Archivi per il mese di: aprile, 2009

 

Strangelove ha annunciato per primo la possibilità di un nuovo test nucleare nord coreano: ne abbiamo dato notizia domenica 19 aprile in questo nostro post:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/20358236/esclusivo%3A+la+Corea+del+Nord+p

le nostre fonti, dunque, erano al solito MOLTO ben informate.

oggi arriva la BBC:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/8024235.stm

e il Corriere della Sera:

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Nordcorea-scuse-Nazioni-Unite-nuovo-test-nucleare/29-04-2009/1-A_000018709.shtml

 

Che cosa ha portato le donne italiane a sprofondare in questo incubo? Ad accettare di essere rappresentate da questa gente?

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2009/28-aprile-2009/ecco-noemi-diciottenne-che-chiama-berlusconi-papi-1501304940417.shtml?fr=correlati

http://espresso.repubblica.it/multimedia/5709012/1

http://www.corriere.it/politica/09_aprile_27/europee_volti_nuovi_pdl_88f372fe-3345-11de-b34f-00144f02aabc.shtml

Dove cazzo stanno le donne italiane?!! Le femministe incazzate. Le donne che studiano e lavorano. Le donne che sgobbano in casa, semplici ma piene di buon senso. Dove cazzo stanno, le donne normali?!! Perché non si fanno sentire?!

Ogni giorno ci svegliamo e speriamo di scoprire finalmente l’arcano: non siamo davvero così! L’Italia non è questa! Siamo finiti in un mondo da "Congresso di futurologia" di Stanislaw Lem: gli abitanti di questo paese agiscono sotto l’effetto di allucinogeni e psicofarmaci potentissimi, ergo i loro comportamenti non vanno presi sul serio, esattamente come nessuno prende sul serio i deliri di un ubriaco o di un tossico.

 

"Verso i primi di novembre, il direttorato del KGB aveva appreso da una fonte del KGB in Vaticano che la CIA aveva ottenuto le informazioni su tutti i piani per la corte marziale in Polonia […] Dopo aver ottenuto i piani da Kuklinski, le autorità americane ne informarono papa Giovanni Paolo II nella speranza che il papa potesse usare la propria influenza per evitare [la corte marziale in Polonia, ndr]".

Questi sono alcuni retroscena che emergono dal ‘file Kuklinski’, dal nome di Ryzsard Kuklinski, un colonnello polacco che per anni fu l’aiutante del ministro della Difesa, Jaruzelski, ma che allo stesso tempo fu un informatore della CIA, dai primi anni ’70 fino al 1981.

Il file è stato in parte desecretato dalla CIA, grazie al Freedom of Information Act. La CIA, però, ha rilasciato una piccolissima porzione dei documenti dell’enorme file Kuklinski, che continua a rimanere inaccessibile.

Mark Kramer, della Harvard University, ha pubblicato un’analisi dei documenti rilasciati, analisi che trovate in questo saggio (citato in questo post e diffuso ampiamente dal blog di Steven Aftergood): 

http://www.wilsoncenter.org/topics/pubs/WP59_Kramer_webfinal1.pdf

Citiamo ancora dal lavoro di Kramer:

"Kuklinski riportava tanti esempi di come l’Unione sovietica avesse fatto pressione su Jaruzelski per limitare l’influenza della Chiesa cattolica sulla società polacca.

Stando a Kuklinski, Kulikov e gli altri alti ufficiali sovietici odiavano papa Giovanni Paolo II in modo così viscerale che Kuklinski arrivò a sospettare che, dietro il tentativo di assassinare il papa nel maggio 1981, ci fosse l’Unione sovietica:

Non è escluso che i sovietici potrebbero cercare di assassinare il papa [scrive Kuklinski, ndr]. In un incontro del luglio 1981, il generale Wladislaw Hermanszewski [comandante del 1° corpo di difesa aerea a Varsavia, ndr]  , vicino ai sovietici, ripetè che tutti i problemi erano cominciati con l’elezione del papa.

Disse che a quel tempo c’erano molti polacchi che avrebbero "fatto quello che avevano fatto i turchi, cioè provare ad assassinare il papa…i sovietici, ovviamente, avevano un ruolo nel tentato assassinio, visto che erano gli unici che avrebbero potuto trarne beneficio e avevano più volte ribadito che, finché ci fosse stato un papa polacco, il comunismo non poteva mettere radici in Polonia".

Chi sceglie veramente il successore di Pietro, il rappresentante di Cristo sulla Terra? Chi decide davvero chi sono i suoi uomini più fidati? Quanto è "infiltrato" il Vaticano?

Giovanni Paolo II era il papa giusto al momento giusto per sgretolare l’impero sovietico. L’ambasciatore tedesco al Vaticano durante la Seconda guerra mondiale, Ernst von Weizsaeker, non era uno a caso: era il padre di Carl Freidrich von Weizsaecker, che lavorava all’atomica di Hitler: l’arma decisiva di quella guerra e di quella successiva: la Guerra fredda. L’ambasciatore iracheno al Vaticano prima della seconda guerra del Golfo, del 2003, non era un altro a caso: era il migliore diplomatico nucleare che aveva Saddam, quel Saddam a cui è saltata la testa per un’atomica che non ha mai costruito…(anche se ci ha provato!).

 

 

Ha un modo di fare nervoso, deciso. E’ MOLTO competente e, tra carrozzoni e boiardi di stato, di cose ne ha viste…

"Il giorno dell’accordo coi francesi per l’Alitalia, mi è arrivata una telefonata: allora il nucleare si fa", racconta lui.

Sul ritorno al nucleare dell’Italia, leggete questa intervista de L’espresso:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/centrali-vecchie-nucleare-nuovo/2079757&ref=hpsp

Strangelove, invece, vi racconta qualche retroscena sull’uscita dell’Italia dal nucleare nel 1987:

Nucleare: quando prima dei verdi, volevano fermarlo gli Usa

di Stefania Maurizi
Pubblicato sul Venerdì di Repubblica, 3 aprile 2009

Gennaio 1980. “Comunicazione riservata. Dal Dipartimento di Stato, Washington DC, all’ambasciata americana a Roma: ‘Cossiga ci ha spiegato che l’Italia aveva un contratto per 5 laboratori […] i nostri accordi devono rimanere segreti”.

Il segreto è rimasto inviolato per 29 anni. Ora però è stato spazzato via dal Freedom of  Information Act, lo strumento con cui i cittadini americani possono chiedere  la desecretazione dei documenti governativi. Il plico che abbiamo di fronte è alto almeno 15 centimetri, ma di carte ne mancano la metà: quelle che non sono state rilasciate sono ancora riservate e, tra quelle disponibili nel faldone, ce ne sono alcune così censurate che è inutile leggerle. Intrighi all’ombra del petrolio, traffici nucleari, operazioni di intelligence. E’ in queste comunicazioni ufficiali tra l’ambasciata americana a Roma e il Dipartimento di Stato Usa, negli anni ’78-’83,  che vanno ricercati i retroscena dell’avventura nucleare italiana, prima che il fatidico referendum dell’ ’87 mettesse fine all’atomo Made in Italy.

La storia ufficiale  racconta gli anni ’70 e i primi anni ’80 come pieni di speranze per l’industria atomica del Belpaese: centrali all’avanguardia, una classe di tecnici invidiata e rispettata e l’Italia capace di competere con giganti dell’atomo, come la Francia. Poi la tragedia di Chernobyl e gli ambientalisti hanno distrutto tutto. E solo ora, 22 anni dopo, si torna a parlare di centrali. Ma è davvero andata così? Davvero la  colpa è tutta degli ambientalisti? E se no, chi ha affossato il nucleare italiano?

Per gli americani era già in coma almeno dalla fine degli anni ’70. “Ci sono due fattori decisivi dietro la decisione dell’Italia di vendere tecnologia nucleare all’Iraq”, scrive nel gennaio 1980 l’ambasciatore americano Richard Gardner al Dipartimento di Stato, “il petrolio iracheno e il bisogno di assicurare lavoro alla moribonda industria nucleare italiana”.  ‘Moribonda’ è  una definizione che nei documenti americani ricorre continuamente. Stagnazione, mancanza di commesse, progetti che nascono già morti, come quello del reattore Cirene, interamente progettato dagli italiani e fiore all’occhiello della collaborazione tra l’Enel e il Cnen, il predecessore dell’Ente nazionale per l’energia atomica (Enea).  Gli Usa guardano con grossa preoccupazione alla possibile vendita del Cirene all’Iraq di Saddam: è un reattore che può essere usato per produrre plutonio per la costruzione di armi nucleari e l’ultima cosa che gli americani vogliono è un Raìs con la bomba. Di fronte alle pressioni di Washington, però, il presidente del Cnen, Umberto Colombo, si sbottona: “Il Cirene è un binario morto”,  ammette senza mezzi termini, “ma visto quello che è costato e gli investimenti che ha già richiesto, deve essere completato per forza”.

Per gli Usa quello che sta succedendo è chiaro: l’industria nucleare italiana è in gravi difficoltà, non decolla, non ha lavoro e per fare cassa comincia a guardare fuori dai confini nazionali, all’Iraq di Saddam, alla Libia di Gheddafi e al Pakistan. Pazienza se i potenziali clienti sono dittatori o paesi instabili e turbolenti: gli affari sono affari e, in tempi di magra, scegliere è un lusso che non ci si può permettere. Ma gli americani non ci stanno: non accettano che una tecnologia strategica come quella nucleare possa finire nelle mani di Saddam o di Gheddafi. E allora, presi tra due fuochi, gli italiani cercano di barcamenarsi. “Colombo spera di convincere gli iracheni ad aspettare e a comprare il reattore Cirene dopo il 1983”, scrivono, “crede che per quella data l’industria nucleare italiana potrebbe  avere abbastanza lavoro in patria da non essere così interessata all’Iraq”.

Gli Usa, però, non si fidano. Sorvegliano Ansaldo, Snia Techint, Agip Nucleare e tutte le aziende che operano nel settore, avvicinano boss e tecnici, contattano i politici. L’ “alleato di ferro” Cossiga, lo sfuggente Andreotti, ma soprattutto Umberto Colombo. A lui e i suoi collaboratori più fidati arrivano a chiedere dettagli tecnici delicatissimi. Molte delle conversazioni con Colombo sono censurate, ma altre sono riportate nella loro interezza. “Colombo si sente limitato nella sua capacità di fare pressione sul governo italiano [per limitare le vendite di tecnologia nucleare agli arabi, ndr] per il fatto che è ebreo. Crede che gli iracheni non siano a conoscenza di questo fatto e ci ha chiesto discrezione al riguardo. Ma nella destra italiana presente nel Cnen e nel governo italiano è una cosa nota”.

Affari e commesse non sono l’unico problema dell’industria nucleare italiana. Quella atomica è una partita in cui petrolio e politica si mescolano prepotentemente.  “Siamo consapevoli della vulnerabilità italiana a un possibile taglio delle forniture petrolifere”, ammettono gli Usa. In più occasioni, infatti, gli iracheni hanno reso esplicito il ricatto: la tecnologia atomica italiana è la contropartita per l’oro nero del Raìs, che a Roma arriva a chiedere “uno spostamento verso una posizione più filo araba sul tema dei palestinesi e dei territori occupati dagli israeliani”.

E allora, dal piano degli affari, la partita nucleare si sposta su quello dell’intelligence e delle operazioni di sabotaggio, come quella bomba che la notte del 7 agosto 1980 esplose davanti alla sede della Snia Techint, una delle aziende italiane più coinvolte nella cooperazione nucleare con l’Iraq. “Rinnoviamo il nostro invito ad avvicinare gli israeliani affinché riducano la loro pressione sugli italiani e sugli altri”, scrivono gli americani. Ma di queste operazioni, nelle carte rilasciate, rimane poco più che l’ombra: non sono bastati 30 anni a rimuovere il segreto, che rimane gelosamente custodito negli archivi americani.

 

 

 

Sostiene Mr. X che i documenti dei Tinner

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/19567722/esclusivo%3A+il+mistero+dei+Tinn

non sarebbero stati completamente distrutti. Sostiene che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) avrebbe ricevuto un nuovo invito a visionarne alcuni…

 

Nell’ambiente si mormora… La Corea del Nord ha sbattuto fuori dal paese gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e, racconta un insider, ha quasi sicuramente ripreso a lavorare al programma nucleare. Nei prossimi mesi è probabile un nuovo test nucleare nord coreano: Pyongyang ha tutto il necessario per farlo.

Racconta a Dr. Strangelove una fonte molto informata:

"Nessun paese può pensare di mettere in piedi un arsenale nucleare con un solo test, com’è stato quello nord coreano dell’ottobre 2006. La reazione degli Stati Uniti al lancio del satellite nord coreano c’è stata, ma non è stata esagerata, quello che è stato esagerato è l’atteggiamento di Pyongyang, che ha risposto alle critiche americane sbattendo immediatamente fuori dal paese gli ispettori AIEA e quelli americani.

Perché i coreani hanno risposto in modo così ‘isterico’? Per ragioni strumentali: volevano un pretesto per mandare a monte tutto. Così la partita è di nuovo aperta e le possibilità sono 2: o gli americani ingoiano il rospo e concedono al dittatore nord coreano quello che non sono stati disposti a concedere finora, oppure Pyongyang tira dritto e fa un secondo test nucleare, indispensabile per creare un arsenale affidabile".

Comunque vada, sarà ricatto.

Al nostro articolo su L’espresso :

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-barone-sismico/2078768

Enzo Boschi,  presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), ha prontamente risposto con un comunicato stampa, che riportiamo qui sotto:

"I KILLER DELL’INFORMAZIONE
 In un articolo uscito oggi su “L’Espresso” la giornalista Stefania Maurizi mi attacca attribuendomi un virgolettato dedotto dal verbale della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, chiaramente senza averlo letto. 

Al verbale è associato  un rapporto molto tecnico di circa 90 pagine  sulla sismicità abruzzese. (Ci sono anche gli accelerogrammi).

Ciononostante la Maurizi afferma: “L’Espresso ha letto il verbale, è un documento puramente descrittivo. Non riporta valutazioni tecniche, né le  analisi scientifiche delle scosse”.
Ma che cosa ha letto l’Espresso? Ma è questo il modo di informare?

Addirittura secondo la Maurizi io “regnerei” sull’INGV da 26 anni; cioè “regnerei” su un Ente fondato il 10 gennaio 2001, nove anni fa.

Almeno, la logica!!
                                                                                            Enzo Boschi"

Questa la nostra replica, inviata al Capo ufficio stampa dell’INGV, Sonia Topazio:

 "Gentile Sonia Topazio,

Forse le è sfuggito che non faccio "divulgazione": L’Espresso è un grande settimanale di politica, cultura ed economia che fa ottimo giornalismo, soprattutto d’inchiesta: spero vivamente che  le sia chiara la differenza tra le due professioni, ovvero quella del giornalista e quella del divulgatore.

Quanto a quello che ho scritto nel mio articolo per L’espresso, sono in grado di documentare tutto: quando lavoro a un’inchiesta, passo intere giornate a leggere faldoni di documenti di ogni tipo.

Conosco quindi la storia dell’INGV, come è stato costituito a partire dal 1999, conosco il curriculum del Prof. Boschi alla guida dell’ex ING dall”83 e poi, dal 2000 ad oggi, alla guida dell’INGV, un ente di ricerca "risultato" di fusioni e accorpamenti dell’ING con altri centri.

Conosco perfettamente il verbale della Commissione grandi rischi della Protezione civile, che ho avuto occasione di commentare e analizzare con due persone certamente "informate dei fatti" come il dott. Gian Michele Calvi e il Prof. Franco Barberi: ho anche regolarmente registrato questi colloqui.

Quanto a me, continuerò a indagare quanto voglio sull’INGV, scrivendo tutto quello che è vero e che sono in grado di dimostrare: è il mio mestiere e non siamo nella Corea del Nord, dove c’è il culto del Caro Leader.

Stefania Maurizi"

 

Il suo regno dura da 26 anni. 

Dall’ ’83 al 2000 all’Istituto Nazionale di geofisica e da allora ad oggi all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi è il signore dei terremoti.

Trovate qui l’ultima inchiesta di Dr. Strangelove per L’espresso su Enzo Boschi:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-barone-sismico/2078768

 

Ci sono traffici che cambiano la storia, permettono a stati di acquisire strumenti che cambiano le regole del gioco.

Traffici oscuri, di cui nessuno sa niente, nessuno ha la più pallida idea di come possano funzionare: chi c’è dietro? Davvero sono possibili i cani sciolti? Chi è la manovalanza? E il cervello? Che agenda hanno i trafficanti? Come si muovono? Chi comprano e chi corrompono?

Come s’indaga un traffico completamente sotterraneo, di cui si sa poco più di zero? 99 volte su 100, quello che emerge da certi mondi è veramente frammentario, impreciso, difficile da decifrare per gli outsider.

Una strada possibile, per capire, è bluffare. Bluffare, intrufolarsi e vedere che succede: qualcuno abbocca?  Già…ma come ci si muove in un mondo di cui si sa tanto poco?

Dr. X è uno che qualcosa sa: poca roba, frammentaria, ma sempre meglio di niente. Proviamo a parlare con lui della nostra idea.

"E come vorrebbe bluffare?", chiede pensieroso, con quello sguardo che ti passa ai raggi X. Buttiamo giù un’ideuzza, un abbozzo. E cerchiamo di indovinare la sua reazione, osservandolo. "Non metta un piede nel loro mondo", è tutto quello che ci sentiamo rispondere. E’ tutto: altro non riusciamo a decifrare…

uovo di Pasqua

In Abruzzo, Strangelove ha visto il dolore immenso di gente che ha perso tutto: i cari sotto le macerie, le case, la tranquillità.Tutto.

L’uovo di cioccolato che vedete qui sopra era un premio per una lotteria di Pasqua, organizzata da un bar appena fuori L’Aquila: sotto i colpi del terremoto è andato in frantumi anche l’uovo… sembra quasi il dispetto di una divinità odiosa che ha voluto colpire con inutile cattiveria…

272 morti (finora) e 28mila sfollati per un sisma, che non era certo di eccezionale intensità, sono una statistica indegna di un paese civile e del G8. 272 morti e 28mila sfollati sono cifre da terzo mondo.

Il messaggio del "governo del fare" è rimbocchiamoci le maniche e basta polemiche. Della serie: chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato. Poi, i riflettori si spegneranno e  migliaia di poveri cristi passeranno anni nei container. Una valanga di soldi arriverà in Abruzzo. Soldi vostri, nostri, di tutti. Ingrasseranno camorristi, mafiosi e politicanti corrotti fino al midollo, ingozzati da costruttori che rimetteranno in piedi case di merda, lottizzazioni di merda, piani regolatori di merda.  Uno si venderà per un terrazzino abusivo, un altro per la carichetta del consiglio del paese, quell’altro per il verde pubblico fagocitato dall’asfalto. E avanti così. Avanti fino alla prossima tragedia. 

Asciugate le lacrime e prosciugati i fondi, scordatevi giustizia, processi e responsabilità. Nessuno vedrà alla sbarra geometri, geologi, sindaci, commissioni edilizie, architetti, ingegneri che per 30 anni hanno progettato case, rilasciato concessioni  edilizie, approvato piani regolatori e lottizzazioni. 

Tanti auguri, Italia.