti da due aziende: la Fararo Paya di Teheran  e la finlandese Vacon.

Basta quest'ultima informazione per concludere inequivocabilmente che l'obiettivo di STUXNET siano le centrifughe del programma nucleare iraniano? Secondo un esperto del livello di Albright, no. Non basta,  per due motivi: innanzitutto nessuno sa con certezza se gli iraniani per le loro centrifughe usino realmente quelle due componenti, poi quei convertitori si trovano in diversi tipi di impianti (e non solo nucleari) in giro per tutto il mondo. Quindi non è detto che il vero obiettivo di STUXNET sia il nucleare iraniano. Ma, ovviamente, non è escluso ed anzi è molto probabile.

Il mistero STUXNET, dunque, va avanti. Per capirlo, bisogna conoscere alcune cose.

Per esempio: nel 1945 gli alleati rischiarono tantissimo per sabotare l'impianto  norvegese della Norsk Hydro per la produzione di acqua pesante. L'impianto serviva ai nazisti (che avevano occupato la Norvegia) per ottenere l'acqua pesante: un componente chimico necessario per far funzionare un reattore nucleare capace di produrre plutonio.

Per sabotare quell'impianto, gli alleati dovettero paracadutare sul posto una squadra di agenti segreti sabotatori: operazione pericolosissima, che costò tanto in termini di vite e risorse economiche. Il rischio che i sabotatori cadessero nelle mani del nemico, regalando così preziose informazioni di intelligence, era altissimo.

Oggi i sabotaggi si fanno da una scrivania: si crea un virus, lo si lancia da un continente lontanissimo ed è fatta. Non serve alcuna squadra dell'intelligence che vada sul posto a sabotare la centrale: bastano i bit.
 

La portata di questo fatto è enorme: la RETE è stata creata dalla DARPA, il Dipartimento della Ricerca e dello Sviluppo del Pentagono. E' stata creata con obiettivo: avere un sistema di comunicazione così efficace e resistente che potesse assicurare le comunicazioni militari in qualsiasi condizione, anche in caso di un evento da Armageddon, come la guerra nucleare.

Da sempre il cyberspazio, dunque, è in mano ai militari, anche se esistono isole civili e pirati (come WIKILEAKS) che sfuggono ai militari (sarà un caso che il primo a parlarci di STUXNET sia stato Julian Assange? Evidentemente, nella comunità hacker circolavano notizie in anteprima) .

Con STUXNET ha inizio la weaponisation del cyberspazio: siamo oltre la militarizzazione, siamo alla weaponizzazione, ovvero all'inserimento di armi nel cyberspazio. E' esattamente quello che è successo con lo spazio: prima lo hanno militarizzato, mettendo in orbita i satelliti militari, poi hanno puntato alla weaponisation, cercando di mettere in orbita vere e proprie armi, come il laser a raggi X che voleva costruire Edward Teller per le sue Star Wars, fortunatamente abortite…

Dopo lo spazio, dunque, tocca alla Rete: siete pronti  per le armi  2.0?


 

 

Non sappiamo come la pensate voi, ma noi siamo veramente stufi.

Prendiamo i giornali italiani e della Francia veniamo a sapere solo 4 puttanate su 4 celebrities, Carlà in testa. E come si veste. Che cappellino indossava a Londra. Come scopa. E come canta.

Accendiamo la TV e le corrispondenze dall'Inghilterra ci lasciano senza respiro: sfidiamo chiunque abbia 3 neuroni nel cervello a dire che non sono una vergogna nazionale.

Finita la serie Carlo e Camilla, finiti gli amanti di Lady D, ora tocca a William & Kate. 

Sappiamo che i servizi segreti francesi sono arrivati a fare cose pesanti contro i giornalisti che indagavano su Sarkozy. Che sempre gli stessi servizi francesi, in Iran, hanno tanto da fare..che la lobby nucleare francese è una potenza che può tenere sul libro paga centinaia di giornalisti, che nelle miniere d'uranio del Niger succedono tante cose. E vogliamo parlare del colosso del petrolio Total?

Abbiamo studiato e vissuto a Londra abbastanza da capire che lì c'è un paese moderno che guarda alle libertà digitali come alla frontiera dei diritti umani, che cerca di realizzare un modello di integrazione culturale, ma che ci sono enormi frizioni e difficoltà. Conosciamo la potenza delle sue università, perché ci siamo seduti sui loro banchi per un Master: ogni volta che ci torniamo, vediamo il futuro dispiegarsi davanti a noi, con le sue invenzioni, tecnologie e inquietudini.

Di come scopa Carlà ce ne fottiamo altamente. 

 
 

 

Ha sempre più del paradossale la dinamica dell'inchiesta su Julian Assange per stupro. Comunque siano andate le cose, la gestione da parte dei magistrati svedesi ha, a dir poco, delle anomalie. Ma la Svezia non era un paese serio, moderno e civile, una volta? Che minchia succede anche lì?

Prima l'inchiesta è stata svelata dallo stesso magistrato svedese (Marianne Ny), che avrebbe dovuto tutelarne la riservatezza. Nel giro di neppure 24 ore, le accuse di stupro sono state smentite dallo stesso magistrato che le aveva spiattellate a tutto il mondo universo.
 

Il 28 settembre scorso abbiamo sentito con le nostre orecchie Julian Assange che parlava con il suo avvocato, il quale gli spiegava che il magistrato svedese aveva emesso un mandato di arresto. Motivazione? Il magistrato -spiegava l'avvocato -sosteneva di volerlo interrogare, al che Julian ribatteva: "Sono stato in Svezia 6 settimane, perché non mi hanno interrogato?".

Il mandato di arresto preannunciato il 28 settembre, evidentemente, non è andato in porto e non se ne è saputo nulla fino a ieri.

Ieri WIKILEAKS ha spiegato ufficialmente che il suo fondatore, Julian Assange, si è messo più volte a disposizione della magistratura svedese per essere interrogato: un'affermazione questa che, ancora una volta, abbiamo sentito con le nostre orecchie, durante la conversazione tra Julian e il suo avvocato.

Oggi l'ultima puntata della saga:

un comunicato ufficiale del magistrato svedese spiega che, per mantenere la confidenzialità necessaria all'inchiesta, non verrà reso noto quando Julian verrà convocato né le misure che verranno prese al riguardo.

Prima l'hanno sputtanato in tutto il mondo, poi si appellano alla confidenzialità?


Non riusciamo a credere alle accuse di stupro contro Julian Assange. Per rispetto verso le due donne che si dicono vittime della violenza, prendiamo atto delle loro denunce e quindi aspettiamo il risultato dell'inchiesta, ma ribadiamo che non ce lo vediamo proprio Assange che stupra una donna.

Quando lo abbiamo incontrato per L'ESPRESSO, è venuto fuori il discorso di Berlusconi e i suoi sex scandals che hanno fatto il giro del mondo. Uno dei membri di Wikileaks presente all'incontro rideva alla grande del nostro premier arrapato e dello sputtanamento mondiale di escort, ecc.  Julian era evidentemente in imbarazzo: non ha riso, non ha fatto un solo commento machista o ammiccante e volgare. Subito dopo ci ha chiesto: com'è essere una donna in Italia e com'è essere una giornalista in un ambiente maschile e in un paese come l'Italia?


 

Oggi tutti i giornali italiani hanno dato risalto alla notizia del mandato di arresto per stupro contro Julian Assange, il fondatore di WIKILEAKS.

http://www.repubblica.it/esteri/2010/11/18/news/mandato_arresto_assange-9235087/?ref=HREC1-6

Non sappiamo se le accuse di stupro siano fondate o meno, conoscendo Julian Assange, non ce lo vediamo proprio a stuprare una donna, ma si sa che la realtà va oltre ogni forma di immaginazione e tutto è possibile, per cui vedremo cosa concluderà l'inchiesta dei magistrati svedesi. 

Possiamo, però, raccontarvi un retroscena.
 

Alla fine di settembre siamo andati a incontrarlo per il settimanale L'ESPRESSO. A questo incontro è seguito il nostro articolo per L'ESPRESSO, in cui con il collega Gianluca Di Feo, abbiamo rivelato il vero ruolo delle truppe italiane in Afghanistan: 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/afghanistan-ecco-la-verita/2136377

Vi abbiamo già raccontato quanto l'incontro è stato intrigante: tutti i dettagli raccontabili, li abbiamo raccontati su L'ESPRESSO e il resto ve lo racconteremo solo in futuro:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-nostro-incontro-col-fondatore-di-Wikileaks/2136403

IL 28 settembre, la mattina dopo il nostro incontro con Julian,  vaghiamo insieme per la città alla ricerca di una connessione a internet: la grande metropoli ne offre a bizzeffe. Mentre chiacchieriamo davanti a un caffè e una ciambella calda, Julian riceve una telefonata su uno dei 5 cellulari che ha con se: è il suo avvocato svedese, gli dice che il magistrato ha emesso un decreto di arresto per stupro. Quando lui gli chiede spiegazioni, l'avvocato gli dice che il magistrato ha emesso quel provvedimento perché non è riuscito a interrogarlo. Al che lui si inalbera un po': "Sono stato sei settimane in Svezia, mi avrebbero potuto interrogare quando volevano, perché non l'hanno fatto?". 

La conversazione telefonica dura veramente poco, poi vediamo Julian armeggiare con il cellulare: gli ha tolto la scheda e la batteria in modo da non essere raggiungibile? 

Oggi quando abbiamo sentito del mandato di arresto appena emesso dai magistrati svedesi, ci siamo detti: ancora un mandato? Possibile che questi ogni mese emettono un mandato di arresto contro Julian Assange? 

Una cosa è certa: Julian e la sua Wikileaks sono nel mirino. I documenti segreti che rivelano sono una minaccia per il Pentagono, per le multinazionali che hanno colpito, le grandi banche tipo la Julius Baer che sono state colpite e affondate da Wikileaks. Non la passeranno liscia. E con loro  non la passeranno liscia i giornalisti che collaborano con Wikileaks.

 

Sono passati 36 anni. TRENTASEI. Ma la strage di piazza della Loggia, a Brescia, rimane una carneficina senza colpevoli.


Oggi stati assolti i 5 imputati per la strage: il generale Francesco Delfino, Delfo Zorzi, Pino Rauti, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi. 


http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/16/news/brescia_sentenza-9178422/?ref=HREA-1

Nessun colpevole. 8 morti e oltre 100 feriti senza un colpevole. Se questa è una democrazia occidentale…

 

Per qualcuno è una battaglia di nicchia, un cruccio da tecnofan. Eppure, per chi capisce in che direzione viaggia il futuro in tutto il resto del mondo, quella del WI FI è una questione che deciderà come comunicheranno gli italiani e come si informeranno.

In tema di internet security, uno dei più autorevoli esperti sulla piazza mondiale è l'americano Bruce Schneier (www.schneier.com) : grande esperto di crittografia, ex consulente della Casa Bianca e attuale capo della sicurezza tecnologica del colosso BT (proprietario di British Telecommunications), Schneier è stato ribattezzato dell'Economist come 'il guru della sicurezza informatica', al punto che la sua fama ha travalicato il circolo degli addetti ai lavori ed è stato citato perfino nel libro di Dan Brown, 'Il Codice Da Vinci'. 

Trovate qui il nostro ultimo articolo per L'ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/wi-fi-maroni-e-fuori-strada/2138103