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Crudelia De Mon è una gran signora. Una da vita Billionaire. Spende in botox quanto un’intera nazione africana e visita i campi nomadi con tailleur strafichi e chiome fatali. I poveracci, grassi e sciatti, non appartengono al suo cosmo e alla sua cosmetica. Normale che ne stia alla larga, come una signorina che tocca un insetto repellente solo munita di bastoncino. 

Ma la vita è strana e la psicologia delle masse più strana ancora: nel segreto delle urne, Crudelia & Co. vanno forte proprio tra i poveracci, che, come loro, vedono nei clandestini il male assoluto dell’Italia.

La caccia alle streghe contro i poveri cristi, che abbandonano paesi che crepano di fame, è forse paragonabile alla persecuzione degli ebrei. "Gli ebrei?", reagirà qualcuno scandalizzato, "gli ebrei venivano bruciati nei forni crematori, ne furono sterminati 6 milioni, era un piano lucido e sistematico. Oggi nessuno stermina scientemente milioni di immigrati". Davvero? Quanti milioni di persone sono condannate a morire di stenti per politiche economiche che, sappiamo benissimo, affamano il terzo mondo? Quanti per la corruzione e i conflitti armati, alimentati dalle nostre aziende che ne rapinano le risorse naturali?

Gli immigrati sono diventati il capro espiatorio per tutti i problemi dell’Italia. E’ facile e indolore prendersela con loro. Mentre affrontare i veri problemi che affliggono questo paese richiede intelligenza ed energie, che non abbiamo. Dovremmo troncare la testa alla criminalità organizzata, che ormai governa mezza Italia e che esportiamo. Dovremmo tagliare i privilegi di venduti, parassiti, incapaci, raccomandati, lottizzati e lettizzati che occupano posizioni cruciali nel paese. Ma, soprattutto, dovremmo investire nell’educazione e nell’istruzione. Finché i nostri cervelli migliori saranno costretti a scappare in cerca di opportunità, il declino di questo paese sarà inarrestabile. Finché il lavoro duro, la competenza, l’onestà e la passione civile non avranno chance nel paese dei furbi, nel regno del "fatti i cazzi tuoi e magna", questo paese continuerà ad affondare come il Titanic.

Prendersela con l’ultima ruota del carro, con poveracci che non contano niente e crepano sulle nostre coste, senza che nessuno si ponga il problema di migliaia di vita umane cancellate in un’indifferenza agghiacciante, è mostruoso.

 

Oggi le agenzie riportano che il ministro Maroni è ottimista: presto cesseranno gli sbarchi di clandestini a Lampedusa, grazie all’accordo con la Libia.

Insomma Maroni & Co. hanno capito la tragedia umana di milioni di poveri cristi che crepano per la fame, le guerre, la tortura, e, conseguentemente, hanno chiesto aiuto a quel noto campione dei diritti umani che è Gheddafi.

Del resto anche Condoleezza Rice ha sdoganato Gheddafi. Da dittatore canaglia che ne ha fatte più di Carlo in Francia, appoggiava il terrorismo, comprava i pezzi per la bomba atomica dalla rete di Khan, esattamente come l’Iran e la Corea del Nord, Gheddafi è stato riammesso nell’Olimpo dei presentabili: è un democratico rinato. E allora, giù: visite in pompa magna a Sarkozy, baci e abbracci con Berlusconi e idillio con Condoleezza.

La realtà della Libia di oggi, sotto Gheddafi, la fotografa questa lettera-appello della grande e autorevole associazione per i diritti umani HUMAN RIGHTS WATCH:

http://hrw.org/english/docs/2008/09/02/libya19735.htm

Riassumiamo:

– nella Libia del colonnello è una pessima idea fare attività politica indipendente e invocare la democrazia. L’articolo 3 della legge 71 prevede la pena di morte per chiunque supporti queste attività politiche. Il caso di Fathi al-Jahmi esemplifica la situazione. Al-Jahmi è un povero attivista che si è azzardato a criticare Gheddafi, a invocare democrazia, libertà di stampa e di parola. Nel 2002 è stato è stato arrestato, schiaffato in un manicomio per 1 anno. Ad oggi, non è ancora libero. Seppure gravemente malato, non ha accesso alle cure appropriate.

nel maggio del 2008, la Svezia ha rifiutato il diritto di asilo a Mohammed Adel Abu Ali e lo ha rispedito a Tripoli, anzi "a casa sua", direbbero i leghisti. All’arrivo a casa sua, appunto, le autorità libiche l’hanno subito sbattuto in prigione: due settimane dopo il rientro in Libia era morto.

– nel giugno del 2008 un tribunale libico ha condannato 11 attivisti che dimostravano pacificamente contro la violenza della polizia libica. Sono stati condannati a pene che variano dai 6 fino ai 25 anni.

– la tortura va forte. E perfino il Dipartimento di Stato americano nel suo rapporto del 2007 sui diritti umani descrive quelle più in voga: dita rotte, torture con l’elettricità, soffocamento. 

Visto il curriculum, non ci sono dubbi: in caso di emergenza umanitaria, call Gheddafi!

Un articolo insopportabilmente rozzo pubblicato dal quodiano "Libero" di Vittorio Feltri su chi  si azzarda a comperare equo e solidale. Titolo: "Il consumatore intelligente? Pacifista e non va mai a messa" :

http://www.libero-news.it/articles/view/289588

Per  Libero, chi ha un pizzico di coscienza e si rifiuta di essere complice dello sfruttamento bestiale di poveri lavoratori, è uno stronzetto privilegiato che si può permettere di spendere "cifre da boutique" pur di tenere a posto la sua falsa coscienza.

La cosa che fa venire la bava alla bocca al giornalista è che poi, questo consumatore intelligente  che sceglie equo e solidale, non va mai a messa! Che scandalo!

E’ proprio il caso di dire: "dagli amici si guardi Iddio"…