Archivi per la categoria: whistleblower

«Se tu avessi mano libera su reti coperte dal segreto per lunghi periodi di tempo […] e vedessi cose incredibili, cose terribili [..] che riguardano la vita di tutti, e che non devono finire archiviate in un server in qualche stanza buia di Washington DC…che faresti?». 

Trovate qui il nostro ultimo lavoro per l'ESPRESSO su Bradley  Manning, il giovane soldato americano che domani andrà a processo, accusato di aver passato a WIKILEAKS tutti i documenti che hanno fatto di Julian Assange e della sua organizzazione delle icone mondiali.

Chi è davvero Bradley? E' stato veramente lui a passare i documenti a Julian Assange? perché l'ha fatto?

Leggete:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/manning-processo-a-un-eroe/2168655

Nei nuovi "Spy Files"dedicati all'industria della sorveglianza elettronica, 23 dossier e video divulgati per la seconda settimana da WikiLeaks e pubblicati in esclusiva da "l'Espresso", c'è un asso pigliatutto: si chiama FinFisher ed è un prodotto commercializzato da due giganti del settore che hanno stabilito una stretta collaborazione: l'inglese Gamma e la tedesca Elaman. 

Trovate qui il nostro ultimo lavoro per l'ESPRESSO sul nuovo rilascio di SPY FILES da parte di WIKILEAKS:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-il-potere-spia-nel-tuo-pc/2168193

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/come-si-sorvegliano-i-computer/2168185

 Ieri eravamo a Londra per presentare con Julian Assange, WIKILEAKS, colleghi ed esperti gli SPY FILES.

Trovate qui il nostro lavoro per l'ESPRESSO sugli SPY FILES, che Assange ci ha consegnato personalmente il 27 agosto 2011 durante una camminata a Ellingham Hall :

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/wikileaks-siamo-tutti-spiati/2167660

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Wikileaks-spiati/2167652

Non vi perdete questa mappa fatta dai colleghi francesi di OWNI:

http://speciali.espresso.repubblica.it/interattivi/wikileaks/index.html

Qui trovate il video integrale della conferenza stampa a Londra di Assange: il nostro  intervento lo trovate al minuto 20.52:

http://bambuser.com/v/2173499

Infine qui trovate l'articolo del quotidano El Paìs che cita noi, Assange e altri giornalisti ed esperti intervenuti alla conferenza stampa, tra cui Jacob Appelbaum:

http://internacional.elpais.com/internacional/2011/12/01/actualidad/1322763478_258569.html  

 

Ho letto con un misto di sconcerto e sorpresa  queste poche righe de LA STAMPA su WIKILEAKS:

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/431924/

"E ora se Wikileaks boccheggia il merito è del giro di vite di Washington", scrive il quotidiano di Torino.

Ora, io credo che ci sia poco da festeggiare Washington per aver fatto "boccheggiare" WikiLeaks: chi sta dalla parte della Verità e della Libertà di espressione ha poco da stare contento.

E non credo assolutamente che ci sia da festeggiare per il blocco delle donazioni, citato nel pezzo: una mossa illegale, che denota come il mondo finanziario sia completamente SERVO della politica e di quel Pentagono, che ha le mani lorde di sangue.

E' bastato che il Dipartimento di Stato facesse una comunicazione a PayPal per cancellare le donazioni a WikiLeaks, senza nessuna base legale: è questo il mondo libero e giusto dell'America di Obama?

E solo chi non vede oltre il naso non capisce che il blocco finanziario contro WikiLeaks crea un precedente gravissimo, perché WikiLeaks non è in alcuna black list: è un'organizzazione perfettamente legale. Addirittura il Dipartimento del Tesoro ha dovuto riconoscerlo, replicando ai falchi americani – che premevano per fare inserire WikiLeaks nelle black list delle organizzazioni terroristiche e da colpire con sanzioni -che non esistono i presupposti giuridici per una designazione del genere.

E allora su che si basa l'embargo economico?

Oggi il blocco finanziario colpisce WikiLeaks, domani potrebbe colpire Amnesty International, Human Rights Watch o i giornali non allineati, ma i "mainstream media" rischiano veramente poco da questo punto di vista…

 

Che l'Italia sia un Paese dove la cultura tecnica è inesistente e le cronache giornalistiche sguazzino solo tra tangentari e puttane è un dato di fatto. 

Se prendete un giornale italiano, è tutto un terrorizzare i lettori su quello che di terribile c'è in rete: venditori di pillole letali, hacker che sono la quintessenza del Male, servizi come Skype completamente in mano a narcotrafficanti e mafiosi. Quando sono stati arrestati 4 ragazzini di Anonymous, i media italiani hanno titolato: "smantellata la cellula italiana di Anonymous", con tanto di video al TG1: manco fosse Al Qaida.

Più che le cronache dalla Frontiera Digitale, nuovo avamposto dei diritti umani e delle libertà civili, la copertura mediatica della Rete, in Italia, sembra un bollettino della polizia postale. 

Nel nord Europa, in Inghilterra e in America – realtà avanzate, dove la cultura tecnica è rispettata e produce benessere, progresso sociale e culturale- i giornalisti cercano di capire a fondo la cultura digitale e il suo impatto su diritti umani come la privacy o su risorse fondamentali per la comunità, come il whistleblowing. Ci si sforza di indagare  e capire rivoluzioni come quella di WikiLeaks o  di Anonymous. 

Ma in Italia, no. L'Italia, Paese degli Scilipoti e dei pellegrinaggi alla Madonna di San Luca, banalizza e criminalizza tutto. Noi sì che siamo più furbi e smaliziati degli altri!

L'esempio per antonomasia di come il giornalismo italiano tratta la rivoluzione digitale è stato il linciaggio mediatico di Julian Assange.

Firme che si spacciano per grandi esperti di internet sono arrivate a scrivere che il passato di Julian puzza di spionaggio, perché, se davvero venisse dal mondo hacker e degli attivisti della rete, nella comunità hacker il nome di Assange sarebbe noto, e invece no: tra gli hacker della sua generazione nessuno lo conoscerebbe. Per fortuna, però, il giornalismo vero esiste ancora. E prima di scrivere cazzate e formulare ridicole teorie del complotto, ci sono giornalisti che vanno a vedere con i loro occhi, toccare con le loro mani e indagare con il loro cervello. Uno di quelli che l'ha fatto è Raffi Khatchadourian del migliore giornale del mondo: il New Yorker.

Khatchadourian ha indagato su Assange, scrivendo un fantastico pezzo per il New Yorker:

http://www.newyorker.com/reporting/2010/06/07/100607fa_fact_khatchadourian

Che è venuto fuori? E' venuto fuori che da giovanissimo Assange ha subito un procedimento giudiziario per le sue intrusioni informatiche. Rischiava 10 anni di galera, ma alla fine il giudice ha stabilito che non c'era evidenza di un comportamento di Assange mirato a distruggere sistemi informatici o acquisire illegalmente denaro: le sue incursioni erano un puro piacere intellettuale mirato a capire come entrare nei sistemi e navigare attraverso di essi.

Questa la conclusione del giudice:

“There is just no evidence that there was anything other than sort of intelligent inquisitiveness and the pleasure of being able to—what’s the expression—surf through these various computers.”

La pena a cui è stato condannato Assange, quindi, è stata molto mite, come ha raccontato Khatchadourian, che, per scrivere il suo pezzo, ha parlato con Ken Day, il capo degli investigatori a cui era stato assegnato il caso.

Del passato da hacker di Assange c'è almeno un'altra prova fattuale: il libro 'Underground', scritto da Julian con la ricercatrice Suelette Dreyfus nel lontano 1997: un testo molto amato nell'ambiente hacker e che vi consigliamo di leggere.

Vogliamo sostenere che queste evidenze fattuali siano state fabbricate e che Assange si sia costruito fin dai lontani anni '90 una falsa identità per coprire quella vera, fabbricando documenti giudiziari e libri fasulli? Tutto è possibile, certo. Ma se entriamo in questa logica, allora sono ammissibili le teorie più trash del mondo, come quella che il Papa la notte faccia bagordi con le aliene di Roswell. 

Abbiamo fatto questa lunga parentesi su Julian Assange per denunciare la superficialità del giornalismo italiano, sempre pronto ad alimentare sospetti, timori, chiacchiere, diffamazioni gratuite più che a mettersi a lavorare sodo per verificare i fatti, senza ripetere a pappagallo la versione dei fatti di spioni e sbirri, che vedono il mondo attraverso una lente particolare: quella della disinformazione, i primi, e quella della repressione della criminalità, i secondi.

Oggi, per esempio, sul Corriere c'è un pezzo su BITCOIN: la criptomoneta molto  in voga nell'ambiente dei geek: i talenti del computer.  

http://www.corriere.it/cronache/11_novembre_03/moneta-elettronica-rete_525d18ec-0612-11e1-a74a-dac8530a33df.shtml

Il Corriere arriva a scrivere: "viene usata soprattutto da chi ha qualcosa da nascondere". Una conclusione deprimente, perché dimostra di non aver capito lo spirito libertario alla base di BITCOIN, sviluppata da gente preoccupata per la privacy e un'invenzione che affonda le sue radici nella cultura dei mitici cypherpunks, che non erano delinquenti o narcotrafficanti che sognavano la moneta che non lascia tracce per far sparire i proventi dei loro traffici, ma erano alcune delle migliori menti dell'informatica: da Tim May, a Philipp Zimmermann a John Gilmore.

Ridurre BITCOIN a un mezzo usato da chi qualcosa da nascondere rivela una cultura da celerini, da gente che ha un approccio sbirresco alla rete, esattamente il contrario di quello che la Rete rappresenta in tutto il resto del mondo.

 

Ha perso la sua battaglia. Julian Assange verrà estradato in Svezia per rispondere alle accuse di stupro che gli rivolgono due donne. Da 330 giorni è agli arresti domiciliari senza essere incriminato per alcun reato. I magistrati svedesi ne pretendono l'estradizione solo per poterlo interrogare in merito alle accuse delle due ragazze. Eppure Assange ha passato l'ultimo anno segregato a Ellingham Hall, una magione nel Norfolk, a due ore da Londra, agli arresti, con un braccialetto elettronico alla caviglia e l'obbligo della firma. 

Trovate qui il nostro ultimo lavoro per l'ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/wikileaks-verso-la-clandestinita/2165266


 

Entro stamani sapremo se Julian Assange verrà estradato in Svezia.

Come abbiamo scritto  almeno mezzo milione di volte, ad oggi Julian Assange ha passato 330 giorni agli arresti domiciliari senza essere incriminato per alcun reato: la Svezia chiede di estradarlo semplicemente perché vuole interrogarlo in merito alle accuse di stupro rivolte da due donne svedesi.

E' un mistero perché i magistrati svedesi non abbiano interrogato Assange quando era in Svezia, dove ha passato un lungo periodo.

Possiamo testimoniare personalmente che il 28 settembre 2010, a Berlino, abbiamo assistito a una conversazione telefonica tra Assange e il suo avvocato, Mr. Hurtig. All'avvocato, che spiegava al telefono ad Assange che la procura svedese aveva emesso un mandato di arresto per interrogarlo, Julian Assange rispose: "Vogliono interrogarmi? E perché non l'hanno fatto prima? Sono stato sei settimane in Svezia".


Abbiamo raccontato questo particolare in un nostro articolo dal titolo "L'eversore" pubblicato su l'ESPRESSO il 9 dicembre 2010, prima che montasse tutto il caso estradizione. E abbiamo anche fatto una dichiarazione giurata, consegnata all'avvocato di Assange, in cui abbiamo raccontato questa storia.

Julian Assange è un personaggio che ispira grande amore e grande odio.

Come abbiamo scritto in più occasioni su l'ESPRESSO, abbiamo passato gli ultimi 3 anni a ferquentare, indagare e studiare Assange e il suo staff, con giornalisti internazionali con cui abbiamo condiviso analisi ed esperienze fin dalla prima ora, quando nessuno si occupava di WIKILEAKS. 

Assange è una persona molto particolare, come lo sono tutte le persone particolarmente dotate dal punto di vista intellettuale.

Le sue idiosincrasie e asperità caratteriali gli hanno creato tanti nemici nel mondo dei giornali.  Fior di giornalisti hanno fatto i soldi vendendo libri che promettevano di rivelare il "murky world" di Julian Assange. Eppure, ad oggi, a parte libri che raccontano le asperità caratteriali del fondatore di WIKILEAKS, nessuno ha tirato fuori niente di sconvolgente e criminale. 

Senza la genialità, la paranoia, la determinazione e lo spirito da visionario di Julian Assange, WIKILEAKS non esisterebbe.

 

Tra due giorni, si deciderà definitivamente il destino di Julian Assange: verrà estradato in Svezia?

E' importante sottolineare con tutta l'enfasi possibile che, dopo 338 giorni di detenzione agli arresti domiciliari, Julian Assange non è incriminato per alcun reato: i magistrati svedesi ne chiedono l'estradizione SOLO e soltanto perché vogliono interrogarlo in merito alle accuse di stupro che gli vengono rivolte da due donne svedesi, le quali hanno ammesso in tutte le sedi che i rapporti sessuali erano consenzienti e l'unica disputa era sull'uso del preservativo.

Se le due donne non volevano avere un rapporto non protetto, perché non hanno stoppato Assange? Non crederemo mai, se non  quando verranno portate prove serie e al di sopra di ogni sospetto, che Assange le ha costrette con la violenza e la coercizione a subire il rapporto.

Altra situazione paradossale è il red notice emesso dall'Interpol contro Julian Assange.

Assange si è consegnato spontaneamente dopo che l'Interpol nel dicembre 2010 ha emesso un red notice, rendendo di fatto il fondatore di WIKILEAKS un ricercato in tutto il mondo, semplicemente perché i magistrati volevano interrogarlo, NON PERCHE' ERA INCRIMINATO PER STUPRO: AD OGGI NON LO E'.

Contro Gheddafi, invece, INCRIMINATO DALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE PER CRIMINI CONTRO L'UMANITA', l'Interpol ha emesso un orange notice.

E' credibile che Julian Assange sia un criminale peggiore di Gheddafi?

In questi ultimi mesi c'è stata una vera e propria corsa alla demonizzazione di Assange, anima e meningi di WIKILEAKS. LA demonizzazione è andata di pari passo con la delegittimazione di WIKILEAKS e la distruzione economica, attraverso il taglio delle donazioni.

Da tre anni siamo immersi nel mondo di WIKILEAKS e del whistleblowing, conosciamo Julian Assange abbastanza da poter dire che, senza il suo talento, il suo spirito visionario, ribelle e sovversivo, WIKILEAKS non sarebbe mai stata creata.

Ed è WIKILEAKS che si vuole distruggere, distruggendo Assange.

E' una tragedia e una vergogna che giornali e giornalisti progressisti, che dovevano essere l'alleato naturale di WIKILEAKS, siano in prima fila nell'operazione di distruzione di Assange e di WIKILEAKS.

 

 

WIKILEAKS è un'organizzazione legale. Chiudere il rubinetto dei soldi a un'organizzazione che promuove la libertà di parola è un atto fascista.

Aiutiamo WIKILEAKS a sopravvivere.
 

Fare una donazione a WIKILEAKS tramite bonifico bancario è banalmente semplice.

Le coordinate bancarie sono qui sotto. Se avete dubbi, non esitate a contattarci: info@stefaniamaurizi.it

Iceland
Bank Transfer – Option 1: via Sunshine Press Productions ehf:
 
Recipient name: Sunshine Press Productions ehf 
Country: Iceland 
Bank name: Landsbanki Islands 
Bank address: Landsbanki Islands, Laugavegi 77, 101 Reykjavik, Iceland 
Bank account number: 0111-26-611010 
Bank account type: savings 
ACCOUNT/IBAN: IS97 0111 2661 1010 6110 1002 80 
BANK/SWIFT: NBIIISRE 
Subject/reference: anything you like
 
Germany
Bank Transfer – Option 2: via the not-for-profit Wau Holland Stiftung Foundation:
 
Foundation: This support is tax deductible in Germany!
Recipient name: Wau Holland Stiftung 
Country: Germany 
Bank name: Commerzbank Kassel 
Bank address: Region Nordhessen – Filiale Kassel, Königsplatz 32-34, 34117, Kassel, Germany 
Bank account number: 2772812-04 
Bank account type: Kontokorrent / Current account 
IBAN: DE46 5204 0021 0277 2812 04 
BIC/SWIFT: COBADEFF520 
German BLZ: 52040021 
Subject/reference: WIKILEAKS / WHS Projekt 04
 
Australia
Bank Transfer – Option 3: via WIKILEAKS ICT INC
 
Country: Australia 
Recipient name: WIKILEAKS ICT INC 
Bank name: Bendigo Bank 
Bank / branch address: 101 Queens Pde, Clifton Hill 3068, Australia 
BSB Number: 633-000 
Bank account number: 138296579