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Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica della storia ha distrutto la città di Hiroshima. 3 giorni dopo, il 9 agosto 1945, una seconda bomba atomica distrusse Nagasaki. I 2 attacchi hanno provocato oltre 300mila morti.

Vi offriamo una Q&A, basata sul nostro libro:

http://www.stefaniamaurizi.it/libri.html

1) Perché la bomba fu costruita?

All’origine della tragica invenzione c’è il Male assoluto: Hitler e il nazismo. La scoperta del processo fisico alla base della costruzione della bomba (la fissione nucleare) fu fatta nel 1938, proprio quando la Seconda guerra mondiale era alle porte.

A scoprire la fissione furono proprio i fisici tedeschi (Otto Hahn, Lise Meitner e Fritz Strassmann) : nessuno dei 3 fisici era nazista, anzi, Lise Meitner era ebrea, costretta a scappare da Berlino per via delle persecuzioni naziste e ad abbandonare tutti i suoi GRANDI studi condotti fino ad allora.

Strassmann era un chimico coraggiosissimo, che aveva scartato delle ottime offerte di lavoro perché richiedevano l’iscrizione al Partito Nazista e si era ridotto a fare quasi la fame, rischiò addirittura la pelle sua e della moglie e del figlio per aver nascosto per mesi in casa propria un pianista ebreo.

Eppure la scoperta della fissione nucleare cambiò la storia: presto tutto il mondo capì che fissione significava bomba atomica e se Hitler fosse arrivato per primo quell’ordigno, sarebbe stata la fine del mondo libero. Da qui la corsa verso l’atomica.

2) Fu facile costruirla?

Assolutamente no. Fu drammaticamente difficile, anche perché, una volta scoperta la fissione, tutti capirono che la bomba era fattibile in via teorica,  ma nessuno aveva idea se, nella realtà dei fatti, fosse davvero possibile costruirla. Una cosa è dimostrare la fattibilità teorica, un’altra è costruirla materialmente. Americani e inglesi si misero insieme e dettero il via a un progetto leggendario: il Progetto Manhattan. La più grande impresa tecnico-scientifica-militare mai concepita e realizzata.

Per costruire la bomba, furono arruolati TUTTE le più grandi menti: gente leggendaria, di un’intelligenza che non si è mai più vista su questo pianeta. Robert Oppenheimer, Hans Bethe, John von Neuman, Enrico Fermi,  Leo Szilard. GENI. Furono necessari risorse economiche e tecniche mostruose.

A partire dal 1942, in 3 anni e con 2 miliardi di dollari (di allora!) gli Stati Uniti  misero insieme una schiera di industrie e laboratori delle dimensioni dell’industria automobilistica statunitense dell’epoca (in soli 3 anni!)

3) Prima di lanciarsi nella costruzione della bomba, americani e inglesi hanno fatto intelligence per capire se davvero i tedeschi si erano lanciati nell’impresa atomica?

No, o meglio, l’attività di intelligence fu molto blanda: non appena fu chiaro che la bomba era fattibile, americani e inglesi si lanciarono nella sua costruzione, indipendentemente da quello che combinava l’Ossesso: Hitler.

Americani e inglesi avevano capito immediatamente che quella bomba avrebbe cambiato la storia: non era solo un’arma, era uno strumento che avrebbe riscritto l’assetto del potere nel mondo.

4) Perché la bomba non è solo un’arma?

La bomba atomica e ancora di più quella all’idrogeno sono ordigni che permettono di sterminare intere popolazioni. Inevitabile che chiunque le possieda possa dettare le proprie condizioni sullo scacchiere internazionale.

La prima bomba atomica ( quella di Hiroshima) era un ordigno di 12,5 kiloton, ovvero una potenza esplosiva equivalente a 12.500 tonnellate di tritolo: sterminò 140mila persone. La prima bomba H ( ordigno che non è mai stato usato in battaglia, ma solo testato per la prima volta nel 1952) aveva una potenza di 11 megaton: 11 milioni di tonnellate di tritolo. Se usata contro una città sufficientemente grande, avrebbe potuto ammazzare 20 milioni di persone.

Quando sono in ballo numeri come questi è chiaro che non si gioca più alla guerra, si decide il destino di intere nazioni e del mondo.

5) Einstein lavorò alla bomba?

NO! Einstein non fu MAI coinvolto nella progettazione e nella costruzione dell’atomica. Era un pacifista convinto e godeva di una tale popolarità che era impossibile coinvolgerlo in un programma top secret com’era il Progetto Manhattan senza che il mondo se ne accorgesse.

6) Perché allora Einstein viene messo spesso in relazione con la bomba?

La fissione nucleare è un processo fisico che per essere capito richiede l’equazioni di Einstein E=mc2. Ma Einstein non collaborò assolutamente al progetto Manhattan. E come lui scelsero di non collaborare geni come Lise Meitner.

7) Il progetto Manhattan era segreto?

Ovviamente. Era un programma top secret, portato avanti nel segreto più assoluto in una città costruita ad hoc nel deserto del New Mexico: Los Alamos, dove Oppenheimer e i suoi colleghi geni vivevano con le famiglie sotto falsa identità.

8) Oppenheimer e i suoi sapevano quanto sarebbe stata distruttiva la bomba?

Certo. A Los Alamos furono costruite 3 bombe: una per Hiroshima, una per Nagasaki e una per un test. La bomba di Nagasaki, infatti, era un tipo di ordigno al plutonio, che utilizzava un sistema di detonazione (implosione) estremamente sofisticato: non era sicuro che funzionasse, mentre era sicuro che la bomba di Hiroshima funzionasse: usava un sistema di detonazione semplice: il metodo Gun.

Per essere sicuri che Nagasaki non sarebbe stato un flop, l’ordigno al plutonio fu testato il 16 agosto 1945 nel primo test nucleare della storia: il Trinity. Fu un evento talmente impressionante, che Oppenheimer, umanista coltissimo oltreché fisico geniale, lo commentò con un verso del poema sacro indù "Baghavadgita": "Ora sono diventato Morte, il distruttore dei Mondi".

Più prosaicamente, 5 giorni dopo il test, i fisici conclusero che un ordigno del tipo di quello testato, se lanciato contro una città di 300mila abitanti, l’avrebbe ridotta a una spianata radioattiva. E così fu.

9) Perché furono scelte proprio Hiroshima e Nagasaki per il primo bombardamento atomico della storia?

Per scegliere gli obiettivi, era stato creato un targeting group: un gruppo di militari e fisici incaricato di individuare le 2 città da bombardare.

 Fu stilata una lista, in cui inizialmente era inclusa l’antica capitale del Giappone: Kyoto (meravigliosa!), che però fu scartata dalo stesso  Ministro americano della Guerra. Kyoto era una città bellissima, in cui il ministro aveva trascorso il suo viaggio di nozze, era il simbolo della cultura giapponese: distruggerla  sarebbe stato un crimine che tutto il mondo avrebbe condannato.

Alla fine, furono scelte le pochissime città medio-piccole giapponesi che erano ancora "sane": gli americani volevano studiare gli effetti della bomba, dal punto di vista strategico: non aveva senso usarla su città come Tokyo, che erano state quasi completamente distrutte dai bombardamenti convenzionali. Per capire la distruttività della bomba serviva di usarla su città quasi integre e registrarne scrupolosamente gli effetti.

10) I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki furono davvero inevitabili?

No. La vulgata continua a ripetere che usare la bomba fu l’unico modo per porre fine a una guerra che è costata 60 milioni di vite. L’alternativa a Hiroshima e Nagasaki- continuano a ripetere i fautori della bomba- sarebbe stata un’invasione americana del Giappone che sarebbe costata centinaia di migliaia di vita umane. E’ vero?

La controversia sull’uso della bomba scoppiò prima che fosse veramente usata contro Hiroshima. E furono gli stessi fisici che l’avevano costruita a farla scoppiare. Avevano idee diverse sull’uso che ne andava fatto e secondo alcuni non andava assolutamente usata contro le popolazioni civili. MA ovviamente durante il conflitto non fu possibile una discussione aperta sul tema: c’era la guerra, la censura, la consegna del top secret.

Le difficoltà nel riuscire a intavolare un dibattito democratico sulla costruzione e sull’uso della bomba, però, sono proseguite anche dopo la fine della guerra, anche e soprattutto a causa della mancanza dei documenti necessari a capire, ricostruire e valutare. Molti di quei documenti o non sono mai esistiti -perché tantissime decisioni cruciali non furono mai messe per iscritto – o sono stati seppelliti dal segreto militare.

Per esempio, solo nel 1970 fu desecretato un rapporto dell’intelligence americana, che, nel 1946, aveva concluso che l’uso della bomba non era necessario per porre fine alla guerra con il minor numero possibile di morti e che l’invasione americana del Giappone era una possibilità "remota".

E solo nel 1979 furono resi noti i documenti che dimostrano come il presidente americano Truman, quando si ritrovò a prendere la decisione se usare o meno l’atomica, conoscesse già le intercettazioni di MAGIC, l’operazione con cui i servizi segreti americani avevano intercettato e decrittato le comunicazioni in codice tra Unione Sovietica e Giappone. Da quelle intercettazioni emergevano chiaramente i tentativi dei giapponesi di cercare una mediazione russa per arrivare a chiudere la guerra, tentativi ufficiali promossi da personaggi di altissimo livello, non blande manovre diplomatiche.

Infine, vogliamo citare l’opinione di un grande eroe della Seconda guerra mondiale: la sua era solo un’opinione personale, certo, ma era pur sempre l’opionione di un grande militare: il principale artefice della vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale: Dwight Heisenhower.

Nel bel mezzo della Guerra fredda, Heisenhower dichiarò pubblicamente che per salvare vite americane non era affatto inevitabile usare l’atomica, perché i giapponesi erano già sconfitti e cercavano solo un modo per arrendersi salvando un minimo la faccia.

11) E allora perché gli americani bombardarono Hiroshima e Nagasaki?

Perché stavano già combattendo una nuova guerra: quella fredda contro i russi. Hiroshima e Nagasaki erano un avvertimento al mondo e, in primis, ai russi. Erano, inoltre, un test: con quelle due esplosioni, si apriva l’era della guerra nucleare, studiata fino all’ossessione da russi, americani e poi da tutto il "nuclear club".

12) Che cos’è il "nuclear club"?

Fino al 1949, gli americani hanno mantenuto il monopolio sulla bomba: erano gli unici ad averla, poi il club nucleare ha preso a imbarcare nuovi membri: Russia, Francia, Inghilterra, Cina, Israele, India, Pakistan, Corea del Nord.

Ma dopo il progetto Mahnattan, il diluvio…Personalmente, abbiamo conosciuto vari fisici che hanno lavorato ai programmi nucleari dei paesi che si sono aggiunti al club nucleare. La bomba di Hiroshima l’hanno costruita intelletti leggendari come Oppenheimer, quelle dopo sono state costruite da gente senza neppure il fascino dell’intelletto. Incontrandoli, spesso ci siamo ritrovati a chiederci: è per questo che ci si sporca le mani di sangue, collaborando con governi e dittatori?  Solo per ville da sogno e puttane?

Un ultimo dato: dal 1940 al 1996 gli Stati Uniti da soli hanno speso per le armi nucleari circa 5.500 miliardi di dollari in valuta del 1996. Quanti sono? Se prendiamo le banconote da un dollaro e le ammassiamo una sopra l’altra, 5.500 miliardi di dollari corrispondono a un muro alto 1,6 metri e capace di girare intorno all’equatore 105 volte!

Meno simpaticamente: 5.500 miliardi di dollari sono più del totale che dal ’40 al ’96, il governo federale USA ha speso per: istruzione, formazione, impiego, servizi sociali, agricoltura, risorse naturali e ambiente, ricerca scientifica e spaziale, comunità locali, giustizia, energia elettrica.

Questo solo gli USA, che, alla fine, sono il paese più trasparente del mondo…delle altre potenze nucleari non si ha alcun dato sui costi delle loro armi nuclearu. (Il dato citato proviene dall’autorevole "Atomic Audit", di Stephen Schwartz, ex direttore del Bulletin of the Atomic Scientists)

 

"Se avessi una bomba atomica, farei sparire la Svizzera dalla carta geografica", pare abbia detto il figlio di Gheddafi, Hannibal. Così riporta oggi il Messaggero:

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=70049&sez=HOME_NELMONDO

Il Messaggero riconduce la sparata del rampollo libico alla frustrazione di un recente fermo in Svizzera per presunte violenze sui domestici da parte di Hannibal Gheddafi…

Perché ci interessiamo alla sparata? Perché esemplifica la mentalità di certi paesi verso la bomba.

Paesi primitivi. Sì, concedeteci questo giudizio di chiaro sapore colonialista, a noi che siamo dei terzomondisti. TERZOMONDISTI CONVINTI, precisiamo con tutta l’enfasi possibile, non terzomondisti perché politically correct.

Paesi che del potere hanno una visione e una pratica viscerale, primigenia, tribale. Fai incazzare uno dei loro ministrucoli e dignitari? Subito minacciano di spaccarti il muso, sfasciarti la testa, cancellarti dalla faccia della terra.

E sarà finita da 20 anni, la Guerra fredda. Ma la bomba rimane sempre in cima alla loro wish list: è la clava perfetta per far stramazzare al suolo l’avversario in un secondo. E’ l’incarnazione del  loro sogno di potenza assoluta, istantanea, che non ammette discussioni, mediazioni, intralci.

Quattro anni fa abbiamo incontrato Hussain Al Shahristani: l’attuale ministro del petrolio iracheno. Sono passati 4 anni, ma ricordiamo ancora ogni parola di come Shahristani ci ricostruì l’incontro con il cugino di Saddam, che pretendeva che Shahristani lavorasse alla bomba per il dittatore negli anni ’90. Come gli chiese di costruire l’atomica? Come un cavernicolo, uno zotico, rozzo, violento, sanguinario.

E del resto non sono questi gli istinti che affiorano anche quando India e Pakistan minacciano di cancellarsi con la bomba atomica, durante i loro epici incontri di cricket?

A Hiroshima e Nagasaki rimangono ormai solo 250mila sopravvissuti alla bomba. Ogni anno ne muoiono 10mila: presto non ci sarà più nessuno per raccontare cosa è stato quell’evento unico nella storia.

Qui alcune delle nostre foto che abbiamo scattato nel nostro viaggio a Hiroshima:

 

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copyright: Stefania Maurizi; Hiroshima: Militanti dell’estrema destra che manifestano contro i pacifisti che celebrano l’anniversario del bombardamento atomico

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copyright: Stefania Maurizi; Hiroshima: lo Shukkeien Garden, un bellissimo giardino di Hiroshima con un laghetto di forma circolare. La mattina del 6 agosto 1945, moltissime delle vittime del bombardamento corsero verso il laghetto per cercare un pò d’acqua e calmare il dolore delle terribili ustioni. Le vittime si erano accalcate in circolo intorno alle sponde del laghetto. Poche ore dopo, la scena agghiacciante: le sponde del lago dello Shukkeien erano un girotondo di cadaveri

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copyright: Stefania Maurizi

sumiteru2Sumiteru Taniguchi è il ragazzino immortalato nelle foto del celebre Joe O’Donnell, uno dei pochissimi fotografi che vide coi propri occhi la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, viaggiando al seguito degli americani (la missione era top secret). Oggi Taniguchi è così come lo vedete qui sotto. Da 25 anni a questa parte deve sottoporsi quasi ogni anno a un intervento chirurgico per rimuovere un cancro della pelle dalla schiena, che si "trasforma" in un guscio coriaceo.

copyright: Stefania Maurizisumiteru1sumiteru4sumiteru3sumiteru2

Sì, lo sappiamo: siamo in ritardo pazzesco.

La causa dei 5 attivisti italiani contro le atomiche americane in Italia (nelle basi  di Aviano e Ghedi) è ormai andata e noi ne parliamo solo ora.

Trovate qui, sul sito creato dai 5 attivisti, il resoconto dettagliato dei fatti:

http://www.vialebombe.org/node/45

La Cassazione ha bocciato il ricorso: le atomiche rimangono in Italia. Purtroppo, ha avuto ragione il grande esperto americano, Hans Kristensen (H.K.), che, ben prima della sentenza della Cassazione, Dr. Strangelove aveva intervistato a proposito delle atomiche USA in Italia. L’intervista è disponibile a questo link:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/19394546/esclusivo%3A+tutto+quello+che+av

ma lo scambio da ricordare è questo:

"Recentemente cinque attivisti italiani hanno sfidato il governo americano, trascinando le bombe di Aviano in tribunale. E’ la via giusta per ottenere il ritiro?

H.K.: Temo di no. Se c’è una cosa che sa fare l’establishment nucleare è quello di proteggersi e di non finire in beghe legali.

Se il governo non si muove e il tribunale non va bene, che rimane?

H.K.: E’ una sfida che va combattuta sul piano della politica e su quello sociale. Venti anni dopo la fine della Guerra fredda, non è nell’interesse degli Usa mantenere queste armi in Europa. Togliendole di mezzo, gli Stati Uniti potrebbero concentrarsi su poche forze convenzionali per la Guerra al terrorismo e per altre faccende.  Le cose, dunque, sono destinate a cambiare, ma la domanda è: chi prenderà per primo l’iniziativa?"

Strangelove ritiene comunque importante ringraziare i 5 attivisti per quello che hanno fatto. In tempi di encefalogramma piatto e disillusione totale,  l’attivismo delle 5 persone che hanno trascinato il governo USA in tribunale ha dell’eroico…

La battaglia contro le atomiche americane in Italia andrebbe spostata a un altro livello: dal tribunale alle piazze e alla politica. Ma con tutti i drammatici problemi che ha questo paese, sarebbe veramente difficile ottenere l’attenzione degli italiani: è un periodo nero come la pece…. Purtroppo, non gioca a  nostro favore neppure  il fatto che queste armi non sono percepite dall’opinione pubblica come una minaccia: stanno lì, nascoste nelle basi militari, protette dal segreto assoluto. Apparentemente non danno fastidio a nessuno, mentre una centrale nucleare (infinitamente meno pericolosa di un’arma nucleare) ben visibile a chiunque, è percepita come minacciosa e devastante. Nel riporre le armi nelle viscere della terra, nasconderle dallo sguardo preoccupato dei cittadini, blindarle con l’etichetta ‘top secret’, i signori della guerra hanno trovato il modo non solo per tutelare il segreto militare, ma anche per togliere di mezzo l’ansia dell’opinione pubblica, che è il primo motore della partecipazione pubblica e della protesta…

Infine: oggi il Corriere della Sera riporta la notizia che la Francia è intenzionata a risarcire le vittime dei test nucleari francesi:

http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_24/nucleare_francia_vittime_39235e84-184b-11de-911f-00144f486ba6.shtml

Ad agosto, Dr. Strangelove era in Giappone: a Hiroshima e Nagasaki ha incontrato le vittime delle prime due bombe atomiche americane ( le uniche mai usate in combattimento) e quelle dei vari test nucleari condotti dagli americani, inglesi, russi, francesi: poveri cristi dalla Russia, dalle Fiji, dalle Isole Marshall, ecc..

La maggior parte di loro aveva storie terribili: gente che ha combattutto contro il cancro tutta la vita o che è stata costretta a vivere tragedie incredibili (malattie e malformazioni dei figli). Gente che non aveva altra colpa se non quella di vivere nell’atollo sbagliato al momento sbagliato.

Paul Ahpoy

Quello che vedete nella foto si chiama Paul Ahpoy ed è il vicepresidente dell’Associazione delle Vittime dei Test nucleari nelle isole Fiji.

Paul è una delle vittime dei test inglesi nel Pacifico durante gli anni ’57-’58. Quando lo abbiamo incontrato a Hiroshima, non si è lamentato delle proprie sofferenze fisiche, ma del destino della famiglia Ahpoy:

"Ho avuto la benedizione di avere 3 figli", ci ha detto, "Il più grande è  sterile [le radiazioni provocano, tra le altre cose, anche la sterilità, ndr]. La mia unica figlia è morta a 3 anni e mezzo [anche la morte in giovanissima età è legata al problema dei test, ndr]. Mi rimane un figlio di 14 anni, che va ancora a scuola. Viviamo la vita ogni giorno così come capita, senza aspettarci niente. Devo accettare la realtà che, probabilmente, non avrò mai nipoti. Le mie sofferenze finiranno il giorno in cui la mia discendenza non ci sarà più".

 

 

 

 

 

 

 

Sì, lo sappiamo: ci eravamo congedati, con tanto di auguri esplosivi , sperando in una breve tregua natalizia, ma Cossiga ci ha riportato in ballo con le sue dichiarazioni sulle atomiche americane in Italia:

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/SEGRETO-STATO-COSSIGA-IN-ITALIA-CI-SONO-BOMBE-ATOMICHE/news-dettaglio/3467588

Sono ben tre gli incidenti gravi che hanno coinvolto l’arsenale atomico Usa nell’ultimo anno. Fosse successo qualcosa di altrettanto serio alle centrali nucleari che producono energia, sarebbe – giustamente – scoppiato il finimondo, e invece in Italia questi fatti sono stati liquidati con poche righe. Eppure, quelle coinvolte nei tre episodi sono armi capaci di sterminare centinaia di migliaia di persone in un istante: niente di paragonabile con un incidente anche catastrofico come quello di Chernobyl.

L’Italia “ospita” tra i 70 e i 90 ordigni americani, che si trovano nelle basi di Aviano e Ghedi. Sono al sicuro? Perché si trovano ancora sul nostro territorio? E perché non scatenano le polemiche e le passioni della base di Vicenza?

Dr. Strangelove ne ha parlato con Hans Kristensen della Federation of American Scientists, che monitora da sempre le atomiche europee:

Dottor Kristensen, secondo un rapporto della stessa aeronautica degli Stati Uniti, ci sono problemi di sicurezza nella maggior parte delle basi europee che ospitano atomiche americane. Come vanno le cose ad Aviano e a Ghedi?

"Il rapporto dell’aeronautica, che lei cita, non fa il nome delle basi a rischio, ma dice che la maggior parte hanno problemi. Per quello che so da altre fonti, recentemente gli Stati Uniti hanno contattato il governo italiano per rimuovere le armi da Ghedi e portarle ad Aviano. Lo avrebbero fatto per  ragioni di sicurezza e le preoccupazioni riguarderebbero la capacità della base di proteggersi da eventuali furti. Non so, però, se le bombe sono state già spostate".

Grecia e Inghilterra si sono sbarazzate delle atomiche americane. Come hanno fatto?

"Il caso inglese è molto semplice: gli Usa non ne avevano più bisogno e così le hanno ritirate. Nel caso della Grecia, invece, Atene si è ritrovata a rinnovare la flotta aerea e a quel punto ha dovuto decidere se il paese era disposto a spendere soldi per dotare gli aerei della capacità di lanciare armi nucleari. Atene ha deciso di no. Così tutte le atomiche sono state ritirate e rimandate in USA. E’ andato tutto liscio, segno che un paese può prendere una decisione del genere senza essere buttato fuori dalla Nato o senza che la Nato collassi e succedano cose terribili".

L’Italia come potrebbe muoversi?

"Come la Grecia. La prossima volta che dovrete sostituire i vostri bombardieri, potete chiedervi se davvero volete spendere soldi per equipaggiarli con la capacità nucleare. A quel punto le bombe potrebbero sparire da Ghedi".

E da Aviano?

"Credo che lì ci staranno molto più a lungo. E c’è la possibilità che tutte le atomiche presenti in Europa siano concentrate ad Aviano e a Incirlik, in Turchia. Per ora non c’è una conferma ufficiale, ma credo che Aviano sarà uno degli ultimi posti in Europa dove vederle".

Quindi lei non crede alla possibilità che l’Italia se ne liberi una volta per tutte…

"Non credo che avverrà per iniziativa dell’Italia stessa. So che il vostro governo non è nel gruppo dei paesi che spingono per eliminarle dal proprio territorio e in Italia l’opposizione contro queste armi non è forte come in Germania e in Belgio".

Perché, secondo  lei, il nostro governo non spinge?

"Per un mix di fattori. Per gli interessi italiani in Medio Oriente, perché forse il vostro governo è più conservatore di quello tedesco e quello belga e magari crede di aver già fatto tanto: durante la Guerra fredda erano 19 le basi italiane che ospitavano armi nucleari, ora sono due. Infine, c’è il problema delle élite militari che controllano queste bombe. Sono élite molto ristrette, che raramente sono disposte a rinunciare all’enorme prestigio che dà l’atomica. E’ gente che va in giro per l’Italia e per l’Europa a dire che loro sono molto potenti e hanno una grande influenza sugli Stati Uniti. Il guaio è che nessuno può controbattere, perché tutte le informazioni su queste armi sono coperte da  segreto".

Da come parla, sembra che il problema sia solo nostro. Ma l’America accetterebbe il ritiro?

"Non credo che Bush accetterebbe, ma una volta subentrata la prossima amministrazione, è solo questione di tempo: le atomiche saranno eliminate dall’Europa.  Penso che saranno la Germania e il Belgio a fare il primo passo".

Quanto costa mantenerle sul nostro territorio?

"Moltissimo".

Chi paga per quelle di Aviano e Ghedi?

"Nato, Usa e Italia. Ma non so chi paga quanto: le cifre sono segrete. I costi più consistenti, però, sono i termini di tempo, efficienza delle strutture, della flotta e del personale per mantenere gli altissimi standard richiesti dalle armi nucleari".

Recentemente cinque attivisti italiani (www.vialebombe.org) hanno sfidato il governo americano trascinando le bombe di Aviano in tribunale. E’ la via giusta per ottenere il ritiro?

"Temo di no. Se c’è una cosa che sa fare l’establishment nucleare è quello di proteggersi e di non finire in beghe legali".

Se il governo non si muove e il tribunale non va bene, che rimane?

"E’ una sfida che va combattuta sul piano della politica e su quello sociale. Venti anni dopo la fine della Guerra fredda, non è nell’interesse degli Usa mantenere queste armi in Europa. Togliendole di mezzo, gli Stati Uniti potrebbero concentrarsi su poche forze convenzionali per la Guerra al terrorismo e per altre faccende.  Le cose, dunque, sono destinate a cambiare, ma la domanda è: chi prenderà per primo l’iniziativa?"

Eccoci qua! Tornati dal meraviglioso Giappone! Strangelove vi aveva dato appuntamento al 20 agosto e ha mantenuto la promessa.

Hiroshima, Nagasaki, le vittime, i sopravvissuti all’atomica. Procediamo con ordine, perché le cose che Strangelove vuole raccontarvi sono tante e ve le racconterà a più riprese per non sommergervi di notizie in un colpo solo. Guardate quest’immagine qui sotto:

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E’ il biglietto da visita del sig. Suminteru Taniguchi.  Mi è stato presentato a Nagasaki: era un ragazzo di 16 anni quando scoppiò la bomba atomica di Nagasaki, si trovava a 1,8 Km dall’epicentro dell’esplosione, che lo ridusse in queste condizioni: per 2 anni visse tra la vita e la morte, a letto immobile, senza poter fare il  minimo movimento.

La foto nel biglietto da visita è una delle celeberrime immagini del fotografo di guerra Joe O’Donnell, incaricato dall’esercito americano di fotografare la distruzione di Hiroshima e Nagasaki: la missione dei bombardieri atomici era top secret e stampa e fotografi furono tenuti alla larga prima del bombardamento, dopo, poi, scattò le censura e le due parole "bomba atomica" e "radiazione" furono vietate in Giappone e tutti i dettagli del bombardamento atomico furono censurati.

Il libro fotografico di Joe O’Donnell è praticamente l’unica testimoninanza completa della distruzione delle due città giapponesi. S’intitola "Japan 1945" ve lo consigliamo assolutamente: le foto di O’Donnell (che è morto per cancro proprio per le radiazioni a cui lo espose quel reportage da Hiroshima e Nagasaki) sono indispensabili per capire la tragedia delle 2 atomiche.

Taniguchi è uno degli hibakusha (sopravvissuti alla bomba) che Strangelove ha incontrato nel suo viaggio in Giappone.

Oggi, è così:

 

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Ogni anno si sottopone a un intervento: la pelle della schiena diventa una specie di lastra di pietra durissima e i chirurghi devono rimuoverla prima che quella lastra si trasformi in un cancro maligno. Ad oggi, Sumiteru Taniguchi ha subìto 24 interventi chirurgici!  Dovreste parlare con lui, per capire le sofferenze indicibii che ha sofferto e soffre ogni giorno quest’uomo. Ma attenzione, le immagini qui sotto non sono per tutti, guardatele solo se non urtano la vostra sensibilità:

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(copyright Stefania Maurizi, 2008)

 

Sumiteru Taniguchi è solo uno dei 250mila hibakusha che ancora oggi lottano per sopravvivere a prezzo di sofferenze di ogni tipo. E Strangelove ha constatato con sbigottimento come ad oggi il governo del Giappone non abbia ancora approvato una legge che tuteli seriamente gli hibakusha, per cui i sopravvissuti – che muoiono al ritmo di  10mila all’anno- sono costretti a lottare in tribunale per vedersi riconoscere le malattie provocate dall’esplosione atomica: lottano in tribunale alle soglie degli 80 anni!! Vi rendete conto?

Sono vittime 3 volte:

– del regime fascista e ultramilitarista di quel criminale di guerra che fu l’imperatore Hirohito, che rubò loro gli anni migliori (la stragrande maggioranza degli hibakusha ancora viventi erano ragazzini o addirittura bambini all’epoca della guerra) e li catapultò in una guerra mondiale disumana

– di un’arma mostruosa come la bomba atomica

– e infine dell’ottusità del governo giapponese, che ad oggi mette questa povera gente, poveri vecchi, in condizione di dovere ricorrere al tribunale  per vedersi riconosciuto il diritto al pagamento delle spese mediche.

La storia degli hibakusha è struggente: quelli colpiti a Hiroshima e Nagasaki erano civili: bambine e bambini, ragazzi, donne, vecchi. Subito dopo i 2 bombardamenti atomici, il mondo ebbe pochissime informazioni su quello che era veramente successo a Hiroshima e Nagasaki: le notizie erano completamente filtrate dalla censura militare e gli Stati Uniti avevano sia paura della reazione internazionale sia interesse a non diffondere informazioni militari strategiche sul nuovo ordigno che avrebbe cambiato le sorti del mondo. La tragedia atomica rimase nella memoria collettiva come una grande tragedia, ma di informazioni precise e molto dettagliate sugli effetti delle radiazioni non ce n’erano.

Subito dopo i bombardamenti atomici, in Giappone fu creato l’ABCC , il comitato di medici ed esperti (americani e giapponesi ) che dovevano studiare gli effetti del bombardamento atomico. Ma tutti i dati medici furono coperti da segreto e trasmessi direttamente agli USA.  Il Giappone poté ottenerli indietro solo alla fine degli anni 60-primi anni ’70, quando ormai era troppo tardi per intervenire in modo efficace sugli hibakusha. "Non potevamo consultare quei dati neppure noi medici per aiutare i nostri pazienti", ci ha raccontato il meraviglioso dottor Hida, che di hibakusha, nel corso della sua carriera di medico, ne ha visitati 10mila!

"Non ci davano niente", ci hanno raccontato nelle nostre interviste tanti hibakusha, "andavamo da questi medici dell’ABCC, ci facevano le analisi, controllavano le nostre condizioni di salute, ma non ci davano nessuna cura". E’ proprio così: agli Stati Uniti gli hibakusha servivano come cavie, per studiare la guerra nucleare. E’ anche per questo che gli effetti delle radiazioni sono stati studiati solo in parte, come ci ha spiegato con dovizia di particolari Shoji Sawada, hibakusha, fisico emerito della prestigiosa università di Nagoya e grandissimo attivista pro-disarmo.

Sawada ci ha spiegato che, per capire gli effetti della guerra nucleare, agli USA interessavano quasi esclusivamente gli effetti della radiazione primaria, quella eccezionalmente forte ed emessa entro il primo minuto dell’esplosione nucleare, per questo gli studi si concentrarono sulla radiazione primaria e trascurarono quella residuale (la radiazione assunta attraverso il suolo, l’aria, l’acqua e il cibo contaminati).

Per oggi è abbastanza e il jet lag ancora imperversa, continueremo nei prossimi giorni: state con noi!

Nelle prossime settimane, Strangelove sarà a Hiroshima e Nagasaki su invito degli hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici delle due città giapponesi.

Hiroshima e Nagasaki furono bombardate rispettivamente il 6 e 9 agosto 1945 e da allora gli hibakusha lottano per sopravvivere, per avere un minimo di giustizia e per tramandare al mondo l’orrore delle armi nucleari.

Strangelove vi dà appuntamento al rientro per raccontarvi. Saremo qui il 20 agosto.

Nel frattempo, vi lascia con una foto del Premio Giornalistico "Colomba D’Oro" dell’Archivio Disarmo, che quest’anno è andato a: Rosaria Capacchione, coraggiosa giornalista del Mattino di Napoli, costretta ormai a vivere sotto scorta per le minacce della camorra; a Dr. Strangelove;  a Cecilia Rinaldini del Gr1. In prima fila (con la cravatta rosa) il grande maestro Daniel Barenboim, che ha vinto il Premio internazionale dell’Archivio Disarmo.

colomba

Finalmente  anche loro si sono mossi:

http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_24/mondo_senza_armi_nucleari_ba381db8-594a-11dd-94cb-00144f02aabc.shtml

Anche D’Alema e Fini si sono accorti che un mondo senza atomica non solo è possibile, ma è l’unica speranza, se la nostra specie vuole sopravvivere.

Volete davvero un mondo senza atomica, D’Alema e Fini? Benissimo. E allora cominciate da quelle americane in casa nostra. Cominciate a chiedere il ritiro delle armi nucleari americane nelle basi di Aviano e Ghedi. In Grecia e in Inghilterra sono state ritirate. E non è cascato il mondo. Non è collassata la NATO. Bin Laden non ha ancora marciato trionfante su Londra. E allora se Grecia e Inghilterra si sono liberate delle armi nucleari americane, perché noi dobbiamo tenercele?  NUKES GO HOME!

Se i nostri politici vogliono essere credibili, devono fare qualosa. Scrivere una lettera a un giornale è già qualcosa. Meglio una posizione ufficiale, nero su bianco, che il silenzio. Ma se alle parole non seguono i fatti, siamo fermi alle chiacchiere. 

Chiedere il ritiro delle armi nucleari americane da Aviano e da Ghedi è la prima cosa che i nostri politici possono fare per un mondo senza atomica. Ed è una realtà su cui, come politici italiani, possono incidere effettivamente (sul resto lasciamo perdere: per l’Iran nessuno ci ha filato di pezzo…e poteva essere altrimenti? Siamo un paese che ha problemi a smaltire i rifiuti urbani…)

Aspettiamo dunque i fatti da D’Alema e dai politici italiani.

Le polemiche hanno investito solo il problema delle basi americane in Italia, ma le atomiche?

Oggi, a quasi 20 anni dalla fine della Guerra fredda, l’Italia continua a "ospitare" circa 90 (nessuno conosce il dato preciso: è una stima) armi nucleari NATO nelle basi di Ghedi e Aviano. Perché tanto silenzio? Perché tutte le polemiche riguardano la presenza e l’allargamento delle basi americane, ma non la presenza sul suolo italiano delle più mostruose armi di distruzione di massa?

Strangelove simpatizza e supporta l’Unione Scienziati per il Disarmo, USPID (www.uspid.org): un gruppo di accademici italiani impegnati nella lotta per il disarmo nucleare, ma non solo: USPID tiene sotto osservazione varie aree della ricerca accademica che possono essere messe al servizio della guerra e degli armamenti, tipo l’informatica. E’ gente seria, quella dell’USPID. Ha argomenti solidi, informazioni e contatti preziosi all’interno della comunità internazionale degli esperti di armi di distruzione di massa.

Qualche giorno fa, USPID ha diffuso un comunicato molto importante, che non è stato ripreso da un solo giornale italiano! S’intitola: "Eliminare le armi nucleari tattiche della NATO".

E’  assolutamente da leggere:

http://www.uspid.org/download/EliminareAtomicheNATO.pdf

Strangelove condivide in pieno il documento: basta armi nucleari NATO in Italia! 20 anni dopo il crollo del Muro, è ora di rivedere gli accordi che hanno portato le atomiche in Italia. La Grecia l’ha fatto: senza fanfare o rivoluzioni, la Grecia le ha eliminate dal suo territorio. Non è cascato il mondo, non si è polverizzata l’Alleanza Atlantica. Non sono arrivati i Talibani sul Partenone.  La Grecia ci è riuscita. Il paese dei colonnelli ce l’ha fatta! E allora perché no l’Italia?

Questa lotta è anche la vostra lotta: ne vale la vostra sopravvivenza, quella dei vostri figli, nipoti e persone care. Non continuate a credere che le armi nucleari sono sì mostruose, ma in fondo innocue, perché tanto nessuno è così matto da volerle usare. I rischi sono altissimi.

Le armi nucleari sono la minaccia più grave che incombe sull’umanità. E da 60 anni a questa parte, ovvero da quando sono state inventate, non ce n’è un’altra altrettanto catastrofica e pressante, a parte forse l’emergenza climatica che stiamo vivendo.  Ma i cambiamenti climatici sono graduali, non sono una bomba H da 11 megaton che in un istante polverizza 20 milioni di persone. Sì, avete letto bene: 20 milioni di esseri umani vaporizzati da un’unica bomba, che in un attimo può fare quasi un terzo delle vittime di tutta la seconda guerra mondiale.

E oltre al rischio di scambio nucleare, c’è il rischio gravissimo di incidenti: nessuno vi sbandiererà questo problema in faccia, sono problemi tenuti nascosti e liquidati con 4 righe dai media, ma leggete qui:

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/15987637/perdere+6+atomiche

E qui: http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/16478849/USA%3A+ancora+un+gravissimo+%22err

Last, but not least. Qualcosa sta cambiando: 5 cittadini italiani hanno intentato una causa legale contro il governo Usa, chiedendo la rimozione delle atomiche dalla base di Aviano: www.vialebombe.org

LEGGETE e MOBILITATEVI! Si può fare…