Ho letto con un misto di sconcerto e sorpresa  queste poche righe de LA STAMPA su WIKILEAKS:

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/431924/

"E ora se Wikileaks boccheggia il merito è del giro di vite di Washington", scrive il quotidiano di Torino.

Ora, io credo che ci sia poco da festeggiare Washington per aver fatto "boccheggiare" WikiLeaks: chi sta dalla parte della Verità e della Libertà di espressione ha poco da stare contento.

E non credo assolutamente che ci sia da festeggiare per il blocco delle donazioni, citato nel pezzo: una mossa illegale, che denota come il mondo finanziario sia completamente SERVO della politica e di quel Pentagono, che ha le mani lorde di sangue.

E' bastato che il Dipartimento di Stato facesse una comunicazione a PayPal per cancellare le donazioni a WikiLeaks, senza nessuna base legale: è questo il mondo libero e giusto dell'America di Obama?

E solo chi non vede oltre il naso non capisce che il blocco finanziario contro WikiLeaks crea un precedente gravissimo, perché WikiLeaks non è in alcuna black list: è un'organizzazione perfettamente legale. Addirittura il Dipartimento del Tesoro ha dovuto riconoscerlo, replicando ai falchi americani – che premevano per fare inserire WikiLeaks nelle black list delle organizzazioni terroristiche e da colpire con sanzioni -che non esistono i presupposti giuridici per una designazione del genere.

E allora su che si basa l'embargo economico?

Oggi il blocco finanziario colpisce WikiLeaks, domani potrebbe colpire Amnesty International, Human Rights Watch o i giornali non allineati, ma i "mainstream media" rischiano veramente poco da questo punto di vista…