Non vi perdete questo fantastico caso:

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La Corte Suprema degli Stati Uniti deciderà SE è legittimo per le forze di polizia piazzare il GPS (Global Positioning System: una tecnologia che permette di tracciare tutti gli spostamenti di un individuo) senza l'autorizzazione della magistratura.

Il caso è esploso dopo che l'FBI ha installato un GPS sull'auto di un narcotrafficante di alto profilo. Il classico delinquente che merita il peggio: un trafficante che aveva la disponibilità di 50 kg di cocaina, nightclub, e robaccia del genere.

L'uso del GPS ha permesso di acquisire prove molto importanti contro il criminale. Purtroppo, però, il Bureau, prima di procedere a impiantare  il GPS, non ha chiesto  l'autorizzazione del giudice e ora i legali del criminale, pur di affossare le prove ottenute grazie alla sorveglianza elettronica che garantisce il sistema di global positioning, stanno dando battaglia.

Non è chiaro perché l'FBI non abbia chiesto quell'autorizzazione: forse temeva che il narcotrafficante avesse talpe negli uffici giudiziari in grado di far arrivare la soffiata al criminale, o forse no, è stata semplice cialtroneria da parte del Bureau.

Sia come sia, una faccenda del genere, in Italia – paese degli Scilipoti e dei pellegrinaggi alla Madonna di San Luca – sarebbe rimasta una bega giudiziaria tra gli inquirenti e la difesa del mafioso o del narcotrafficante. Ma in America, no. In America, Paese avanzato, ci sono alcune tra le migliori associazioni per la difesa dei diritti civili, umani e digitali, come la EFF o l'American Civil Liberties Union, due organizzazioni che hanno contribuito in modo determinante, per esempio, a difendere WikiLeaks dagli attacchi della banca svizzera Julius Baer.

Sono proprio queste associazioni americane ad essersi costituite in Tribunale contro la pratica dell'FBI di inserire GPS su un 'sospetto' senza l'autorizzazione del giudice. E non l'hanno fatto per difendere il narcotrafficante, ovviamente, ma per difendere il diritto del singolo individuo di avere garanzie contro il Grande Fratello. 

E' un caso destinato, inevitabilmente, a dividere l'opinione pubblica: tutte le persone perbene si rendono conto che se la Corte Suprema deciderà di far passare la regola che il GPS può essere montato sulle auto solo dopo aver chiesto il permesso del giudice, un criminale pericoloso, come il narcotrafficante di cui abbiamo detto, la farà franca. E con lui, probabilmente, la faranno franca tanti delinquenti braccati dalle forze di polizia senza una 'warrant': l'autorizzazione preventiva del giudice.

Allo stesso tempo, però, tutte le persone perbene si rendono conto che l'era della sorveglianza elettronica ci espone a minacce gravissime e lo stesso Stato Benigno, rappresentato dagli agenti dell'FBI che hanno fatto il loro dovere raccogliendo prove contro un criminale, può sempre rivelarsi uno Stato Maligno, dove poliziotti e giudici corrotti usano questi metodi micidiali contro persone scomode, oppositori politici, ecc. La tecnologia è neutra. Può essere usata per il Bene e per il Male.  A fare la differenza sono le leggi, che stabiliscono quale utilizzo è legittimo e quale è illegittimo.

E chi afferma che, se sei una persona onesta non hai nulla da temere da questi metodi e non devi aver paura di essere intercettato o braccato con il GPS, è una persona – consentiteci di dirlo-  limitata, che non capisce la posta in gioco.

L'era della sorveglianza elettronica rischia di trasformare la società in uno stato di polizia. Solo le regole possono impedirlo. Intercettare e braccare i mafiosi, i narcotrafficanti, i  politici tangentari, i preti pedofili è giusto e sacrosanto, ma va fatto in quadro di regole che garantiscano la società contro abusi gravissimi.

Vi abbiamo già raccontato qui sotto il problema delle telecamere di sorveglianza

http://stefaniamaurizi.splinder.com/post/24355345/telecamere-di-sorveglianza