Archivi per la categoria: osservatorio iran

Trovate qui il nostro ultimo lavoro per l'ESPRESSO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/iran-la-bomba-dellonu/2165671

 

Bravissimo come sempre, Guido Olimpio del Corriere della Sera scrive del mistero di Shahram Amiri, il fisico iraniano al centro di un mistero degno delle migliori  spy story:

http://www.corriere.it/esteri/10_luglio_13/scienziato-iran_8dd52daa-8e6e-11df-864f-00144f02aabe.shtml

L’anno scorso, Amiri sparisce improvvisamente. Questo blog è stato, crediamo, l’unico a occuparsene con un minimo di interesse e profondità.

Nell’ottobre 2009, abbiamo postato la notizia:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/21469322/il-mistero-delle-teste-d-uovo-iraniane

raccontando che Amiri era un ricercatore della Malek Ashtar University di Isfahan (Iran) .  Perché era un dettaglio importante, il nome dell’università? Era importante eccome, perché due anni prima, un’altra testa d’uovo di quell’università (finita per prima nella lista degli enti iraniani sanzionati dal Consiglio di Sicurezza ONU) era morto in circostanze assolutamente misteriose:  ARDESHIR HOSSEINPOUR, sulla cui morte abbiamo investigato a lungo:

 http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/hosseinpour.html

Nel nostro post su Amiri, raccontavamo come fosse sparito pochi mesi prima delle rivelazioni sul secondo impianto di arricchimento di Qom.

Un anno prima, nel 2008, questo blog aveva raccontato un’altra morte misteriosa: quella di Seyed Amir Fatemi Yazeed, anche questa passata completamente sotto silenzio in Italia:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/16405433/il-mistero-della-morte-di-seyed-amir-fatemi-yazeed

Amiri è, probabilmente, il caso più intrigante, perché è ( o sarebbe?)  "riapparso" e ora tutto il mondo aspetta da lui rivelazioni su quello che è successo.

Nel mese di giugno, come racconta oggi la BBC:

http://www.bbc.co.uk/news/10626593

in Rete si è giocata una partita di informazione / disinformazione tipica delle operazioni di intelligence: sul web sono apparsi 3 video che raccontavano 3 storie completamente diverse sul mistero Amiri: in uno appariva Amiri che raccontava di essere stato rapito dalla CIA durante un pellegrinaggio alla Mecca. In un altro Amiri raccontava di vivere liberamente negli Usa. Infine, nel terzo, spiegava di essere riuscito a scappare dalle mani della CIA. Roba da matti!

Oggi, l’annuncio che Shahram Amiri starebbe viaggiando verso Teheran: normale che abbia addosso gli  occhi di tutto il mondo.

Mentre le spie giocano a nascondino, a Vienna si gioca una partita a scacchi di cui, in Italia, nessuno sa niente: OLLI HEINONEN,  il capo del Dipartimento delle Safeguards ( il settore più delicato dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) perché controlla TUTTE le ispezioni dell’Agenzia, tra cui quelle in Iran ) ha MISTERIOSAMENTE deciso di lasciare l’Agenzia dopo quasi 30 anni di lavoro e billions and billions of secrets… che si porterà nella tomba….

PS: è una storia assolutamente marginale rispetto a queste, ma non dimenticate le stranezze del nostro rapporto via web con Sara Hosseinpour, la moglie del misteriosissimo Ardeshir Hosseinpour: prima Sara sparisce per mesi. Non risponde a nessuna delle nostre email.  E noi ci preoccupiamo, vista la situazione drammatica in Iran. Scriviamo un post preoccupato su questo blog e il giorno dopo- dopo mesi e mesi di silenzio assoluto- riceviamo un’email da Sara, rassicurandoci che sta bene. al 100% è una coincidenza. Ma colpisce comunque. Fantasmi di bit, come il video di Amiri? 

 

 

 

Oggi notiamo con piacere che Il FATTO QUOTIDIANO si occupa del nucleare iraniano:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/07/operazione-sabotaggio-per-bloccare-il-programma-nucleare-iaraniano/#comments

E’ un argomento MOLTO complesso…….

Forniamo una Q & A per chi vuole saperne di più.

A) E’ vero, come scrive Il Fatto Quotidiano, che l’intelligence Usa per boicottare il nucleare iraniano stia usando anche componenti difettose?

Sì, l’azione di boicottaggio è ormai in piedi da anni. Il giornalista del Fatto cita il caso di Urs Tinner e le componenti delle centrifughe sequestrate nel porto di Taranto nel 2003 a bordo della nave BBC CHINA, ma Tinner è un caso così complesso che nessuno al mondo può dire con certezza che razza di operazione fosse quella.

Tra l’altro, il nostro SISMI guidato da Pollari svolse un ruolo IMPORTANTE in quell’operazione. Più che ipotizzare, bisognerebbe riuscire a far parlare Pollari…a chiedergli che operazione era quella della BBC CHINA e che accordi c’erano con la Libia di Gheddafi…

Fonti ben informate ci hanno raccontato che, tra i documenti distrutti in Svizzera per il caso Tinners, c’erano anche quelli ottenuti dalla rogatoria dei magistrati di Berna in Italia: qualche giochetto del triangolo Tinner -CIA -SISMI che doveva essere fatto sparire?

B) Il boicottaggio in cosa consiste?

In tante azioni diverse, tipo quella di riuscire a far sparire teste d’uovo importanti per la fisica iraniana. In un modo o nell’altro, ne sono sparite diverse negli ultimi anni…tipo Shahram Amiri:

http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/10501753.stm

hanno defezionato volontariamente o sono stati "rapiti", come accusa l’Iran?

Noi ci siamo occupati della morte misteriosa di un giovane fisico assolutamente brillante che, secondo l’intelligence USA (STRATFOR) è stato eliminato dal Mossad: non siamo venuti a capo del mistero, ma abbiamo capito che potrebbe essere successo altro:

http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/hosseinpour.html

 

C) Com’è possibile che l’Iran continui ad andare avanti con il programma nucleare nonostante le sanzioni pesanti che hanno colpito proprio i traffici di materiali dual-use indispensabili per il programma nucleare e missilistico?

E’ possibile eccome! Per 3 motivi fondamentali:

1) le sanzioni sono una barzelletta. Non solo le possibilità di aggirarle sono infinite, ma, soprattutto, nessuno le applica seriamente. Chi sorveglia davvero? Sul settimanale L’ESPRESSO, noi  abbiamo documentato almeno due casi di aziende italiane finite in traffici sospetti con l’Iran: farla franca è la regola. I controlli o sono inesistenti o sono comunque gravemente inefficaci.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cosi-lItalia-arma-Teheran/1834947

http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/da_modena_a_teheran.html

A parte questi 2 nostri articoli su L’ESPRESSO, nessuno ne parla o ne scrive niente. Perché tanto disinteresse? L’Italia è un partner cruciale dell’Iran. Il petrolio iraniano, come quello libico, è fondamentale. Forse certi traffici vengono tollerati?

2) le sanzioni servono fino a un certo punto, perché gli iraniani ormai hanno acquisito la tecnologia e l’expertise. Una fonte autorevole all’IAEA ci ha raccontato la sua sorpresa nel constatare come gli iraniani siano diventati bravi con il machining: la lavorazione delle componenti delle centrifughe, che devono essere precisissime.

Per farvi capire quanto devono essere precise le componenti delle centrifughe, vi facciamo questo esempio:  se, durante la lavorazione,  il tecnico fa l’errore banale di toccare il rotore di una centrifuga (rotore= parte rotante della centrifuga) con le mani nude prive di guanti e lascia un’impronta sul rotore, questa impronta (che contiene pochissimi microgrammi di grasso umano ) può portare alla distruzione della centrifuga. Perché? Semplice:  la centrifuga ruota a velocità così folli che anche una piccolissima massa, come quei microgrammi di grasso, possono far "sballare" il sistema rotante e farlo arrivare al crash.

3) fino ad oggi, per acquisire materiale necessario al programma nucleare, l’Iran si è abbeverato ai traffici sul petrolio: molte delle componenti dell’industria petrolchimica, coincidono con quelle dell’industria nucleare.

 Sarà un caso che la Francia ha imposto all’Iran la condizione che vi raccontiamo di seguito? I francesi hanno detto agli iraniani: noi vi vendiamo le valvole che vi servono per gli impianti petroliferi, però, per ogni valvola vecchia che sostituite nei vostri impianti, ve ne mandiamo una nuova solo dopo che ci avete mandato il pezzo usurato.

In altre parole, i francesi cercano di fare il possibile affinché il materiale dual use inviato in Iran sia destinato agli scopi dichiarati e non venga dirottato sul programma nucleare. Avere la certezza che questo dirottamento non avvenga è impossibile, perché le possibilità  di truccare carte, spedizioni, creare front companies, ecc. sono infinite, ma già fare il possibile per impedire il dirottamento è importante. L’Italia adotta una policy altrettanto scrupolosa?

D) Perché incazzarsi tanto con l’Iran? Non c’è nessuna prova che voglia davvero la bomba…

Sì, non c’è alcuna prova che l’Iran punti davvero alla bomba, ma la cosa fondamentale da capire è che non serve la prova, nel senso che, una volta che un paese ha messo in piedi un programma nucleare esteso,  come quello che sta creando l’Iran (ciclo completo del combustibile, reattore ad acqua pesante di ARAK, ecc.), discutere se l’Iran punti davvero alla bomba oppure no è solo una sterile questione accademica: qualsiasi paese che abbia un programma esteso di quel tipo, ha in mano quella che gli esperti chiamano "nuclear capability". E una volta che un paese ha in mano la "nuclear capability", il passo successivo (cioè la costruzione vera e propria della bomba ) è una passeggiata.

E) Embè?!  Perché preoccuparsi tanto che l’Iran arrivi a costruire una bomba, quando nel mondo ci sono 9 potenze (USA, RUSSIA, CINA, INDIA, PAKISTAN, UK, FRANCIA, ISRAELE, COREA DEL NORD) che hanno migliaia di bombe?

E’ vero. Anzi sacrosanto. L’attuale "equilibrio" è ingiusto, il Trattato di proliferazione che sancisce lo status quo è ingiusto. D’accordo.  Però attenzione: dobbiamo farci una domanda fondamentale: sarebbe un mondo migliore quello in cui, per ragioni di "giustizia" tutti avessero la bomba? Riflettiamoci.

Personalmente, non ci piace la bomba d’Israele esattamente come non ci piace quella dell’Iran. Riteniamo USA e RUSSIA dei pericoli mondiali, perché hanno arsenali folli, capaci di sterminare la razza umana in un secondo. Ma  chiedetevelo: è una battaglia intelligente quella che punta a sostenere l’Iran verso la corsa alla bomba, in nome della "giustizia"?

Noi sappiamo una cosa: se nel nostro condominio c’è un matto, armato fino ai denti che terrorizza tutti i condomini, la soluzione NON è armarsi tutti fino ai denti per difendersi dal matto. Una soluzione del genere è solo  il preludio a una strage: prima o poi qualche condomino fuori di testa premerà il grilletto. Magari per sbaglio. Magari perché ha dormito male la notte. Chissenefrega: comunque, premerà il grilletto. E salteremo tutti in aria. Contenti di essere saltati in aria in un "condomio giusto", dove tutti hanno il diritto di armarsi fino ai denti per contrastare il matto?

Quindi, sì: è ingiusto, profondamente ingiusto, dannatamente ingiusto che USA, Russia e compagnia brutta continuino a tenersi strette le loro migliaia di bombe, alla faccia di tutti e di tutto, ma se anche gli ayatollah arriveranno alla bomba, non sarà un mondo più giusto: sarà un mondo più armato. Più a rischio di saltare in aria. 

 

 

 

 

 

E’ venuto fuori dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Milano.

Alcuni giornalisti italiani sono stati beccati mentre, chiacchierando con il giornalista iraniano Hamid Masouminejad  (arrestato per il suo presunto coinvolgimento nel traffico di armi Italia-Iran, scoperto dalla GdF ), lo  informavano sullo stato dell’opposizione al regime di Teheran qui in Italia…

La cosa è particolarmente seria se si considera che, stando all’inchiesta milanese, Masouminejad sarebbe uno 007 di alto livello del regime di Teheran, ovvero una spia che avrebbe usato la copertura giornalistica per muoversi indisturbato.

I giornalisti italiani beccati a passare informazioni a Masouminejad avrebbero anche accettato compromessi gravi, del tipo: annacquare i loro articoli sulla repressione del regime iraniano, in cambio di un ‘aiutino’ nell’ottenere i visti per l’Iran…

Una brutta brutta storia….

 

Ci scrive un caro lettore che Sara Hosseinpour non è affatto introvabile. "E’ su Facebook",  dice lui. Davvero? Possibile, per carità. Ma dubitiamo che sia davvero la Sara di cui  ci siamo occupati noi, che è una giovane donna finita in una storia più grande di lei. 

La morte del giovane marito è già di per sé una tragedia immensa. La morte in quelle circostanze, completamente oscure, poi, è ancora più spaventosa. Aggiungeteci  la situazione dell’Iran e c’è di che aver paura.

Basta dire una cosa: quando i suoi genitori hanno scoperto che lei aveva risposto alla nostra email ( peraltro una risposta assolutamente innocua la sua, come potete leggere dall’articolo:

http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/hosseinpour.html  )

l’hanno presa a botte: non doveva parlare con una giornalista occidentale…

 

 

 

Quando si dice mistero…Avete presente il post precedente "Lost in Iran", che potete leggere qui sotto?

Ebbene abbiamo raccontato del giornalista iraniano dell’IRIB, Hamid Masouminejad, accreditato presso la sede della Stampa estera di Roma e arrestato nell’operazione della GdF di Milano che ha permesso di smascherare un traffico di armi e materiale dual use dall’Italia verso l’Iran.

Nel post abbiamo raccontato la nostra esperienza con lui e parlato di  Sara Hosseinpour, la moglie del giovane fisico iraniano morto in circostanze misteriose nel 2007 e secondo i media internazionali eliminato dal Mossad.

Non avevamo più notizie di Sara ed eravamo preoccupate per lei, vista la situazione in Iran.

Esattamente il giorno dopo il nostro post, è magicamente ricomparsa via mail! Dice di stare bene e di studiare

 

Oggi Repubblica riporta la reazione dell’Iran agli arresti della Procura di Milano per l’operazione della Guardia di Finanza milanese che ha scoperto un traffico di armi e materiali dual use con l’Iran, soggetto a ben 3 round di sanzioni ONU per il suo programma nucleare e missilistico:

http://www.repubblica.it/esteri/2010/03/05/news/traffico_d_armi_l_iran_convoca_l_ambasciatore_italiano-2513362/

Gli arresti della GdF di Milano hanno coinvolto anche un importante giornalista iraniano accreditato presso la sede della Stampa estera di Roma: Hamid Masouminejad della televisione di stato iraniana: IRIB. Secondo quanto emerso dall’inchiesta milanese, il giornalista sarebbe uno 007 di Teheran.

Premesso che le eventuali responsabilità di Masouminejad come degli altri arrestati in questa vicenda dovranno essere chiarite dalla magistratura, e che tutti sono innocenti fino a prova contraria, vogliamo raccontare la nostra esperienza con lui, che conosciamo in modo assolutamente marginale.

3 anni fa un giovane fisico iraniano di nome Ardeshir Hosseinpour, è morto in circostanze misteriose. Cervello paurosamente brillante, Hosseinpour è vissuto nell’ombra e morto nel mistero. Secondo grandi media internazionali, che hanno ripreso la versione dell’agenzia di intelligence americana STRATFOR, Hosseinpour è stato eliminato dal Mossad perché collaborava con il regime al programma nucleare iraniano.

La storia ci ha attratto come una calamita fin dall’inizio. E vi spieghiamo perché.

Siamo esperti di faccende che hanno a che fare con le WMD (weapons of mass destruction) e da una decina di anni a questa parte, passiamo parte del nostro tempo incontrando gente che ha lavorato alle armi più immonde mai create su questo pianeta.

Fare colazione con gente che si è messa al servizio dei nazisti o di dittatori spietati, che è vissuta in città segrete, o è stata portata in Vietnam, a creare la barriera elettronica per distruggere il sentiero di Ho Chi Minh, o catapultata alla frontiera con il Messico, di notte, per cercare di capire se fosse possibile creare uno scudo elettronico contro i narcos, è un’esperienza assolutamente intrigante. 

Non ci piace  il mondo dell’intelligence. E’ il regno dell’opacità, della disinformazione, dell’intossicazione. E’ l’antitesi del nostro modo di essere, di quello a cui aspiriamo. Luce, chiarezza, informazione pulita, verità. Non che questa nostra idiosincrasia debba essere un problema per la Repubblica Italiana… ma quello degli 007 è un mondo da cui vogliamo stare alla larga. "E allora perché vai a caccia di quella gente che ha lavorato ad armi mostruose?", ci fa un collega.

Semplice: perché quelli che incontriamo noi sono le menti dei  programmi militari proibiti, programmi indubbiamente immersi nel mondo oscuro degli 007, ma i nostri interlocutori sono pur sempre dei "semplici" tecnici. E i tecnici, si sa,  non hanno mai il controllo del gioco: loro "must stay in tap, not on the top", ovvero, "devono stare a disposizione, non dare disposizioni", come capirono subito gli americani…

Quasi tutti quelli che abbiamo incontrato erano intelletti pazzeschi: menti straordinarie, tipo Freeman Dyson. Raccogliere le loro confessioni, analizzare le loro razionalizzazioni, i loro rimpianti o compiacimenti, cogliere, in alcuni casi, la loro totale disumanità, il loro essere dei mostri impenitenti, ha fissato nella nostra mente impressioni  vividissime.

Chiaro, no? Con un background così, non potevamo stare alla larga dalla storia di Hosseinpour. Ma indagare sul suo caso fu difficilissimo. Cercammo informazioni in lungo e in largo.

Tra le persone che contattammo c’era proprio il corrispondente dall’Italia dell’IRIB: Hamid Masouminejad, che avevamo incontrato per puro caso a una conferenza di Mohammed ElBaradei a Roma. Mai visto e conosciuto prima Masouminejad, ma, nella ricerca disperata di informazioni, provammo a sentire pure lui.  Sapeva qualcosa del caso Hosseinpour? Che si diceva in Iran, a parte quello che scrivevano le ingessatissime agenzie di stato?

Una delle domande che gli ponemmo fu: "aveva una moglie, Hosseinpour?" In Iran, come in tanti paesi dove la religione detta legge, ci si sposa presto. E Ardeshir Hosseinpour era un fisico bellissimo, che, nonostante la giovane età, già insegnava all’università. Un gran figo, diciamolo pure  docente in una facoltà di fisica prestigiosa, piena zeppa di ragazze (la percentuale di studentesse nelle università tecniche iraniane è molto alta).

Notammo subito che, quando il discorso cadde sulla possibile moglie di Hosseinpour, Masouminejad fu molto cauto. Ne aveva una? "Non so, vedo di informarmi". Dal viso cogliemmo una sfumatura di interesse  per la nostra domanda. Quello sguardo intenso e gli occhi che si muovevano rapidamente. Ci sembra ancora di vederli.

Mentre aspettavamo un feedback da Masouminejad, per noi fu facile venire a capo della cosa. Quattro telefonate dall’Italia e scoprimmo che Ardeshir Hosseinpour era sposato con una bella ragazza, Sara, sua studentessa alla facoltà di fisica in cui insegnava.

Qualche giorno dopo il nostro incontro, ci risentimmo al telefono con Masouminejad. "Non sono riuscito a saperlo [della moglie, ndr]".  Non aveva avuto voglia di sbattersi per noi e di mettersi a fare telefonate in Iran? Comprensibile, per carità. Spesso un collega ti chiede qualcosa e tu, che sei immerso nei tuoi casini, non hai voglia di attaccare a telefonare a destra e a sinistra, lasci perdere, dicendo semplicemente: "mi spiace, non sono riuscito a sapere niente".

Comunque, finimmo l’inchiesta, che uscì sul Venerdì di Repubblica, la trovate qui:

http://www.stefaniamaurizi.it/Inchieste/hosseinpour.html

Da allora, Sara è nei nostri pensieri: sta bene? E’ a rischio? Dopo quell’unico contatto via email con lei, Sara è lost in Iran…Non deve parlare e non deve esistere?

 

Un traffico di armi e materiale dual use con l’Iran smantellato dalla Guardia di Finanza di Milano:

Il commento più lucido è quello del bravissimo Guido Olimpio del Corsera, con cui concordiamo al 100%:

 http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_03/olimpio-servizi-segreti-iraniani_ac4ed1a2-26ca-11df-b168-00144f02aabe.shtml?fr=correlati

Non conosciamo ancora i dettagli dell’operazione della GdF, ma l’impressione è che la mazzata italiana sia in qualche modo collegata a operazioni importanti condotte negli USA, in Inghilterra, in Germania e in Malesia…Vi faremo sapere…

Non concordiamo, invece, con il commento di Vincenzo Nigro di Repubblica, di tutt’altro segno rispetto a quello di Olimpio:

http://nigro.blogautore.repubblica.it/?ref=hpblog

Mentre Guido Olimpio dice, in sostanza, che era ora che dall’Italia arrivasse un segnale di fermezza verso la rete iraniana, che, finora, nel Belpaese ha sempre fatto quello che voleva (e l’Italia ha lasciato fare semplicemente per incassare soldi e contratti), Vincenzo Nigro intona un vecchio ritornello:

"In altri casi però",  scrive Nigro, "anche in Italia, giornalisti o funzionari vari che facevano un secondo lavoro non venivano arrestati, ma semplicemente presi in consegna dai servizi di sicurezza nazionali che li facevano rientrare in patria per interrompere la loro attività criminale".

E ancora: "la scelta dell’arresto espone gli italiani nel Medio Oriente a rischi assai seri, che qualcuno a Roma o Milano dovrebbe valutare per poi metterli in relazione ai presunti crimini che hanno portato all’arresto di Hamid Masoumi".

Personalmente, siamo dalla parte della procura di Milano, quella che ha avuto il coraggio di bastonare la CIA e il SISMI per il caso Abu Omar, dando un segnale che ha fatto rumore in tutto il mondo.

I traffici iraniani, come dice Olimpio, sono stati tollerati per tantissimo tempo. L’impunità per chi traffica materiale dual use è totale. Una situazione gravissima e inaccettabile, perché il materiale dual use spesso serve a mettere a punto arsenali capaci di sterminare milioni  di persone: gli arsenali WMD (weapons of mass destruction) .

Altro che spacciare droga o trafficare in esseri umani: l’impunità dei trafficanti di morte è assoluta e chi viene beccato, 99 volte su 100,  baratta la pena con marchette immonde ai servizi segreti di mezzo mondo. Marchette. Non scambi nobili ispirati dalla ragione di stato o dalla sicurezza nazionale.   MARCHETTE E TRAFFICI VILISSIMI…della peggiore specie…

 

Sorvegliava i traffici di materiale strategico verso l’Iran. Sul lavoro era brava, seria, una che non abbassava la testa. Aveva un difetto, però. Non piaceva agli uomini in nero. L’hanno messa a fare stronzate.

E non è stata l’unica…

Sul lavoro era bravo, serio, uno che non abbassava la testa. Aveva un difetto, però. Non era troppo malleabile con gli uomini in nero. L’hanno messo a fare stronzate.

Rimpiazzati i bravi, arrivano i mediocri. Gente a cui piace la gnocca. Tanto. Anche troppo. E mezzo di pressione e ricatto più formidabile della gnocca deve essere ancora inventato.

 

Ahmadinejad ha annunciato che la prima partita di uranio arricchito al 20% è cosa fatta. Mah…sarà…

Passare dall’arricchimento al 3-5% al 20% non è uno scherzo. E’ anche per questo che la comunità internazionale ha avuto un coccolone all’annuncio del passaggio all’arricchimento al 20%: significa acquire una capacità tecnica importante e stategica.

Una cosa è sapere arricchire l’uranio fino al 3-5%, un’altra è saper padroneggiare le tecniche di arricchimento dal 5 percento in su. Tra l’altro, una volta che si padroneggia l’arricchimento al 20%, quello a livelli più alti è cosa fatta: si passa senza grandi problemi al 60% e da lì al 90%, che è l’uranio weapon grade che serve per la bomba.

L’Iran è riuscito nel giro di pochi giorni ad arricchire uranio al 20%? Sarà…Noi, non ci crediamo. Ahmadinejad le spara. E’ risaputo.

Gmail censurato in Iran

Fino a poco tempo fa, la resistenza usava account yahoo.com, che hanno i server negli Stati Uniti, per cui intervenire su quei server per il regime era veramente difficile, se non proibitivo. Poi, però, deve essere successo qualcosa. Il passaparola è diventato: usare Gmail.com. E’ molto più sicuro. Sapete no, uno dei vantaggi di Gmail. com? Non fa comparire l’IP del computer…

Lettere da Bruxelles

Un giorno ci incontriamo in un caffè romano. Lui impermeabile come l’argilla. E’ arrivata una lettera da Bruxelles in cui si dice che l’Italia autorizza l’esportazione di pochi beni strategici verso l’Iran, mentre la Germania autorizza molto di più, nonostante le sanzioni. I beni strategici sono proprio quelle tecnologie e quelle merci sanzionate dall’ONU che possono servire per il programma nucleare e missilistico di Teheran.

La stretta italiana è comprensibile, viste le sanzioni. "Eh, sì", fa lui. "Ma tanto se non vendiamo noi, vendono gli altri, no?". Già…è così: è l’eterna guerra dei mercanti.

Viene fuori che le pressioni iraniane per autorizzare le esportazioni di beni strategici dall’Italia sono arrivate anche alla nostra ambasciata a Teheran.  E quindi? Che è successo, poi? Incuriositi, lo martelliamo. E allora dirotta la conversazione su altro: telefonini criptati per il Vaticano. Che ci faranno mai, i Cardinali? Difficile che per recitare il "Credo" serva la criptografia… E comunque, l’orecchio di Dio non è come l’occhio? Non sentono e non scrutano tutto? O più che il giudizio di Dio  potè il PM?

Che deve fare un giornalista solo?

Che deve fare quando intuisce traffici vilissimi? Quando conosce bene argomenti che lo portano in un mondo opaco. Deve andare fino in fondo?  Perché? Per fare la fine di Ilaria Alpi?

Un giorno di primavera, siamo a un’edicola. C’è il sole, intorno c’è gente che cammina, si gode l’aria frizzantina. Mamme, bambini, anziani, arrivano all’edicola. E anche: il professionista schizzato, il medico sfavato, la bambina che vuole le figurine, la superfica con la borsa che vale il nostro reddito di un mese. Comprano giornalicchi locali, monografie sulla cucina, bricolage, parole crociate e gossip di puttane e ballerine. Dimenticato, da una parte, completamente ignorato, c’è un libretto: "Ilaria Alpi. Storia di un’esecuzione".